Sciopero Colosseo: l’occasione perfetta per abolire anche questo diritto.

Sciopero Colosseo: l’occasione perfetta per abolire anche questo diritto.

eiffelCon il Jobs Act, Renzi è riuscito dove Berlusconi non potè arrivare. L’abolizione dell’art. 18 sta a Renzi come la Gioconda sta a Leonardo da Vinci: il capolavoro della sua vita.

Ma per la gioia dei lavoratori, i “capolavori” del “non eletto” non sono ancora finiti. Da qualche mese a questa parte l’attacco alle conquiste sociale, ottenute con la lotta dei lavoratori non si sono fermate. Il nuovo obbiettivo del “venditore di fumo” di Firenze è il diritto di sciopero, diritto ricordiamo, sancito dalla carta costituzionale e quindi un po’ più (ma non troppo) difficile da scardinare.

Come al solito per fare un provvedimento d’urgenza, si cerca il “Casus belli“, cioè una motivazione (non necessariamente) plausibile da dare in pasto ai media.

Ed ecco arrivare in soccorso del nostro “eroe” Matteuccio, una normalissima assemblea sindacale di tre ore, comunicata con largo preavviso e regolarmente autorizzata quindi regolarmente indetta dai lavoratori, ma del Colosseo, un posto di visibilità mondiale. Per la macchina mediatica governativa un occasione ghiotta, una di quelle che non si possono perdere, Renzi a quel punto avrà pensato e canticchiato un famoso motivetto: “e tanto che aspettavo un occasione così”.

Su tutti i canali televisivi e sulle prime pagine di tutti i giornali vengono trasmesse immagini di turisti disperati, qualcuno anche in lacrime, code interminabili di tre Km e gli immancabili e già preparati da tempo editti del governo. Dio con il diluvio universale non seppe fare meglio, insomma “una sciagura biblica”.

Ed ecco già in nottata, con un tempismo d’altri tempi (quelli Mussoliniani), arrivare il provvedimento ad Hoc, i siti culturali sono equiparati ai sevizi essenziali e quindi gli scioperi devono essere concordati con molto anticipo e i lavoratori precettati. Qualcuno dirà, niente di nuovo e no, di nuovo c’è che si inizia a toccare quel diritto che fino ad oggi non si era neanche sfiorato. A conferma di ciò arriva la risposta di Renzi alla reazione dei sindacati: “dovete mettervi in testa che la musica è cambiata”, tradotto: da oggi comando io anche su questo. Quello di ieri quindi è solo l’antipasto di ciò che ci attende.

A titolo di cronaca, vogliamo portare ad esempio ciò che pochi mesi fa è successo in Francia, in un sito che sicuramente non è da meno del Colosseo: la Tour Eiffel. A maggio, la Torre Eiffel, è rimasta chiusa per sette ore per uno sciopero. Ma Hollande non ha chiamato la stampa mondiale per “pubblicizzare” l’evento, non ha fatto un decreto ad hoc. Si sono fatte assemblee e scioperi anche alla National Gallery ma non risultano interventi legislativi contro i diritti sindacali. E allora perché Renzi si scaglia così duramente contro un’assemblea legittima, effettuata secondo le regole, comunicata con una settimana di preavviso e regolarmente autorizzata? La risposta l’abbiamo già data, il diritto allo sciopero sarà il prossimo “scalpo” che andrà a infoltire la bacheca di quest’uomo, che ripetiamo è “PERICOLOSO” per la democrazia.

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