Tra Italia e Francia dopo l’incontro di Di Maio con i Gilet gialli è crisi diplomatica. Il Presidente francese Macron per protesta richiama l’ambasciatore a Roma e non vuole più i migranti della Sea Watch
Si può riassumere così la scontro in atto, dal sapore pre-elettorale, tra Roma e Parigi. Il punto di partenza sono state le dichiarazioni di Di Maio e Di Battista con le quali hanno accusato la Francia di colonialismo, per la moneta che – a detta dei due – stampano e impongono a diversi paesi africani. Poi è arrivata la ciliegina sulla torta dell’incontro dei due leader pentastellati con i Gilet gialli, incontro considerato dal Presidente francese Macron , una vera è propria invasione di campo.
E la risposta della Francia è stata dura è immediata, con il richiamo dell’ambasciatore a Roma per consultazioni, – non accadeva dal 1940 – seguita dal rilascio di dichiarazioni forti: “siamo in presenza di attacchi senza precedenti e senza fondamento.” ha tuonato il portavoce del governo francese, Benjamin Griveaux che ha aggiunto: “il richiamo non è permanente, ma è importante dare un segnale”.
Ma lo scontro non si ferma qui e i francesi perdono la palla al balzo per tornare sul tema caldo del momento: i migranti e Macron fa la sua seconda mossa: “la Francia non prenderà più gli immigrati della Sea Watch”. Poi aggiunge: “ la Francia prenderà solo persone che hanno bisogno di protezione e non migranti economici”, di fatto stracciando l’accordo preso a livello europeo con il Ministro dell’interno Matteo Salvini, di prendersi parte dei 47migranti della nave della Ong tedesca-olandese.
La replica del vice Premier Matteo Salvini non si è fatta attendere: “La Francia dunque ha cambiato idea sui migranti della Sea Watch e ora non sarebbe più disposta ad accoglierli. D’altronde, ormai, non ci si può aspettare più niente da Macron se non altri colpi bassi”. Poi aggiunge: “Non vogliamo litigare con nessuno, non siamo interessati alle polemiche: siamo persone concrete e difendiamo gli interessi degli italiani”, considerando questo fatto, come l’ennesimo sgambetto che di fatto obbliga il Viminale a dover gestire anche gli immigrati di cui i francesi avevano promesso di farsi carico.
Il Ministro dell’interno Matteo Salvini dunque, prende atto che anche i francesi non vogliono clandestini, ma sottolinea di essere ancora disponibile a incontrare il presidente Emmanuel Macron per affrontare tre questioni fondamentali:
- lo stop ai respingimenti alle frontiere, risultano infatti oltre 60 mila dal 2017 compresi bambini e donne abbandonate nei boschi;
- lo stop con i terroristi italiani, una quindicina condannati ma che fanno la bella vita con residenza in Francia
- lo stop a danneggiare i lavoratori pendolari italiani che sono letteralmente vessati ogni giorno alle frontiere francesi da controlli che durano ore.
Infine Salvini conclude con un’apertura di dialogo: “Noi siamo pronti e disponibili con spirito costruttivo a voltare pagina per il bene del nostro popolo”.
Siamo a ridosso delle elezioni Europee e Macron sente il fiato sul collo degli oppositori interni e del governo italiano al momento alla guida delle proteste antieuropee, lo scontro quindi difficilmente si appianerà.
di Valeria Tornambè
La Redazione di Fatti&Avvenimenti.