Il “Bluff” del taglio alle tasse: nel Def di aprile è previsto un aumento delle entrate di 104 miliardi in 5 anni

Il “Bluff” del taglio alle tasse: nel Def di aprile è previsto un aumento delle entrate di 104 miliardi in 5 anni

bluffRenzi “promette” un taglio delle tasse da 50 miliardi, “un patto con gli italiani” ed a tutti ritorna in mente il primo Berlusconi da Bruno Vespa con la sceneggiata della firma. Il premier questa volta, per necessità o per differenziarsi, introduce la novità della contropartita di meno tasse sulla prima casa e sul lavoro in cambio che le opposizioni gli votino le riforme costituzionali.

Nulla di nuovo sotto i ponti, come il suo mentore Berlusconi non appena i sondaggi non sono più favorevoli (e i numeri al senato diventano ballerini), si ricorre al solito vecchio trucco: “abbassiamo le tasse”. E’ il trucco più vecchio del mondo, si è vero, ormai lo conoscono tutti, ma funziona sempre. Al popolo in fondo basta poco per essere preso per i fondelli, sono come i “bambini”, gli ripeti lo stesso scherzo ogni sera e loro abboccano sempre. Questo avrà pensato Renzi ed il suo enturage quando hanno pensato di andare in TV e mettere in scena la televendita di “riduzione tasse usate”.

Ma stavolta forse il “buffone” è stato sgamato, sarà perché l’ha sparata davvero grossa, togliere l’IMU, abbassare l’IRPEF, tagliare l’IRAP tutto in un volta, è sembrato un po troppo anche ad un popolo di creduloni. E sarà stato anche perché sia le opposizioni, sia le organizzazioni di categoria, hanno fatto i conti in tasca al governo e i conti non tornano.

I numeri del governo, analizzati da economisti ed opposizioni, vanno in direzione opposta, in una nuova stangata fiscale. Il presidente di Unimpresa Paolo Longobardi. ha commentato. “Il Def dello scorso aprile prevede nel periodo 2015-2019 un aumento delle entrate di 104 miliardi, mentre la pressione fiscale salirebbe al 44,1% del Pil l’anno prossimo dal 43,5% del 2015. Si tratta di stime che inglobano le clausole di salvaguardia (Iva, accise e tagli ai bonus fiscali) e gli effetti del bonus da 80 euro” ed aggiunge “la prossima legge di Stabilità, oltre a definire la copertura delle clausole di salvaguardia, dovrà spiegare a Bruxelles per quale motivo il governo non abbia ancora immesso nell’economia del Paese i 70 miliardi di mancati rimborsi della Pubblica amministrazione”.

Bersani, dall’interno del suo partito, gli ricorda che le tasse come da costituzione, vanno abbassate in base ai guadagni percepiti e non in maniera generalizzata. Brunetta dall’altro lato, lo sfida a trovare i fondi necessari per attuarle e a renderle pubbliche e così via, in un coro unanime di contestazioni.

La recente storia fiscale degli ultimi governi da Berlusconi, a Monti, a Letta, ci ricorda che abbiamo già subito gli effetti della mancata “sterilizzazione” delle clausole di salvaguardia. Nell’ottobre 2013, infatti, l’aliquota ordinaria dell’Iva è salita dal 21 al 22%, con un aumento del carico fiscale per gli italiani di 4 miliardi di euro. Quindi se tanto mi da tanto, assisteremo all’ennesimo “Bluff”. Ormai da vent’anni a questa parte, le tasse saranno abbassate sempre dal prossimo anno, il problema è riuscire a capire di quale anno stiamo parlando.

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