Ieri Verdini ha presentato il suo nuovo soggetto politico, si chiama Alleanza Liberalpopolare-Autonomie, cioè “Ala”. Sono in tutto 10, il numero minimo consentito al Senato per formare un gruppo . Per arrivare a questo risultato, Verdini ha raccattato di tutto, ma vediamo chi sono: Lucio Barani, presidente; Riccardo Mazzoni, vicepresidente vicario; Eva Longo, vicepresidente; Giuseppe Compagnone, tesoriere; Vincenzo D’Anna, portavoce; Ciro Falanga, segretario d’aula; Riccardo Conti, Pietro Langella e Antonio Scavone.
Il gruppo nasce con due obiettivi precisi, quello di condurre in porto le riforme costituzionali: – dice Verdini – “Il ddl Boschi va approvato così com’è e se non venisse approvato si rivà nel pantano”, e la modifica dell’Italicum: “così com’è va bene, perché contiene in sé una grande modernità”, tuttavia “può essere modificato una volta che sarà approvato il ddl Boschi”, a partire dal “premio alla lista da assegnare invece alla coalizione, perché c’è ora una incongruenza tra il premio di maggioranza alla lista e gli sbarramenti”.
L’intento è chiaro, bloccare la vittoria del M5S, che per loro ammissione non farà accordi con nessuno, quindi se il PD andasse da solo potrebbe perdere la partita, ma in coalizione con tutti e di più, avrebbe la strada spianata verso la vittoria.
Ma veniamo al gruppo, i nomi li avete letti, le facce è meglio non vederle, perché come in un museo delle cere, qualcuno potrebbe impressionarsi. Insieme questi “giovincelli” della politica fanno qualcosa come 800 anni. Ed ” il rottamatore ” ? che fine ha fatto ?

La Redazione di Fatti&Avvenimenti.