In Tunisia il Congresso Fijet sul turismo sostenibile: un modo di viaggiare nel rispetto dell’uomo e del pianeta

In Tunisia il Congresso Fijet sul turismo sostenibile: un modo di viaggiare nel rispetto dell’uomo e del pianeta

Dopo 27 anni dal primo memorabile congresso in Tunisia i giornalisti della Fijet dal 19 al 24 ottobre prossimi si ritroveranno nello stesso paese per focalizzare la tematica “turismo sostenibile” visitare e apprezzare nella circostanza le bellezze di questa stupenda citta’ del mediterraneo.

Delle visite sono in programma a Gammart- la Marsa, Yasmine Hammamet (Marina, Medina, Carthage), Nabeul, Kantaoui, Sousse, El Djen (grande anfiteatro romano dell’Africa), Sfax (seconda citta’ piu’ grande della Tunisia), Mahdia, Aghlabite, Monastir (il Ribat, la Marina ed il Mausoleo Habib Bourguiba), nonche’ incontri di delegazioni con i vari rappresentanti istituzionali.

La crisi economica mondiale, che ha toccato quasi tutti gli ambiti della nostra vita, sembra aver “graziato” il settore turistico internazionale.

Secondo quanto riportato dall’Organizzazione mondiale delle Nazioni Unite per il turismo, nel 2016 il giro d’affari internazionale e’ stato di 1.260 miliardi di dollari e il numero di viaggiatori ha quasi raggiunto il miliardo e 200 mila persone, poco più di un settimo degli abitanti del pianeta, toccasana per l’economia, a volte un problema per l’ambiente e il pianeta. L’attuale situazione può migliorare, basta iniziare a considerarla un’opportunita’ importante per cambiare abitudini e iniziare a viaggiare in modo più “leggero”. Quindi necessario potenziarlo per risparmiare la spesa ai villeggianti e, nel contempo, creare un reddito agli abitanti del luogo favorendo lo sviluppo della zona interessata..

Dobbiamo comprendere che e’ importante la presenza di strutture e servizi turistici realizzati in modo da non distruggere o penalizzare il panorama, il mare e l’ambiente, privilegiando l’alloggio dei villeggianti nell’entroterra distante dal mare almeno 2 km e lasciando la costa allo stato naturale.

Il turismo sostenibile per l’americana International Ecotourism Society e’ quella di “un viaggio responsabile nelle aree naturali che preserva l’ambiente e migliora il benessere delle popolazioni locali”. L’ecoturista e’ un viaggiatore che ama “Divertirsi, non distruggere“.

Gli ecoturisti italiani che dichiarano di praticare un turismo sostenibile e responsabile sono circa il 16 per cento – come si evince dal rapporto “Italiani, turismo sostenibile ed ecoturismo”, pubblicato da Ipr Marketing e Fondazione Univerde.

Piuttosto che ricercare costosi alloggi si possono affittare nell’entroterra case distanti pochi chilometri dal mare dove si trovano servizi urbani a cui si e’ abituati in citta’. Sicuramente e’ piacevole recarsi al mare in auto o in bicicletta senza avere il caotico traffico alla ricerca di una spiaggia libera, poco affollata e con una macchia mediterranea alle spalle. Altra alternativa potrebbe essere l’agriturismo o il campeggio localizzati poco distanti dalle spiagge. Una spiaggia pulita e protetta conviene a tutti essendo una fonte di reddito e un valore economico, distruggerle con le speculazioni o privatizzarle non avvantaggia nessuno.

Il turismo sostenibile non va contro l’attività edilizia. Con il turismo sostenibile e la crescita della ricchezza distribuita tra le popolazioni residenti aumenterebbe anche la richiesta di nuove costruzioni per migliorare le strutture dell’entroterra senza il rischio di distruggere la bellezza delle coste da cui dipende l’afflusso turistico nella zona.

Inutile e dannoso e’ costruire sulle spiagge o nelle vicinanze mettendo a rischio l’afflusso turistico dell’intera area. Oggi una spiaggia ancora allo stato naturale vale oro ed e’ fonte di reddito per tutta la comunità locale. Da non dimenticare che qualsiasi opera abusiva in cemento che non rispetti la legge danneggia tutta la collettivita’. Quindi denunciare gli abusi edilizi sulle coste e’ interesse di tutti i cittadini, per evitare in estate di prendere l’aereo per farsi un bagno a mare. Spiagge ancora allo stato naturale in Italia ne troviamo tante, in particolare nel meridione e sono da proteggere e custodire meglio.

Secondo l’Environmental performance index (Epi) sono i piu’ rispettosi dell’ambiente sui 180 presi in esame nel 2016 solo 10; nell’ordine, Finlandia, Islanda, Svezia, Danimarca, Slovenia, Spagna, Portogallo, Estonia, Malta e Francia (l’Italia si trova 29esima).
Per chi ama invece il turismo metropolitano, secondo il Sustainable cities index la citta’ più eco del mondo e’ Francoforte, seguita da Londra, Copenhagen, Amsterdam, Rotterdam, Berlino, Seoul, Hong Kong, Madrid e Singapore.

Infine, essere turisti responsabili negli oltre mille siti Unesco patrimonio dell’umanita’ (solo l’Italia ne ha 51) ha particolarmente senso: un approccio sostenibile aiuterebbe a conservarli, specialmente quelli che secondo l’ente delle Nazioni Unite sono a rischio sparizione.

Restando in Italia, non sottovalutiamo per esempio l’enorme potenziale dei cammini “nostrani”, come la via Francigena, la via di San Francesco o di San Benedetto: le persone che scelgono questo tipo di viaggio, che è spirituale e culturale insieme, sono sempre di più.

Fare ecoturismo nei grandi parchi e nelle aree verdi e’ relativamente facile. Si possono organizzare vacanze sostenibili e responsabili nelle citta’ e nelle mete piu’ gettonate del mondo.

A Cuba non si viene “solo” per toccare con mano la storia di una rivoluzione, ma anche per gustare prodotti tipici locali bio, come il miele. Cuba che per anni non si e’ potuta permettere i pesticidi, ha un ambiente naturale che favorisce le api: qui la moria del prezioso insetto non si e’ mai verificata, anzi. Le api godono di ottima salute, tanto che la produzione di miele e’ diventata un’esportazione chiave del paese.

Nella Grande Mela non mancano certo i viaggiatori. L’offerta della citta’ e’ così vasta, che la risposta non puo’ essere che affermativa. Secondo alcuni, e’ anche possibile calibrare un itinerario sostenibile ad hoc per i piu’ piccoli. Da luglio 2015 New York si e’ inoltre attrezzata per ridurre l’impatto dei rifiuti “da strada” e ha bandito le stoviglie e i contenitori per cibi e bevande in polistirolo, ammettendo solo quelli in bioplastica.
Il mezzo di trasporto “giusto” è fondamentale: come conferma anche l’Enea, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, quello piu’ ecologico per i lunghi viaggi e’ il treno. Vi sono tuttavia diverse compagnie aeree che propongono la compensazione del volo applicando una piccola maggiorazione sul prezzo del biglietto. Una volta arrivati a destinazione ci si potra’ spostare con i mezzi pubblici, in bici o… a piedi!

L’Unione internazionale per la conservazione della natura, con un decalogo pubblicato nel 2011 ci suggerisce come visitare aree ad alto valore naturalistico o culturale; portare bagagli piu’ leggeri; studiare i percorsi; adattarsi alla cultura locale; scegliere hotel ecosostenibili; valutare treni e pullman come alternative all’aereo; preferire cibi locali; evitare l’acquisto di souvenir realizzati con elementi naturali da piante o specie in via d’estinzione; disturbare gli animali il meno possibile quando si scattano foto in zone incontaminate;mantenere i contatti, una volta tornati a casa, con le associazioni ambientaliste locali.

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Giacomo Glaviano

Pubblicato da Giacomo Glaviano

GIACOMO GLAVIANO nato a Sciacca (Agrigento) il 30.08.1940, giornalista dal 27.04.1978 - Presidente nazionale FIJET ITALIA . CORRISPONDENTE - COLLABORATORE di Quotidiani, Periodici, Agenzie Stampa nazionali e internazionali: On the road Milano, Quotidiano di Sicilia, Italia Turismo, L’Amico del Popolo, Controvoce, Sicilia in Tavola,Civiltà della Tavola, Panorama Travel, Siciliatravel, Sicilia Tempo, Immagine Sicilia, Touristica, Travelnostop, Il Corriere di Tunisi, Vue Touristique, Hebdo Touristique, Agi, Infotur, Italpress.