Italiani popolo di nottambuli: sono ben pochi infatti quelli che si concedono le otto ore considerate il giusto riposo e negli ultimi 30 anni, in media, hanno perso due ore di sonno per notte
Trent’anni fa infatti gli adolescenti dormivano 9 ore e mezza per notte rispetto alle 7 e tre quarti di oggi, mentre per gli adulti negli ultimi 10 anni si è passati dalle 7 ore e mezza alle 6 e mezza. Ma quale sono le conseguenze di una carenza di sonno? E dopo quanto tempo iniziano ad essere percepibili?
In realtà basta una sola notte insonne per avere le conseguenze di seguito elencate.
Aumenta il senso di fame e la propensione a mangiare di più.
Diversi studi hanno trovato dei nessi fra la mancanza di sonno e la propensione a scegliere porzioni di cibo più grandi, alimenti a maggior contenuto calorico e con più carboidrati ed in generale ad optare, durante la spesa, per scelte meno salutari.
Aumento di peso
Indipendentemente da quanto cibo si assume secondo Jonathan Cedernaes, dell’università di Uppsala, dopo una notte di veglia si hanno segni di danno alle proteine muscolari mentre nel tessuto adiposo si registra un aumento dei livelli di proteine e metaboliti coinvolti nel processo di accumulo dei grassi. Inoltre la notte insonne cambia, in senso peggiorativo, l’espressione di diversi geni associati a obesità e diabete 2.
Aumento dei rischi di incidente.
Dormire 6 ore o meno triplica il rischio di incidenti collegati alla mancanza di concentrazione, secondo la National Sleep Foundation’s Drowsy Driving. Secondo una ricerca della Manchester Metropolitan University, una sola notte di sonno carente può influire sulla capacità di coordinazione del guidatore. La mancanza di sonno rende in generale più goffi, al volante come in altre situazioni, secondo Prevention.
L’aspetto fisico ne risente.
Il cosiddetto “sonno di bellezza” esiste davvero. Un piccolo studio pubblicato l’anno scorso da SLEEP ha rivelato che chi aveva dormito poco veniva giudicato meno attraente e apparentemente più triste. Un altro studio del Medical Institutet di Stoccolma, in Svezia, ha rivelato che i soggetti stanchi vengono approcciati con più diffidenza. E il problema peggiora nel tempo: la mancanza di sonno è stata collegata anche all’invecchiamento della pelle.
Più possibilità di ammalarsi d’influenza.
Un buon sonno è un un must per un sistema immunitario in salute. Infatti secondo uno studio della Carnegie Mellon University dormire meno di sette ore triplica il rischio di ammalarsi d’influenza.
Perdita del tessuto cerebrale.
Un piccolo studio effettuato di recente su 15 soggetti, pubblicato sul giornale SLEEP ha rivelato che una sola notte di sonno carente si può collegare all’evidenza di perdite del tessuto cerebrale, come prova la misurazione dei livelli nel sangue di due molecole che solitamente aumentano in caso di danno cerebrale.
Reazioni emozionali incongrue.
Uno studio del 2007 di alcuni ricercatori della University of California, Berkeley e Harvard Medical School ha utilizzato la risonanza magnetica per mostrare che, in caso di carenza di sonno, i centri emotivi del cervello aumentano la reattività del 60%. “E’ come se, un minor sonno facesse tornare il cervello ad uno stadio primitivo in cui non è in grado di mettere le esperienze emotive nel giusto contesto e produrre risposte sensate e controllate”, spiega Matthew Walker, direttore del UC Berkeley’s Sleep and Neuroimaging Laboratory.
Minore concentrazione e problemi di memoria.
Essere assonnati ed esausti provoca un notevole calo di concentrazione e della memoria. Secondo Harvard poi, il sonno ha un ruolo nel consolidamento della memoria: diminuirlo può rendere più difficile l’apprendimento e la conservazione di ciò che si è imparato.
Dormire il giusto quantitativo di ore ogni notte, quindi, non solo ricarica le energie per affrontare al meglio la giornata successiva, sia essa scolastica, lavorativa o impiegata in qualunque altra attività, ma rappresenta un vero e proprio elisir di lunga vita
Salute & Benessere è una rubrica medica a cura del dott. Accursio Miraglia.
Accursio Miraglia, nato a Sciacca il 27-12-68
Nel 1994 Laurea con Lode in Medicina e Chirurgia, Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma – Policlinico Gemelli)
Nel 1998 Specializzazione con Lode in Medicina Fisica e Riabilitativa (Fisiatria), Università di Tor Vergata (Roma)
Dal 1998 al 2006 partecipa a numerosi corsi di aggiornamento organizzati dall’Accademi Italiana di Medicina Manuale
Dal 1998 al 1999 Assistente medico, responsabile area riabilitativa Casa di cura “Villa Fulvia”, Roma
Dal 1999 ad oggi Direttore Sanitario del Centro di Educazione Psicomotoria s.r.l, centro di fisioterapia accreditato presso il SSN
Dal 2009 è consulente tecnico d’ufficio presso il Tribunale di Sciacca e gli uffici del Giudice di pace di Sciacca, Menfi e Ribera.
Dall’anno accademico 2014-2015, professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Roma “Tor Vergata”.
Dal 2015 ricopre il ruolo di docente presso il “Corso-Teorico pratico di Medicina Manuale” organizzato dalla SIMFER (Società Italiana di medicina Fisica e Riabilitativa) con la collaborazione Società Italiana di Medicina Vertebrale (MEDVERT) e le Università “la Sapienza” e Tor Vergata” di Roma.