Salute & Benessere. Cifosi: è allarme uso tablet e smartphone

Salute & Benessere. Cifosi: è allarme uso tablet e smartphone

Con il termine di cifosi si indica nel linguaggio comune un’accentuazione patologica della curva a convessità posteriore che caratterizza la colonna vertebrale nella sua sezione toracica

In realtà il termine medico cifosi ha un significato diverso, ed indica la curva fisiologica a concavità anteriore e convessità posteriore, che si sviluppa sul piano sagittale, formata dalle vertebre toraciche. Tuttavia il suo utilizzo con un’accezione patologica è così diffuso da aver ormai sostituito terminologie più precise, come cifosi patologica o ipercifosi.

L’ipercifosi può insorgere per varie ragioni: a causa di una cattiva postura, per effetto di una condizione morbosa che altera la morfologia dei corpi vertebrali, a seguito dell’invecchiamento, per colpa di un’anomalia congenita.

Dall’inizio degli anni duemila ad oggi i casi di ipercifosi sono aumentati a dismisura fa gli alunni delle scuole medie inferiori, con un incremento pari al 700%.

Sono numeri tali da generare un vero e proprio allarme, lanciato dagli esperti della Società italiana di ortopedia e traumatologia (Siot) in occasione dell’incontro “Il futuro delle ossa si costruisce da bambini”, che si è svolto recentemente a Milano.

Sul banco degli imputati le posture scorrette, che possono degenerare con l’età, spesso associate all’eccessivo uso di dispositivi tecnologici: l’uso smodato di tablet, pc e smartphone, infatti, è ritenuto corresponsabile in moltissimi casi di ipercifosi.

“Una vera e propria bomba sociale quella della cifosi”, ha commentato Carlo Ruosi, professore di Ortopedia e Traumatologia Università Federico II di Napoli. “Il numero eccessivo di ore giornaliere che, fin dai 3-4 anni, i bambini trascorrono piegati in avanti sui ‘babysitter elettronici’ – continua – è causa di questo disturbo troppo spesso sottovalutato. Fondamentale, in questi casi, è una diagnosi precoce. Mentre in fase iniziale è possibile intervenire con rieducazione motoria e ginnastica appropriata, in fase avanzata è necessario far indossare al bambino il busto ortopedico. Nel caso in cui la diagnosi arrivi troppo tardi, poi, si deve ricorrere alla chirurgia”.

Ma perché l’utilizzo dei dispositivi elettronici può influenzare in modo così negativo la postura?

Il motivo è legato ad una semplice legge della fisica: la testa di un adulto pesa in media 5 chili ma quando è inclinata in avanti, proiettandosi all’esterno dell’ipotetico baricentro, come succede utilizzando il cellulare o il tablet, può arrivare a pesare sul nostro collo fino a 27 chilogrammi. Inoltre la postura tipica che si tiene in questi casi prevede la flessione anteriore delle spalle e della porzione superiore della colonna vertebrale. Questo spiega perché molti adolescenti possano manifestare questo innaturale inarcamento della schiena, con un’accentuazione della curva dorsale.

Ma a tutto c’è una soluzione. A parte non abusare di dispositivi elettronici, perdendo di vista la realtà vissuta e la corretta postura, è sufficiente, per chi deve utilizzarli, magari per lavoro, adottare dei piccoli accorgimenti, utili per arginare questi effetti collaterali.

Utilissimo, ad esempio, è tenere spalle e testa all’indietro quando si guarda il cellulare, alzando di più le braccia e avvicinandolo al volto, fare del movimento ed un po’ di stretching ogni 30 minuti di lavoro e fissare, nella pausa, dei punti in lontananza, in modo da riposare anche i nostri occhi, stressati da ore intere trascorse a guardare oggetti posti a poco più di un palmo dal naso.

Salute & Benessere è un rubrica medica curata dal dott. Accursio Miraglia.

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Pubblicato da Accursio Miraglia

Accursio Miraglia, nato a Sciacca il 27-12-68 Nel 1994 Laurea con Lode in Medicina e Chirurgia, Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma – Policlinico Gemelli) Nel 1998 Specializzazione con Lode in Medicina Fisica e Riabilitativa (Fisiatria), Università di Tor Vergata (Roma) Dal 1998 al 2006 partecipa a numerosi corsi di aggiornamento organizzati dall’Accademi Italiana di Medicina Manuale Dal 1998 al 1999 Assistente medico, responsabile area riabilitativa Casa di cura "Villa Fulvia", Roma Dal 1999 ad oggi Direttore Sanitario del Centro di Educazione Psicomotoria s.r.l, centro di fisioterapia accreditato presso il SSN Dal 2009 è consulente tecnico d'ufficio presso il Tribunale di Sciacca e gli uffici del Giudice di pace di Sciacca, Menfi e Ribera. Dall’anno accademico 2014-2015, professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Dal 2015 ricopre il ruolo di docente presso il “Corso-Teorico pratico di Medicina Manuale” organizzato dalla SIMFER (Società Italiana di medicina Fisica e Riabilitativa) con la collaborazione Società Italiana di Medicina Vertebrale (MEDVERT) e le Università “la Sapienza” e Tor Vergata” di Roma.