Jobs Act: – 35,1% nei 4 mesi del 2016 crollano le assunzioni

Jobs Act: – 35,1% nei 4 mesi del 2016 crollano le assunzioni

Con la fine degli incentivi, crollano le assunzioni. L’osservatorio sul precariato dell’INPS, il 16 giugno, ha pubblicato i dati fino ad aprile 2016.

dati inps

La notizia è passata in sordina, tutti i media erano impegnati a seguire i dati delle elezioni amministrative, che hanno segnato la grande batosta del governo Renzi, che possiamo quindi considerare, anche figlia di questi dati.

L’Inps il 16 giugno scorso, ha diffuso i dati relativi all’andamento dei contratti stipulati nei primi quattro mesi dell’anno 2016. Onde evitare spiacevoli interpretazioni, vi riportiamo integralmente, ciò che l’Inps ha pubblicato, in questa pagina.

Osservatorio sul precariato: pubblicati i dati di aprile 2016 – Data pubblicazione: 16/06/2016.

Complessivamente le assunzioni, sempre riferite ai soli datori di lavoro privati, nel periodo gennaio-aprile 2016 sono risultate 1.608.000, con una riduzione di 242.000 unità rispetto al corrispondente periodo del 2015 (- 13,1%).

Questo rallentamento ha coinvolto essenzialmente i contratti a tempo indeterminato: meno 233.000, pari a meno 35,1% sul primo quadrimestre 2015. Il calo è da ricondurre al forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015, anno in cui le assunzioni potevano beneficiare dell’abbattimento integrale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un periodo di tre anni.

Per i contratti a tempo determinato, nel primo quadrimestre del 2016, si registrano 1.107.000 assunzioni, una dimensione analoga a quella degli anni precedenti (- 1,0% sul 2015 e – 0,1% sul 2014).

Le assunzioni con contratto di apprendistato sono state 69.000 (+ 4,4% sul 2015).

Le cessazioni complessivamente risultano diminuite dell’8,7%.”

Il quadro è chiaro, le assunzioni a tempo indeterminato crollano e aumentano i contratti di apprendistato, si è praticamente tornati esattamente al punto di partenza come nel gioco dell’oca, cioè a prima del Job Act, con l’unica differenza che si sono spesi fiumi di denaro pubblico in sgravi ed incentivi,  per non raggiungere nessuno obbiettivo.

Il dato che risulta più evidente è una sostanziale diminuzione dei nuovi contratti rispetto al precedente anno. Addirittura il 35,1% in meno rispetto al 2015. Il che conferma – senza possibilità di smentita – quello che molti osservatori “gufi”, tacciati di pessimismo cosmico, avevano pronosticato fin dall’emanazione del provvedimento.

Il dato non ci prende alla sprovvista, era del tutto evidente che in assenza della tanto strombazzata ripresa dell’economia, una volta finiti gli sgravi contributivi, le assunzioni sarebbero tornate a quelli dei tempi più bui, praticamente a quelli drammatici del 2012. questa nostra affermazione, è confermata dalla nuova ripresa del contratto di apprendistato, che era praticamente scomparso nel corso del 2015 e che ora registra un incremento deciso. Quindi, la scelta del contratto è legato solo al costo e non alla produttività.

Il futuro? Finiti gli incentivi, è finita la festa e i datori di lavoro, che guardano alla sostanza, ritornano a stipulare contratti a tempo determinato, perché il costo di separazione rimane comunque più basso. Il risultato sul piano pratico è, che il Jobs Act, non ha creato nuova occupazione, ma, ha posto le basi per un nuovo precariato.

 

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Debora Ranzetti

Pubblicato da Debora Ranzetti

Debora Ranzetti, romana, avvocato ma blogger per passione. Non ha partiti ne tessere, amante delle battaglie impossibili, il cui motto è: “non mi piego, ma a spezzarmi non ci penso nemmeno”. Scrive quello che pensa, senza filtri, ma sempre nel rispetto delle regole. Animalista, ambientalista, inquieta e sempre di corsa, ma pronta a fermarsi se qualcuno è in difficoltà.