Muos: anche la Cassazione conferma il sequestro del radar Usa

Muos: anche la  Cassazione conferma il sequestro del radar Usa

La cassazione rigetta il ricorso del ministero Difesa e conferma la tesi della Procura.

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La cassazione rigetta il ricorso del ministero Difesa e conferma la tesi della Procura.

Nonostante le “minacce” e neanche poco velate dell’ambasciatore americano in Italia che aveva rilasciato una dichiarazione infastidita sulla decisione della procura della Repubblica di Caltanissetta, che aveva posto i sigilli ed aveva ordinato il relativo sequestro dell’impianto Radar satellitare USA, la corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’avvocatura dello Stato per conto del ministero della Difesa.

Rimane pertanto vigente l’ordinanza emessa il 1 aprile del 2015 dal Gip di Caltagirone, confermata poi dal Tribunale per il Riesame di Catania, su richiesta del procuratore Giuseppe Verzera, che aveva bloccato la realizzazione dei lavori dell’impianto radar di Telecomunicazione. La Cassazione ha inoltre condannato il ministero della Difesa al pagamento della spese processuali.

Resta quindi sotto sequestro l’impianto di comunicazioni satellitare militare Usa “Muos” realizzato nella riserva del Sughereto di Niscemi (Caltanissetta). Ricordiamo che la motivazione, aldilà di qualsiasi protesta degli americani, che di fatto considerano l’Italia una loro colonia, trova riscontro nella legge. Infatti l’area sulla quale è stato edificato il sistema radar, è un sito protetto in cui vige l’ordinanza di “inedificabilità assoluta”, appare pertanto evidente a tutti – meno che agli americani – che nella fattispecie è stata violata la legge.

Esulta il M5S, i cui miltanti in Sicilia, sono sempre stati in prima linea insieme a i vari comitati e il senatore Vincenzo Santangelo, siciliano di nascita, ha commentato: “Il Muos è illegittimo. L’impianto satellitare previsto a Niscemi non può essere istallato su un territorio tutelato da vincoli ambientali, e la sentenza della Cassazione conferma ciò che diciamo da tempo: questo progetto non può andare avanti. Non solo per l’ambiente ma anche per la salute: non è stata accertata la sua pericolosità per la popolazione”.

Per il momento si registra una grande vittoria per la legalità, ma anche per la democrazia, ma siamo certi che gli “yenkee” non demorderanno, c’è in fatti pendente un altro ricorso presso il Tar di Catania… vedremo.

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Debora Ranzetti

Pubblicato da Debora Ranzetti

Debora Ranzetti, romana, avvocato ma blogger per passione. Non ha partiti ne tessere, amante delle battaglie impossibili, il cui motto è: “non mi piego, ma a spezzarmi non ci penso nemmeno”. Scrive quello che pensa, senza filtri, ma sempre nel rispetto delle regole. Animalista, ambientalista, inquieta e sempre di corsa, ma pronta a fermarsi se qualcuno è in difficoltà.