Spagna.Rajoy revoca l’autonomia alla Catalogna. Puigdemont: “Attentato alla democrazia”

Spagna.Rajoy revoca l’autonomia alla Catalogna. Puigdemont: “Attentato alla democrazia”

Ennesimo capitolo nella lunghissima vicenda legata all’indipendenza della Catalogna.

Interviene ancora una volta il re Felipe VI, che durante una cerimonia a Oviedo, alla presenza di moltissima autorità Ue, ha nuovamente difeso a spada tratta l’unità della nazione spagnola, accusando nettamente il presidente Puigdemont. Il sovrano ha affermato che: “la Catalogna sarà sempre parte essenziale della Spagna del XXI secolo” spezzando ancora una volta le speranze di tutti gli indipendentisti della regione. Non è mancato nel suo discorso una nuova netta accusa alle autorità catalane, in quanto ha definito “inaccettabile il tentativo di secessione di una parte del suo territorio”.

Nel frattempo, la situazione generale scorre via tra incertezze, continui proclami e accuse da entrambi i fronti, mentre cresce la paura nella popolazione per una vicenda diventata totalmente imprevedibile. Continua anche la fuga di banche e aziende dalla regione catalana, il che porterà a pesanti ripercussioni finanziarie future. Calato anche il flusso di turisti stranieri nella zona. Nella giornata di ieri, il premier Rajoy ha convocato il Consiglio dei Ministri Straordinario per approvare le misure necessarie all’applicazione dell’art. 155 della Costituzione spagnola (la prima volta in 39 anni), che porterà a un graduale commissariamento della regione. Tale articolo prevede la facoltà per il Governo Centrale di revocare in tutto o in parte l’autonomia di una regione, se venga messa a rischio l’unità nazionale del paese. Previsto anche lo scioglimento del Parlamento catalano, e il rinvio all’inizio del prossimo anno per nuove elezioni. Diverse infrastrutture catalane potrebbero inoltre finire nel mirino dei provvedimenti di Rajoy, tra cui diversi ministeri, che verrebbero tutti commissariati. Sotto il comando dello Stato Centrale spagnolo potrebbe passare anche il corpo dei Mossos, come anche tutti i mass media locali, canali televisivi e quotidiani.

“Non si vuole sospendere l’autonomia della regione, si vogliono destituire le persone che hanno posto questo autogoverno fuori dalla legge” ha dichiarato il premier Rajoy nelle ultime ore. Negli scorsi giorni, fonti del governo spagnolo avevano definito una “non risposta” la lettera di Puigdemont, che reclamava la fine della repressione da parte di Madrid, e l’inizio di un vero dialogo tra le parti per uscire dalla crisi. Attesa probabilmente per venerdì la presentazione al Senato della proposta di revoca dell’autonomia catalana, dove passerà quasi sicuramente (il partito di Rajoy rappresenta i quasi 2/3 dei membri totali del Senato)

Milleduecento circa le aziende che hanno già abbandonato la regione. Tra di loro anche il notissimo Grupo Planeta, gigante dell’editoria, il pastificio Gallo, molto rinomato, e l’importante azienda vinicola Cordoniu. Indiscrezioni di stampa riferiscono di pressioni sulla Seat da parte del governo spagnolo per convincerla a ritirare i propri uffici dalla Catalogna.

Non si placano tuttora neanche le proteste per l’arresto alcuni giorni fa dei due leader indipendentisti Jordi Sanchez e Jordi Cuixart. Ieri pomeriggio una enorme manifestazione ha preso vita a Barcellona. Circa 450.000 mila persone hanno vivacemente protestato contro le mosse messe in atto dal Governo spagnolo, reclamando a gran forza l’indipendenza, e chiedendo anche la liberazione dei due leader politici arrestati. Il presidente Puigdemont ha partecipato a tale corteo, capeggiando per tutto il tempo disponibile tale fiume umano di manifestanti; in serata, in diretta tv, ha rilasciato al popolo catalano le sue bollenti dichiarazioni:

“E’ il peggior attacco alla Catalogna dalla fine della dittatura di Francisco Franco” ha subito dichiarato, aggiungendo che “Non accetteremo l’umiliazione di Madrid”. Il Presidente ha parlato chiaramente durante il suo discorso di un “attentato alla democrazia”. Gli ha fatto subito eco il deputato Josep Lluis Cleries del partito Pdecat, che ha rincarato la dose, definendo quello in corso come un “colpo di stato contro la Catalogna”, oltre a definire come “misure che sanno di franchismo” le mosse intraprese dal governo di Rajoy.

Convocata per venerdì una seduta straordinaria del Parlamento catalano, in cui verranno decisi i provvedimenti da attuare in risposta all’applicazione dell’art.155 da parte dello Stato Centrale spagnolo. La Procura spagnola nel frattempo valuta anche l’incriminazione di Puigdemont per incitamento alla ribellione. Per lui significherebbe una condanna a circa trenta anni di reclusione.

Non si placano le polemiche, resta altissima la tensione. La Spagna continua a essere un autentico inferno.

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