Salute & Benessere. Denti da latte? Conservateli per le staminali

Salute & Benessere. Denti da latte? Conservateli per le staminali

Le cellule staminali dei dentini da latte possano aiutare a riparare un dente permanente compromesso?

Da qualche tempo stanno circolando, soprattutto negli Stati Uniti, diversi post sui social network che suggeriscono ai genitori di raccogliere e conservare i denti da latte dei bambini nel momento in cui cadono.

Il motivo? La loro potenziale utilità nei trattamenti medici di cui,da adulto, il bambino potrebbe necessitare. Sembra, infatti, che le cellule staminali dei dentini da latte possano aiutare a riparare un dente permanente compromesso da cadute o traumi.

La tesi è sostenuta da una sperimentazione clinica effettuata dalla University of Pennsylvania e dalla Università di Xi’an, in Cina, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Science Translational Medicine.

Il trial ha coinvolto 40 bambini a dentizione mista (che hanno ancora denti da latte e già alcuni denti nuovi) reduci da una lesione ai denti permanenti. Tra cadute e traumi da impatto, quasi la metà dei bambini subisce una lesione ai denti: se l’impatto colpisce un dente permanente spuntato da poco (dopo la caduta del dente da latte corrispondente) e non completamente cresciuto, può succedere che la polpa del dente vada in necrosi, portando sostanzialmente alla morte del dente e al rischio che lo sviluppo della radice ne venga compromesso.

“Se nei bambini una caduta porta a una frattura – spiega all’ANSA Cristiano Tomasi, Associato presso il dipartimento di Parodontologia all’Università di Göteborg (Svezia) e membro della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIDP) – può succedere che il nervo del dente resti in parte esposto. In questo caso la polpa esposta può portare a infezioni che possono richiedere la devitalizzazione del dente. Per evitarlo si cerca di riparare il dente mantenendo la polpa vitale con un “incappucciamento della polpa”, se possibile, o riempiendo la cavità con un materiale artificiale che induca la formazione della dentina (il materiale duro sotto lo smalto) con un processo detto apecificazione”.

Tuttavia tali trattamenti non sempre portano ad una guarigione ottimale, sia del dente sia della radice.

Il lavoro cui prima si è fatto riferimento prende le mosse dalla scoperta che i denti da latte contengono staminali: da qui l’idea di usarle per curare denti permanenti. Gli esperti hanno isolato le staminali dai denti da latte di metà del campione di bimbi e le hanno fatte moltiplicare in provetta per poi impiantarle nel dente lesionato di ciascun bambino. Il ricorso a cellule staminale autologhe è dovuto alla necessità di evitare reazioni di rigetto.

Dopo un periodo di follow up durato dai 2 ai 3 anni, gli esperti hanno potuto apprezzare come il dente “riparato” con le staminali sia cresciuto meglio e la radice si sia sviluppata in modo più fisiologico rispetto a quanto avvenuto con i trattamenti convenzionali, cui sono stati sottoposti i denti “controllo”.

Le immagini radiografiche tridimensionali hanno confermato che le staminali hanno favorito la formazione di nuova dentina, di nuova radice e il mantenimento di una polpa vitale, come confermato da test di vitalità.

Secondo il Prof. Tomasi la tecnica è promettente, perché l’idea è quella di rigenerare la polpa del dente e consentire, quindi, di mantenerlo vitale.

Il prossimo obiettivo degli scienziati è quello di provare ad usare le staminali dei denti da latte anche nella ricostruzione di denti di pazienti adulti.

Salute & Benessere è una rubrica medica a cura del dott. Accursio Miraglia.

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Pubblicato da Accursio Miraglia

Accursio Miraglia, nato a Sciacca il 27-12-68 Nel 1994 Laurea con Lode in Medicina e Chirurgia, Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma – Policlinico Gemelli) Nel 1998 Specializzazione con Lode in Medicina Fisica e Riabilitativa (Fisiatria), Università di Tor Vergata (Roma) Dal 1998 al 2006 partecipa a numerosi corsi di aggiornamento organizzati dall’Accademi Italiana di Medicina Manuale Dal 1998 al 1999 Assistente medico, responsabile area riabilitativa Casa di cura "Villa Fulvia", Roma Dal 1999 ad oggi Direttore Sanitario del Centro di Educazione Psicomotoria s.r.l, centro di fisioterapia accreditato presso il SSN Dal 2009 è consulente tecnico d'ufficio presso il Tribunale di Sciacca e gli uffici del Giudice di pace di Sciacca, Menfi e Ribera. Dall’anno accademico 2014-2015, professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Dal 2015 ricopre il ruolo di docente presso il “Corso-Teorico pratico di Medicina Manuale” organizzato dalla SIMFER (Società Italiana di medicina Fisica e Riabilitativa) con la collaborazione Società Italiana di Medicina Vertebrale (MEDVERT) e le Università “la Sapienza” e Tor Vergata” di Roma.