Grasso: al posto di Crocetta? No! Meglio Al Quirinale!

Grasso: al posto di Crocetta? No! Meglio Al Quirinale!

La fregola che sembra aver preso Grasso di assicurarsi una “conveniente” ricollocazione politico-istituzionale alla fine della legislatura non so se sia più fastidiosa o divertente, tanto è manifesta e senza pudore.

Ma è anche utile, perché, per quanto di indiscutibile esagerazione, consente di analizzare il succo delle velleità (e non solo delle velleità) serpeggianti tra i magistrati rispetto alla conclusione politica delle loro carriere. Velleità che tendono a crescere verso l’alto.

Grasso, è bene sempre ricordarlo, è il magistrato che, trasmigrato in politica con intenzioni di non farvi solo una rapida esperienza, è riuscito a farsi “paracadutare” alla prima botta ad occupare la Seconda Carica dello Stato. Presidente del Senato, quando Renzi diede mano alla sua sciagurata riforma costituzionale che ridicolizzava il Senato, anziché far sentire un qualche sussurro in difesa della dignità dell’Istituzione da lui presieduta, non solo tacque, ma si dimostrò zelante esecutore dei voleri del Capetto facilitandone l’iter parlamentare.

La politica, con la p minuscola prima del senso delle Istituzioni, con una I maiuscola si manifesta in certe circostanze.

Ma non sarebbe stata una “promozione” la carica di Governatore della Sicilia, successore di Crocetta e, pertanto, nella condizione di non figurare male al paragone, dato che a Crocetta difficilmente potrebbe essere negata la qualifica di “peggior Presidente della Regione Siciliana”. Carica a lui offerta dal P.D.

Ma nella visione politica di Grasso non è il primato o, comunque una qualche valutazione qualitativa che conta. Apoteosi mediatiche possono sempre attenersi facilmente, sapendo come fare per procurarsele.

Ma Grasso non è uomo da concepire e praticare il “meglio un uovo oggi che una gallina domani”. Le circostanze e la stoltezza degli altri gli hanno insegnato che è meglio correre dietro alla gallina. E, poi andare a fare l’erede di Crocetta non sarebbe che andarsi a cercare l’uovo marcio e manco facilmente afferrabile. Che, se la cosiddetta Sinistra avesse speranze plausibili di riconquistare la Regione, Crocetta non avrebbe certamente e facilmente mostrato di gradire quel successore.

Giorni fa Grasso si lasciò sfuggire qualcosa delle sue facili “speranze” relative, nientemeno, ad una sua “promozione” al Quirinale. Ecco, dunque la gallina cui corre dietro il magistrato-politico meglio piazzato d’Italia. Una gallina che, Costituzione e buona salute di Mattarella in combinazione tra loro, rendono ancora lontana nel tempo in cui poterla acchiappare, oltre che, come sempre è stato nella storia della Repubblica, piuttosto sfuggente ed aleatoria.

Mi sorge il dubbio (a pensar male…diceva Andreotti, spesso ci si indovina, anche se si fa peccato) che qualcuno, non difficile ad ipotizzare, gli abbia fatto balenare quella “collocazione”, per assicurarsene il silenzio connivente (e non solo) quando Grasso lasciò fare Boschi e Renzi che tentavano di sfasciargli la poltrona su cui è così autorevolmente e comodamente seduto. Se così è, bisogna dire che, oltre che assai speranzoso, Grasso è anche un po’ ingenuo.

Va a vedere dove si nasconde l’ingenuità.

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Mauro Mellini

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Mauro Mellini

Pubblicato da Mauro Mellini

Eletto deputato nel 1976, ha combattuto le più note battaglie radicali per poi allontanarsi dal partito alla fine degli anni ottanta in concomitanza con la scelta del Partito Radicale di trasformarsi in soggetto transnazionale e di non partecipare più a competizioni elettorali italiane. Successivamente ha ricoperto il ruolo di componente del Consiglio Superiore della Magistratura. Editorialista e saggista, è autore di numerosi scritti, in cui con vena polemica indaga sulle storture della legge. Il suo testo più noto è Così annulla la Sacra Rota (Samonà & Savelli), che contribuì fortemente all'approvazione della legge sul divorzio. Nel 2006 ha fondato insieme ad Alessio Di Carlo il periodico on line GiustiziaGiusta, dedicato ai temi della giustizia in chiave garantista. È stato ed è uno dei primi e più strenui difensori del garantismo, a partire dal celebre caso Enzo Tortora.