Salute & Benessere. 70 anni e un cuore da ragazzo: ecco alcuni consigli

Salute & Benessere. 70 anni e un cuore da ragazzo: ecco alcuni consigli

Non sono tanto i fattori genetici a determinare l’invecchiamento del sistema cardiovascolare, quanto alcune le abitudini di vita

Questo significa che, volendo, si può superare i 70 anni e avere un cuore da trentenni, se solo ci si impegna e si è disposti a fare qualche sacrificio.

È il messaggio che emerge da una recente ricerca apparsa sulla rivista dell’American Heart Association Hypertension che, dati alla mano, fa riferimento a sette regole d’oro da seguire per mantenere un sistema vascolare giovane e sano anche in età avanzata.

Nulla di particolarmente innovativo, anzi si tratta di regole che tutti conosciamo: mantenere la pressione sanguigna nella norma, mantenere il colesterolo basso, mantenere bassa la glicemia, mangiare sano, perdere peso, mantenersi fisicamente attivi e smettere di fumare.

Regole che, come detto, tutti conosciamo ma che fatichiamo a mettere in pratica, continuando a seguire uno stile di vita, quello occidentale, che condanna ad un invecchiamento precoce il nostro cuore.

La ricerca dell’American Heart Association Hypertension, infatti, ha evidenziato un quadro preoccupante: su oltre 3 mila adulti over 50 in buone condizioni di salute presi in esame, soltanto il 30% dei partecipanti di età compresa tra i 50 e i 60 anni dimostrava avere un sistema cardiovascolare realmente «giovane» e paragonabile a quello di una persona di 30 anni o meno. Questa percentuale si riduceva all’1% nelle persone al di sopra dei 70 anni.

«La cultura occidentale che include una dieta poco sana e uno stile di vita sedentario rappresenta un ostacolo al mantenimento di vasi sanguigni sani» è il commento dell’autore dello studio Teemu Niiranen della Boston University School of Medicine.

Anche il ricercatore sottolinea come i fattori che più incidono sulla «vecchiaia» vascolare sono il mantenimento del peso forma, il ridotto indice di massa corporea, l’assenza di diabete e di ipercolesterolemia.

Secondo i risultati dello studio, quindi, le raccomandazioni da seguire per mantenere un cuore giovane si sposano perfettamente con le 7 regole dell’American Heart Association.

Sposare 6 di queste 7 regole – secondo gli esperti statunitensi – significa avere una probabilità 10 volte maggiore di avere un cuore giovane rispetto a una persona che non segue nessuno di questi consigli. «Sfortunatamente, non esiste ancora una pillola magica che consenta di ottenere un sano invecchiamento vascolare. Seguire alla lettera queste regole accresce la probabilità di mantenere in salute i vasi sanguigni anche con il sopraggiungere dell’età avanzata» ha spiegato ancora Niiranen.

E avere vasi sanguigni giovani significa vivere meglio e più a lungo, abbattendo del 55% il rischio di infarti e ictus a ogni età.

 

Salute & Benessere è una rubrica medica a cura del dott. Accursio Miraglia.

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Pubblicato da Accursio Miraglia

Accursio Miraglia, nato a Sciacca il 27-12-68 Nel 1994 Laurea con Lode in Medicina e Chirurgia, Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma – Policlinico Gemelli) Nel 1998 Specializzazione con Lode in Medicina Fisica e Riabilitativa (Fisiatria), Università di Tor Vergata (Roma) Dal 1998 al 2006 partecipa a numerosi corsi di aggiornamento organizzati dall’Accademi Italiana di Medicina Manuale Dal 1998 al 1999 Assistente medico, responsabile area riabilitativa Casa di cura "Villa Fulvia", Roma Dal 1999 ad oggi Direttore Sanitario del Centro di Educazione Psicomotoria s.r.l, centro di fisioterapia accreditato presso il SSN Dal 2009 è consulente tecnico d'ufficio presso il Tribunale di Sciacca e gli uffici del Giudice di pace di Sciacca, Menfi e Ribera. Dall’anno accademico 2014-2015, professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Dal 2015 ricopre il ruolo di docente presso il “Corso-Teorico pratico di Medicina Manuale” organizzato dalla SIMFER (Società Italiana di medicina Fisica e Riabilitativa) con la collaborazione Società Italiana di Medicina Vertebrale (MEDVERT) e le Università “la Sapienza” e Tor Vergata” di Roma.