La nuova maggioranza di Renzi: tutti sul carro del vincitore

La nuova maggioranza di Renzi: tutti sul carro del vincitore

Tutti sul carro del vincitore. Nulla di nuovo, in Italia è da sempre lo sport più praticato.

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Tutti sul carro del vincitore.

Ma adesso sono in troppi e molti rischiano di restare appiedati, ci vuole qualcosa di più grande, di mastodontico per contenere tutti i transfughi che stanno “soccorrendo” Renzi ma sopratutto se stessi: il “Partito della Nazione”.

Ormai il governo Renzi sembra uno di quei bus messicani o indiani carichi fino all’inverosimile con decine di persone aggrappate all’esterno e sopra il tetto nel disperato tentativo di non cadere e di restare aggrappati al mezzo che li porta alla meta.

Ed intanto il premier “gongola” e negando spudoratamente ogni conflitto d’interessi, supera il voto in Senato sulla sfiducia al ministro Boschi a larghissima maggioranza. I renziani precisano che “i verdiniani non sono stati determinanti”. È una mezza verità, se si guardano solo i numeri è vero, ma l’azione politica è diversa. Il “combinato” – termine preso in prestito dalle pratiche legali – tra gli ex leghisti di Flavio Tosi, con il gruppo “ALA” di Denis Verdini e la sua pattuglia, con l’aggiunta dei voti di Bencini e Romani, dei due ex 5 stelle che ora rappresentano l’Idv e quelli di Davico e Naccarato di Gal, ridisegnano un quadro che ora appare più nitido.

Tutti insieme appassionatamente “combinati”, sono stati determinanti nel raggiungimento della maggioranza che sulle mozioni di sfiducia votate anche dal Senato sul caso Boschi, era a quota 161. Soglia brillantemente superata, la maggioranza si è infatti assestata a quota 178 no sulla mozione presentata da Forza Italia e a 176 sulla mozione 5 stelle. Quindi rispetto ai 169 voti con cui è nata, è cresciuta di molto .

Su Verdini c’è poco da aggiungere, ormai il suo “amore” per Renzi è storia pubblica, delle “pecore disperse” di ex 5S e transfughi vari, non vale neanche la pena di commentarli: è solo gente che cerca di restare seduto sulla poltrona.

Un discorso a parte merita invece l’ex leghista Flavio Tosi, che dichiara: “Con Renzi abbiamo un rapporto amichevole, ci conosciamo da quando eravamo entrambi sindaco”, quindi secondo lui qui non siamo neanche nel campo del trasformismo, ma dell’amicizia pura.

Poi rafforza il concetto con un altra frase ad effetto: “siamo della stessa generazione e abbiamo un approccio pratico ai problemi, quindi è chiaro che lui guardi con interesse il fatto che noi siamo liberi, dato che non siamo schierati da una parte né dall’altra”.

C’è da dire che Tosi si differenzia da Verdini – almeno al momento – su un aspetto non di poco conto: non ha ricevuto vicepresidenti di commissioni normalmente destinate alla maggioranza e si è detto pronto a votare con il Pd anche sulla legge Cirinnà, a patto che venga tolta la “stepchildadoption”. Ha infatti aggiunto: “se resta il nostro voto non ci sarà mai”.

Ciò che salta evidente agli occhi è la grande “precarietà” di questi politici per caso. Si! sono dei precari al pari di un insegnante o di un qualsiasi lavoratore e come loro, pur di mantenere almeno fino alla fine della legislatura il loro stipendio, sonno disposti a tutto, anche a distruggere la Carta Costituzionale e quindi il futuro dei loro figli.

Torna inesorabilmente in mente il discorso di Oliver Cromwell pronunciato il 20 aprile 1653 sciogliendo il parlamento inglese: “in nome di Dio andatevene”…

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Debora Ranzetti

Pubblicato da Debora Ranzetti

Debora Ranzetti, romana, avvocato ma blogger per passione. Non ha partiti ne tessere, amante delle battaglie impossibili, il cui motto è: “non mi piego, ma a spezzarmi non ci penso nemmeno”. Scrive quello che pensa, senza filtri, ma sempre nel rispetto delle regole. Animalista, ambientalista, inquieta e sempre di corsa, ma pronta a fermarsi se qualcuno è in difficoltà.