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Salute & Benessere. Digrignare i denti fino a consumarli: il bruxismo


Il bruxismo è la tendenza di un soggetto a serrare o digrignare i denti senza esserne consapevole, con conseguente contatto forzato tra le superfici dei denti

Si tratta di un movimento che non ha alcuno scopo funzionale ed è inutile o, a seconda dei casi, dannoso.
In riferimento al tipo di movimento (serramento o digrignamento) si distingue fra bruxismo statico (cleanching, il soggetto serra i denti) oppure dinamico (grinding, il soggetto digrigna).

Il fenomeno può verificarsi anche di giorno, ma è soprattutto quando un soggetto dorme che si verificano con maggiore frequenza gli episodi bruxismo, tanto che alcuni considerano il bruxismo come un disturbo del sonno al pari del russare.

Le cause del disturbo non sono note ma si ritiene che entrino in gioco diversi fattori, legati all’apparato stomatognatico (alterazioni alla struttura dei denti e anche processi di tipo irritativo come, per esempio, le gengiviti), all’uso di farmaci (antidepressivi, antipsicotici), generali (carenze nutrizionali, alterazioni ormonali, allergie), psicologici (ansia, stress).

Il principale e più visibile effetto dell’attività digrignatoria prodotta dai muscoli è l’usura dentale. Può essere generale, di una parte della bocca, o limitata a uno o due denti, a secondo della zona di contatto. L’usura dentale può comportare problemi alla vitalità dei denti, fino alla necrosi della polpa, fratture e alterata sensibilità agli stimoli termici.

Il trauma meccanico indotto dall’attività muscolare può poi portare ad aggravare i danni gengivali causati dal tartaro e dalla placca dentale.

Inoltre le forze eccessive che si scatenano durante il bruxismo, in caso di concomitante appoggio dentale non corretto (malocclusione) può portare alla mobilità di uno o più denti. Questo provocherà inevitabilmente un aggravamento della malocclusione, e il bruxismo, che ovviamente nel frattempo non sarà migliorato, instaurerà un circolo vizioso che porterà ad una precoce generalizzata distruzione dell’apparato orale.

Un’altra conseguenza è la disfunzione dell’articolazione temporo-mandibolare, sottoposta ad un carico di lavoro eccessivo e non ben distribuito da parte dei muscoli, con usura della stessa. Il sovraccarico articolare potrebbe poi provocare dolore, in quanto il cuscinetto retrodiscale, è riccamente innervato dai rami della 3a branca del trigemino.

La diagnosi è principalmente clinica ma può aiutare l’utilizzo di un bite termostampato molto sottile (circa un mm) dipinto di rosso, che evidenzia le aree di maggior carico.

Per quanto riguarda la terapia, considerata la genesi multifattoriale del problema, diversi sono gli approcci possibili.

Si potrebbe, in primis, ridurre il consumo di alcol e caffè, e astenersi dal fumare, in quanto occorre limitare l’assunzione di sostanze psicoattive.

Fondamentale è l’adozione di un bite rigido, dispositivo in resina che viene inserito in una delle arcate impedendo il contatto fra denti superiori e denti inferiori e riducendo sia le sollecitazioni sui tessuti che sostengono i denti che sull’apparato muscolare. È raccomandato che tale presidio sia confezionato su misura in un laboratorio odontotecnico.

Gli esercizi muscolari mandibolari (stretching) sembrano utili sia per ridurre il bruxismo che la tensione muscolare, anche se la loro reale efficacia deve essere ancora valutata appieno.
Promettente e di grande importanza appare il trattamento psicologico, che può essere un supporto psicoterapeutico in alternativa o in aggiunta a quello farmacologico, o un supporto mediante tecniche di psicologia applicata mirante alla gestione dello stress.

Utile può essere la meditazione e dedicarsi ad attivià come lo Yoga, Reiki, o comunque attività di rilassamento e/o gestione dello stress. Indicata ed efficace, in questo senso, intraprendere una attività sportiva che dia soddisfazione e rilassamento.

Alcuni farmaci, come le benziodiazepine e alcuni antiepilettici, si sono dimostrati abbastanza efficaci. Tuttavia, considerati gli effetti collaterali di tali farmaci non sembra consigliato un approccio di questo tipo in prima istanza. Anche il trattamento con tossina botulinica , considerati i rischi di questo trattamento e gli effetti collaterali, andrebbe riservato alle persone con bruxismo grave che non hanno risposto ad altri trattamenti.

 

Salute & Benessere è una rubrica medica a cura del dott. Accursio Miraglia.