L‘operazione non solo è possibile, ma anche perfettamente legale, quindi senza strane manovre o “triangoli” fraudolenti con parenti ed amici tipiche di chi tenta di nascondere i propri beni dalle aggressioni dei creditori.
Per riuscirci, basta semplicemente usufruire del diritto previsto da una legge del 2012 definita “salva-suicidi”. Questa norma, è stata finora poco utilizzata, ma i vantaggi che può comportare nelle situazioni di sovraindebitamento del consumatore, della famiglia e di tutti quei soggetti che, non essendo imprenditori commerciali, non sono soggetti al fallimento è fenomenale.
La norma in questione, consente al debitore di presentare in tribunale una richiesta di “saldo e stralcio” del proprio debito (cosiddetto piano del consumatore) e, se il giudice lo riterrà valido e realizzabile, autorizzerà la riduzione del debito senza neanche sentire il parere dei creditori.
In termini pratici succede questo, se una famiglia ad esempio, ha contratto un debito con banca o con Equitalia di centomila euro, ma ha uno stipendio che gli consente semplicemente di fare fronte solo alle spese giornaliere e non possiede beni in grado di ripagare il debito, chiede al giudice per potere saldare il debito di ridurlo, ad esempio fino al 30/40% e di rateizzarlo in modo proporzionale allo stipendio percepito. A quel punto se il giudice riterrà fattibile la richiesta, autorizzerà lo stralcio a soli trentamila euro e indicherà la modalità di pagamento. Quindi il debito di centomila sarà inesorabilmente ridotto e saldato in modo compatibile con il proprio stipendio e questo senza che il creditore possa opporsi. Chiaro?
Una vera e propria liberazione per chi ha debiti con Equitalia o con le banche. A dare conferma di questa possibilità, arriva il Tribunale di Napoli che, facendo sua una sentenza del Tribunale di Busto Arsizio, traccia la strada per liberarsi delle passività arretrate e difficilmente estinguibili, allorquando il creditore non abbia accettato, in sede di trattative bonarie, di venire incontro ai problemi del debitore. In questi casi quindi, il debitore può rivolgersi direttamente al giudice che a prescindere dal consenso o meno del creditore, può farsi riconoscere uno “sconto” sul debito.
L’omologazione del giudice previa la valutazione di fattibilità della proposta e la meritevolezza della condotta del debitore, sarà dunque sufficiente a ripianare il debito. Ovviamente il creditore deve fornire valide garanzie di adempimento del piano depositato in tribunale, rendendone verosimile l’adempimento. In questo modo, i soggetti che non possono fallire come le persone fisiche, possono ottenere dal giudice un consistente “sconto” sulle passività pur di soddisfare, almeno in parte, il creditore: sconto magari non ottenuto in sede di trattative bonarie con il creditore medesimo.
Riportiamo per intero il caso del tribunale di Napoli che ha omologato il piano avanzato da un signore che aveva perso il lavoro e, nel frattempo, aveva maturato 250mila euro di arretrati con la banca. L’uomo aveva trovato un nuovo lavoro, ma guadagnava solo 1.525 euro al mese, come certificato dalla busta paga. Dopo l’autorizzazione del giudice, per estinguere il suo debito dovrà versare alla banca 650 euro per quasi diciotto anni, che ora però , è ridotto da 250 mila a 125 euro con un sconto o stralcio del 50%.
di seguito la sentenza:
LA MASSIMA
Deve essere omologato il piano del consumatore di cui alla legge 3/2012 per la composizione della crisi da sovraindebitamento, che porta al dimezzamento del debito costituito dal mutuo ipotecario nei confronti della banca, dovendosi ritenere che detto piano, pur prevedendo il pagamento in misura parziale del creditore ipotecario stante la stima del valore commerciale del bene immobile, e il pagamento nella misura integrale del credito chirografo (ad esclusione degli interessi), assicura per essi una percentuale di soddisfazione presumibilmente non inferiore a quella che otterrebbero in caso di liquidazione, dovendosi osservare che la valutazione sulla convenienza deve far riferimento anche ai costi delle procedure esecutive individuali, funzionali alla liquidazione coattiva del bene ed ai tempi processuali non brevi oltre all’incognita di realizzazione rimessa all’esito della vendita nelle previste forme giudiziali e ricordare che per legge il piano non è sottoposto ad alcuna votazione e quindi non necessita di alcuna approvazione da parte dei creditori.
Debora Ranzetti, romana, avvocato ma blogger per passione. Non ha partiti ne tessere, amante delle battaglie impossibili, il cui motto è: “non mi piego, ma a spezzarmi non ci penso nemmeno”. Scrive quello che pensa, senza filtri, ma sempre nel rispetto delle regole. Animalista, ambientalista, inquieta e sempre di corsa, ma pronta a fermarsi se qualcuno è in difficoltà.
se uno ha debiti con equitalia e non ha lavoro come fa?grazie
Buongiorno, dovrebbe avere almeno una parte del debito, un 30/40% e presentare la domanda, chiedendo di azzerare il debito con quella percentuale, sarebbe una buona soluzione.
sono un pensionato percepisco una pensione(netta)di euro 1130 al mese debbo pagare afitto dicasa di euro 550+ condominio non celafaccio piu o un debito di circa20.000euro fra banca ,equitalia e altre cose come posso fare?
vorrei il numero di un commercialista ho avv. per proporle il mio problema che dura 30 anni e siamo arrivati a quota 4.800.000.000. ( quattromilioniottocentomila ) di multa con equitalia, e non so come fare ha pagarla, visto che tutti mi dicono di SE,FORSE, MA. nulla di concreto.
Buonasera, potrei consigliare diversi professionisti, ma per esperienza dovrebbe rivolgersi a qualcuno del suo territorio, non fosse altro per una questione logistica. Non conosco il suo caso, quindi senza avere visionato la documentazione non potrei dare un consiglio serio e la cifra è importante, pertanto merita un analisi attenta.
Buona sera,una soluzione come questa per chi ha partita iva non c’è?
PS:anche le partite iva si suicidono
grazie