Ieri si è conclusa – nel peggiori dei modi – la “rimonta renziana” affidata alla manifestazione che gli aveva consentito – sue dichiarazioni ufficiali – di conquistare Palazzo Chigi. Il premier, infatti all’inizio di questa manifestazione aveva dichiarato: “senza la Leopolda non sarei mai arrivato a fare il presidente del consiglio” ed è da qui quindi, che voleva ripartire per dare spinta alle imminenti elezioni di primavera.
Partita tra le polemiche e gli attacchi della sinistra interna al partito e poi dai fuoriusciti del PD, scontratasi immediatamente con le proteste dei “truffati” delle quattro Banche salvate, impallinata dalle conseguenti richieste di dimissioni del ministro Boschi da parte di Roberto Savanio, per finire con l’ultimo scontro cercato alla stampa, con l’attacco al Fatto quotidiano e ai suoi giornalisti e conclamatasi con il dissenso su questo argomento anche dei partecipanti renziani alla manifestazione.
Insomma una “debacle” totale. Renzi voleva il trionfo, alla fine si è ritrovato con il “tonfo”. Esagerati? Analizziamo allora le vicende nei particolari.
Si inizia con i i dissidenti interni – sinistra Dem – che organizzano una contro manifestazione a Roma con lo slogan “la sinistra siamo noi”, che ha fatto andare il premier su tutte le furie, protesta, poi volutamente ridimensionata dagli stessi organizzatori, il duo Bersani/Cuperlo, perché il clima era diventato talmente incandescente che bisogna gettare acqua sul fuoco, – pena la perdita della poltrona – “l’evanescente” Bersani ha persino difeso la Boschi dagli attacchi di Saviano che ha richiesto, motivandole su un giornale, le sue dimissioni.
I fuoriusciti, in ordine rigorosamente sparso, hanno attaccato premier e governo da due manifestazioni distinte, l’altro duo Fassina/Vendola, a Napoli, caricando De Magistris, sul “carrettino” di sinistra italiana. Pippo “il solitario” Civati, come suo costume, da solo era sul suolo di Verona.
Insomma un tutti contro tutti, che ha sfaldato agli occhi degli elettori quel poco di solidità che ancora il PD poteva avere.
In questo contesto si è inserita la manifestazione di protesta organizzata a Firenze dai sindacati e dai precari. Ma la “ciliegina sulla torta” è stata comunque rappresentata dalla manifestazione dei rappresentanti dei “truffati dal decreto salvabanche, non tanto per la protesta in se stessa, comunque prevista, ma dalla “dabbenaggine” del governo, che invece di consentire il legittimo sfogo, tramite il prefetto, ha negato l’autorizzazione spostandoli in altra piazza, gettando così benzina sul fuoco.
Un gruppo di ex obbligazionisti delle banche fallite, ha cercato infatti di raggiungere la Leopolda, location della convention renziana, per portare la protesta davanti alla ex stazione e avere un contatto diretto con il governo. I manifestanti sono stati però bloccati dalle forze dell’ordine a poca distanza dalla struttura. La risposta dei dimostranti è stata:”Questa è una dittatura, fermano le persone perbene”.
Poteva anche finire lì, ma si sa, Renzi non si fa mancare nulla, ha così organizzato una “sbischerata” – a Firenze di dice così – una specie di tombola, in cui i partecipanti dovevano votare il peggior giornale e i peggiori giornalisti. Il risultato è stato un altro scivolone contestato dagli stessi partecipanti. E qualcuno dalle pagine di un giornale ha gridato: “Grave errore di comunicazione prendersela con i giornali”
La Leopolda 2015 ha fornito l’immagine di una classe dirigente asserragliata nel castello ed incapace di comunicare fiducia agli italiani. É stata dunque un successo o un flop? Giudicate voi.
Debora Ranzetti, romana, avvocato ma blogger per passione. Non ha partiti ne tessere, amante delle battaglie impossibili, il cui motto è: “non mi piego, ma a spezzarmi non ci penso nemmeno”. Scrive quello che pensa, senza filtri, ma sempre nel rispetto delle regole. Animalista, ambientalista, inquieta e sempre di corsa, ma pronta a fermarsi se qualcuno è in difficoltà.
La Leopolda secondo il mio parere è stata un fiasco totale come del resto lo è il governo