Spunta il nome della Boschi nell’inchiesta “Mafia Capitale”

Spunta il nome della Boschi nell’inchiesta “Mafia Capitale”

C’è anche il nome del ministro Maria Elena Boschi nelle intercettazioni telefoniche dell’inchiesta Mafia capitale.

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Spunta il nome della Boschi nell’inchiesta “Mafia Capitale”

La telefonata è contenuta nell’incartamento giudiziario della Procura della Repubblica di Roma, depositato al maxi processo contro la presunta cupola mafiosa capitolina. Lo riporta il quotidiano il Tempo .

Nello specifico la telefonata è delle ore 22:05 del 7 novembre 2014, giorno della cena elettorale per Matteo Renzi. Salvatore Buzzi, il principale indagato di Mafia Capitale ha partecipato a quella raccolta fondi e ne parla in una telefonata con una sua amica, nella quale racconta dei presunti rapporti che avrebbe avuto con il ministro per le riforme costituzionali e per i rapporti con il Parlamento dicendo: “Abbiamo consegnato alla Boschi la lettera per Matteo”.

Gli atti in mano agli inquirenti, si arricchiscono dunque di nuovi particolari legati a quella cena del novembre del 2014 fatta per finanziare il PD e Matteo Renzi. La telefonata è avvalorata anche da un altra telefonata che Buzzi ha avuto con Michele Nacamulli, esponente romano del Pd, in cui dice: “Se becchi Renzi gli ricordi che abbiamo finanziato la Leopolda e oggi gli abbiamo dato 15mila euro. Potevamo dirlo alla Boschi cazzo”. Nacamulli risponde con un “Ok, la Boschi è qui”. Le telefonate sono esplicite e non hanno doppi sensi o parole camuffate, tutto estremamente chiaro.

Inoltre, secondo le fonti difensive, nei tabulati telefonici ci sarebbero anche altre conversazioni avute tra il ministro Boschi e Buzzi, queste però non avrebbero alcun profilo penale e si riferiscono a un periodo precedente alla cena di novembre, confermano comunque la conoscenza tra i due.

Tra settembre e ottobre, infatti, Buzzi dialoga col ministro per avere informazioni sulla cena e si dichiara pronto a partecipare alla cena versando un proprio contributo. L’obbiettivo di Buzzi era mantenere la sua posizione di forza tra le fila del PD romano, anche con l’arrivo di Renzi e di riposizionarsi politicamente, magari facendo un salto di qualità.



Il punto di arrivo è sempre lo stesso: aggiudicarsi appalti sempre più grandi e con maggiori guadagni per le casse delle cooperative legate al presunto boss, Massimo Carminati. Negli interrogatori Buzzi, ha infatti precisato che finanziando le campagne elettorali “ti fai un’assicurazione sulla vita, sul futuro” ed aggiunge: “15mila euro a Renzi, ci hanno chiamato i finanziatori”.

Stando a quanto emerso quindi, nella cena di autofinanziamento del PD, Buzzi avrebbe pagato la somma pattuita versando il denaro che sarebbe finito nelle casse della Fondazione Open gestita dall’intimo amico del premier, l’imprenditore Marco Carrai – si sempre lui, quello dello scandalo ancora in corso per la gestione della “cybersecurity italiana” – nella cui Fondazione Open risulta esserci anche la Boschi.

Inoltre , ci sono le intercettazioni del 6 novembre 2014 tra il ras delle coop e il suo stretto collaboratore Carlo Guarany, fatte sull’utenza di Buzzi, che confermano il pagamento per la cena elettorale. I due discutono della cena e decidono di informarsi meglio con Lionello Cosentino, ex segretario del Pd di Roma, che poi a dicembre 2014 verrà  commissariato da Matteo Orfini.

Il “finanziamento” è confermato anche in un altra telefonata avvenuta nei giorni successivi alla cena tra Buzzi e l’allora direttore generale di Ama, Giovanni Fiscon, al quale racconta di aver fatto due versamenti, uno da 15mila euro per la cena e un altro da 5mila per la candidatura di Renzi.

Quindi nei tabulati telefonici, sarebbero confermati i contatti tra Salvatore Buzzi e Maria Elena Boschi. Dopo quello di Banca Etruria, dunque, un’altra grana raggiunge il contestatissimo ministro delle riforme, alla quale però, tutto sembra… “scivolargli addosso”.

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Debora Ranzetti

Pubblicato da Debora Ranzetti

Debora Ranzetti, romana, avvocato ma blogger per passione. Non ha partiti ne tessere, amante delle battaglie impossibili, il cui motto è: “non mi piego, ma a spezzarmi non ci penso nemmeno”. Scrive quello che pensa, senza filtri, ma sempre nel rispetto delle regole. Animalista, ambientalista, inquieta e sempre di corsa, ma pronta a fermarsi se qualcuno è in difficoltà.