Sicilia. Parlano male della mondezza? Querelate quel Petrotto!

Sicilia. Parlano male della mondezza? Querelate quel Petrotto!

In periodo fascista accadde anche questa. Un ubriacone (al mio paese d’origine ce n’era uno che considero per certi suoi stornelli il miglior poeta dialettale che si sia mai avuto in quel luogo) fu sorpreso a gridare… “Er puzzone…abbasso er puzzone…Va via puzzone…”. Fu arrestato e mandato a processo o forse, al confino per oltraggio al Duce, ché certamente inveendo contro “er puzzone” (persona schifosa, che fa ribrezzo) doveva avercela con Mussolini.

Con la “Repubblica democratica fondata sul lavoro”, nata dalla Resistenza etc. etc. le cose sono cambiate. Può avvenire il contrario. Se qualcuno, in Sicilia ed in particolare ad Agrigento e dintorni, scrive che la questione dei rifiuti è uno schifo, una camurria, un magna magna per i quali beni sicuramente qualche “puzzone” impedisce di realizzare la raccolta differenziata e fa nomi e cognomi, o, pare, anche se non li fa, si usa querelare Salvatore Petrotto, già sindaco di Racalmuto, defenestrato con un decreto antimafia del suo quasi compaesano Angelino Alfano. Decreto di scioglimento dell’Amministrazione Comunale per infiltrazioni non di liquami dei rifiuti urbani (di cui era a buon punto la raccolta differenziata), ma, naturalmente, di mafia. Una mafia che durò qualche mese, poi scomparve assieme al servizio di raccolta differenziata delle immondizie voluta dall’incomodo Sindaco.

Si querela Petrotto, perché è lui che va predicando contro lo schifo dei “Signori della Monnezza” uno dei nuovi baronati Siciliani (e non solo). Visto che a “parlar male” della monnezza sicula è solitamente Petrotto, pare che sia il caso di procedere contro di lui appena un qualche giornale, sito internet, usi “parlar male” di quei baroni (e baronesse).

“C’è sicuramente dietro Petrotto”.

Così Salvatore è sommerso da una massa di querele e di citazioni, per quello che scrive, ma anche per quello che non scrive, tanto c’è lui sicuramente “dietro” che osa parlare.

Sabato avrei dovuto essere a Racalmuto per una bella manifestazione degli Amici di Leonardo Sciascia. Ho potuto mandare solo un saluto ed un’intervista registrata. Se ci fossi andato avrei posto ai convenuti la domanda: “Che avrebbe detto Leonardo Sciascia” di questo nuovo “uso alternativo” della giustizia, con il quale si sommerge, (poco importa a chi ha i quattrini facili, se anche perde tutte le cause), chi parla male dei baroni, proprio come ai tempi di Del Carretto, o, magari, è solo uno che “solitamente” non tiene la bocca chiusa?

“Fatti la fama e va a curcati

Un nuovo vecchio brocardo. Non ci sarà bisogno di invocarlo a sproposito per questo scritto.

Sì, ho ritenuto doveroso scrivere quanto sopra commosso e preoccupato per una lettera che Salvatore Petrotto ha inviato anche a me. Proprio ora che a Racalmuto si leggerà o si ascolterà la registrazione di mie parole su Sciascia, la giustizia ed altre cose. Spero che altri sentano questo stesso dovere.

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Mauro Mellini

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Mauro Mellini

Pubblicato da Mauro Mellini

Eletto deputato nel 1976, ha combattuto le più note battaglie radicali per poi allontanarsi dal partito alla fine degli anni ottanta in concomitanza con la scelta del Partito Radicale di trasformarsi in soggetto transnazionale e di non partecipare più a competizioni elettorali italiane. Successivamente ha ricoperto il ruolo di componente del Consiglio Superiore della Magistratura. Editorialista e saggista, è autore di numerosi scritti, in cui con vena polemica indaga sulle storture della legge. Il suo testo più noto è Così annulla la Sacra Rota (Samonà & Savelli), che contribuì fortemente all'approvazione della legge sul divorzio. Nel 2006 ha fondato insieme ad Alessio Di Carlo il periodico on line GiustiziaGiusta, dedicato ai temi della giustizia in chiave garantista. È stato ed è uno dei primi e più strenui difensori del garantismo, a partire dal celebre caso Enzo Tortora.