Salvini contro il reato di tortura. “La polizia deve fare il suo lavoro”


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Oggi venerdì 26 giugno ricorre la giornata internazionale contro la tortura: in Italia, ad oltre 26 anni dalla ratifica della convenzione delle Nazioni Unite, il Codice penale ancora non prevede questo reato. La Camera dei deputati, nella seduta del 9 aprile 2015 ha approvata con modificazioni la proposta di legge C. 2168, già approvata dal Senato proposta da PD e M5S, che introduce nel codice penale il reato di tortura. La legge ora torna al Senato per l’approvazione definitiva.

Ieri sull’argomento è intervenuto con una manifestazione pubblica il leader leghista Salvini, sceso in piazza insieme al sindacato autonomo di polizia (Sap) proprio contro il ddl sulla tortura con una serie di dichiarazioni che lasciano perplessi:”No al reato. Ci vuole libertà di azione assoluta per polizia e carabinieri” – e continua – “Polizia e carabinieri devono poter fare il loro lavoro. Se devo prendere per il collo un delinquente, lo prendo per il collo e se si rompe una gamba cazzi suoi” – ed ancora –  “la sentenza Ue sulla Diaz? La Corte dei Diritti Umani potrebbe occuparsi di altro senza rompere le scatole all’Italia”.

Definisce la legge “sbagliata e pericolosa che rischia di far lavorare in condizioni ancora peggiori gli uomini delle Forze dell’ordine” – dice ancora Salvini – “Il primo delinquente di turno li può denunciare per essere stato arrestato con troppa irruenza o psicologicamente torturato”.

Poi forse accorgendosi di avere esagerato cerca di ammorbidire il tiro dicendo: “è ovvio che chi ha sbagliato alla Diaz paghi, ma la legge sul reato di tortura è sbagliata e pericolosa. Per l’errore di qualcuno a Genova – sottolinea – non possiamo mettere a rischio il lavoro di tutti”. Per Salvini questa legge voluta da Pd e Cinque Stelle è sbagliata perché “espone i poliziotti e i carabinieri al ricatto dei delinquenti”.

Definire Matteo Salvini “fascista” è un dovere morale a cui noi non possiamo e non vogliamo sottrarci, le dichiarazioni di ieri si aggiungono e fanno “pandan” con quelle da sempre rese sugli immigrati.

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