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Salute & Benessere. Tumore della tiroide, la termoablazione evita la chirurgia


Evitare la chirurgia per i tumori papillari della tiroide e conservare questo organo prezioso per l’organismo è possibile grazie al trattamento con termoablazione ecoguidata, con laser o radiofrequenza

Lo dimostra uno studio dell’Istituto Europeo di Oncologia e dell’Università Statale di Milano, recentemente pubblicato sulla rivista Frontiers in Endocrinology.

Il cancro alla tiroide colpisce circa 13.000 italiani ogni anno, in prevalenza donne. I tassi di sopravvivenza sono molto alti, oltre il 97% a 10 anni dalla diagnosi. La forma papillare rappresenta la maggioranza dei tumori della tiroide e viene generalmente trattata mediante intervento chirurgico di tiroidectomia, cui può associarsi un intervento di svuotamento laterocervicale dei linfonodi del collo e un trattamento mediante radioiodio, quando il tumore si sia diffuso anche al di fuori della ghiandola. Nel caso in cui il carcinoma sia di piccole dimensioni, ovvero inferiore a 1 centimetro, si definisce microcarcinoma. Si caratterizza per una bassa aggressività e un’evoluzione molto lenta, tanto che gli esperti consigliano spesso di adottare la vigile attesa per evitare un intervento chirurgico altrimenti invasivo.

Lo studio, condotto dal dott. Giovanni Mauri, ricercatore presso l’Università degli Studi di Milano, afferente alla Divisione di Radiologia Interventistica dello IEO, ha analizzato i risultati della prima esperienza europea sul trattamento dei microcarcinomi della tiroide con termoablazione, in collaborazione con la Divisione di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico Facciale, della Divisione di Psiconcologia e dell’Unità di Radiologia Clinico Diagnostica.

La terapia è stata sperimentata su 13 pazienti con 50 anni di età media ed è risultata efficace e sicura nel follow up di un anno, senza la comparsa di recidive o metastasi.

“Nei pazienti trattati con termo ablazione, spiega il dott. Mauri, abbiamo ottenuto la distruzione radicale del tumore, senza che si verificassero complicanze, e i pazienti sono potuti tornare alle proprie attività quotidiane già dal giorno successivo. Il trattamento (proposto in Ieo dal 2018 come una delle possibili alternative terapeutiche) viene effettuato in regime di day surgery e in anestesia locale, è di estrema precisione e ha consentito di mantenere del tutto integra la funzione della tiroide. Nessun paziente ha dovuto iniziare una terapia ormonale sostitutiva in seguito all’intervento e tutti hanno riportato una massima soddisfazione e un minimo, o nullo, discomfort di poche ore in seguito alla terapia”.

La termoablazione consiste nell’inserimento di un ago sottilissimo che, grazie all’energia termica, permette di distruggere il tumore senza colpire i tessuti sani.

“Nel nostro Istituto già da 20 anni effettuiamo un intervento chirurgico di emi-tiroidectomia (ovvero l’asportazione solo di metà ghiandola) in tutti i casi in cui questo approccio è fattibile, applicando la nostra filosofia della massima conservazione possibile, spiega il dott. Gioacchino Giugliano, responsabile dell’Unità Neoplasie Tiroidee dello IEO. Il vantaggio per i pazienti è notevole, perché così la ghiandola continua a produrre sia gli ormoni (compensati solo in parte dalla compressa di tiroxina prescritta a tutti i malati a cui viene tolta la tiroide) sia la calcitonina, preziosissima per rafforzare le ossa e potente antidolorifico. Ora, la possibilità di trattare in maniera ancora meno invasiva il microcarcinoma papillare, evitando un intervento chirurgico e con il risparmio della funzione tiroidea, si aggiunge all’armamentario delle possibili opzioni di cura, integrandosi perfettamente nella gestione sempre più multidisciplinare e personalizzata al singolo paziente”.

Salute & Benessere è una rubrica medica a cura del dott. Accursio Miraglia.