Salute & Benessere. Sindrome del bambino scosso: i neonati vanno maneggiati con delicatezza

Salute & Benessere. Sindrome del bambino scosso: i neonati vanno maneggiati con delicatezza

Una sindrome terribile e poco conosciuta che può portare danni irreparabili al bambino, ma che può essere evitata avendo la dovuta attenzione

La Sindrome del bambino scosso (SBS) è un fenomeno poco conosciuto ma che può avere conseguenze drammatiche.

Per questo motivo la Fondazione Terre des Hommes, in collaborazione con 6 eccellenze ospedaliere pediatriche italiane e il sostegno della Società Italiana di Neonatologia e del Garante nazionale infanzia, ha lanciato nei mesi scorsi la prima campagna nazionale di prevenzione e sensibilizzazione contro la SBS.

Nei primi mesi di vita i muscoli cervicali del collo dei neonati sono ancora deboli e non riescono a sostenere la testa. Per tale ragione, se un bambino viene scosso con forza, il capo oscilla ampiamente, imprimendo un’accelerazione al cervello, libero di muoversi all’interno del cranio. Ad ogni scuotimento la testa accelera, arriva a fine corsa e poi rimbalza indietro.

Una specie di colpo di frusta ripetuto.

Che però non coinvolge solo il collo: all’inizio di ogni movimento il cervello subisce un’accelerazione e poi, quando il movimento arriva a fine corsa, impatta contro il cranio. Ogni scossa ripete la stessa sequenza. Ogni movimento può causare danni permanenti.

Soprattutto per i bambini che hanno meno di un anno, lo scuotimento violento, anche se solo per pochi secondi, può causare lesioni molto gravi.

Il picco di incidenza della SBS si ha tra le 2 settimane e i 6 mesi di vita, periodo di massima intensità del pianto del neonato ed età, come detto, in cui il bambino non ha ancora un valido controllo del capo.

Il più delle volte, scuotere il bambino è la risposta a un pianto “inconsolabile”, di cui gli adulti spesso non riescono a cogliere il significato. Sentendosi quindi impotenti, possono attivare, anche inconsapevolmente, dei comportamenti inappropriati (come lo scuotimento) nel tentativo di calmare il neonato.

È difficile stabilire con esattezza quanto violento o protratto dovrebbe essere lo scuotimento per causare un danno; tuttavia, da quanto riferito da coloro che hanno scosso i bambini, si evince che, in genere, il bambino vittima di SBS viene scosso energicamente circa 3-4 volte al secondo per 4-20 secondi.

Giochi abituali o comportanti maldestri dei genitori non provocano, invece, lesioni da scuotimento, così come non le generano il far saltellare il bambino sulle ginocchia (gioco del cavalluccio), fare jogging, andare in bici, una brusca frenata in auto, cadute dal divano o da un altro mobile.

Vomito, inappetenza, difficoltà di suzione o deglutizione, estrema irritabilità, letargia, assenza di sorrisi o di vocalizzi, rigidità o cattiva postura, difficoltà respiratorie, aumento della circonferenza cranica disarmonico rispetto a peso e altezza, difficile controllo del capo, frequenti pianti inconsolabili e, nei casi più gravi, convulsioni e alterazioni della coscienza, fino all’arresto cardiorespiratorio. Sono questi i segnali da non sottovalutare: rappresentano, infatti, un campanello d’allarme importante per una corretta diagnosi, che, però, rimane comunque molto difficile da effettuare.

Occorre sempre ricordare che il pianto è l’unico strumento che il neonato ha per comunicare: può avere fame, sonno, caldo, freddo, il bisogno di essere cambiato o semplicemente di coccole o del contatto fisico per essere rassicurato.

Qualunque sia il motivo, non bisogna mai scuoterlo per calmarlo.

Perché anche se può sembrare un gesto banale, i danni sul bambino, potrebbero essere gravissimi.

Salute & Benessere è una rubrica medica a cura del dott. Accursio Miraglia. 

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Pubblicato da Accursio Miraglia

Accursio Miraglia, nato a Sciacca il 27-12-68 Nel 1994 Laurea con Lode in Medicina e Chirurgia, Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma – Policlinico Gemelli) Nel 1998 Specializzazione con Lode in Medicina Fisica e Riabilitativa (Fisiatria), Università di Tor Vergata (Roma) Dal 1998 al 2006 partecipa a numerosi corsi di aggiornamento organizzati dall’Accademi Italiana di Medicina Manuale Dal 1998 al 1999 Assistente medico, responsabile area riabilitativa Casa di cura "Villa Fulvia", Roma Dal 1999 ad oggi Direttore Sanitario del Centro di Educazione Psicomotoria s.r.l, centro di fisioterapia accreditato presso il SSN Dal 2009 è consulente tecnico d'ufficio presso il Tribunale di Sciacca e gli uffici del Giudice di pace di Sciacca, Menfi e Ribera. Dall’anno accademico 2014-2015, professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Dal 2015 ricopre il ruolo di docente presso il “Corso-Teorico pratico di Medicina Manuale” organizzato dalla SIMFER (Società Italiana di medicina Fisica e Riabilitativa) con la collaborazione Società Italiana di Medicina Vertebrale (MEDVERT) e le Università “la Sapienza” e Tor Vergata” di Roma.