Salute & Benessere. Scoliosi e sport: indicazioni e controindicazioni

Salute & Benessere. Scoliosi e sport: indicazioni e controindicazioni

È frequente sentirsi chiedere, da genitori i cui figli sono affetti da scoliosi, se i loro ragazzi possono praticare sport e se l’attività sportiva può essere terapeutica o, viceversa, controindicata.

Le nuove linee guida SOSORT (International Society on Scoliosis Orthopaedic and Rehabilitation Treatment) indicano che lo sport, da solo, non è terapeutico in caso di scoliosi. Può essere un ottimo coadiuvante, ma deve essere affiancato da una terapia riabilitativa specifica.

Quale sport?

I ragazzi affetti da scoliosi, soprattutto se lieve o moderata, possono praticare qualunque attività sportiva: ciascuno sport ha i suoi pregi ed i suoi difetti, ma non ce ne sono di assolutamente vietati, o di vivamente raccomandati.

Semmai è molto più importante discutere sulle modalità con cui viene effettuato lo sport.

Un soggetto affetto da scoliosi, infatti, dovrebbe evitare un attività agonistica spinta, cosi come è assolutamente controindicata una vita sedentaria.

Un tempo si riteneva che  il nuoto rappresentasse un valido metodo di cura in quanto praticato in galleggiamento, cioè fuori forza gravità, e utile per lo sviluppo armonioso di tutto l’apparato muscolare.

Negli ultimi anni, però, il mito è crollato, e quanto sostenuto da diversi fisiatri ed ortopedici, cioè che il nuoto ha una serie di limiti e controindicazioni adesso, dati scientifici alla mano, è provato.

Ad esempio si è visto che  durante la fase di galleggiamento, specie in posizione prona, per evitare che le gambe affondino occorre accentuare la lordosi lombare, una situazione già ben presente nei soggetti scoliotici, e che influisce negativamente sull’evoluzione di questa malattia. Durante le bracciate, poi, si è costretti a effettuare un movimento in rotazione che favorisce un’ulteriore torsione delle vertebre già coinvolte nella scoliosi.

Inoltre, nelle scoliosi che presentino deformazioni toraciche importanti, il nuoto potrebbe risultare dannoso a causa delle respirazioni forzate e dalla pressione che l’acqua esercita sul cilindro toracico.

Quando si parla di agonismo poi, con carichi di lavoro di ore, il nuoto induce  mal di schiena e quindi per chi soffre di scoliosi non solo non è terapeutico ma si rivela addirittura dannoso.

Il nuoto quindi è uno sport completo per gli arti, cuore e polmoni, ma non per la schiena: la colonna è progettata per affrontare la forza di gravità e a questo la si deve allenare.

Un tempo gli sport asimmetrici, come il tennis, erano assolutamente controindicanti nei soggetti affetti da scoliosi. Oggi l’approccio è meno radicale, e le proibizioni meno nette. Ad oggi, infatti, la ricerca non è riuscita a fornire prove serie che esistano sport negativi per la scoliosi, purché praticati a livello non agonistico.

La ricerca scientifica ha infatti da tempo  dimostrato che la frequenza della scoliosi è assolutamente identica nei soggetti che fanno sport simmetrici e asimmetrici. Il tennis o la scherma possono sviluppare maggiormente i muscoli di un lato, ma non provocare o far peggiorare una scoliosi. D’altra parte c’è anche da dire che oggi la pratica di questi sport cosiddetti asimmetrici è sempre associata ad un fase preparatoria in cui si pone particolare attenzione al potenziamento globale della muscolatura secondo schemi posturali corretti.

Il trattamento medico

In caso di scoliosi è sempre utile effettuare della ginnastica medica (più comunemente detta “correttiva”) che deve essere individualizzata per ogni singolo paziente. Una volta appresi gli esercizi, la ginnastica può essere eseguita in un piccolo gruppo con piani di lavoro personalizzati, oppure a domicilio, e periodicamente controllata e adattata dal medico specialista.

La ginnastica medica  si propone due obbiettivi: costruire un “corsetto neuro-muscolare”, per offrire un maggiore controllo ed una migliore stabilità della colonna, e creare automatismi riflessi di correzione da integrare nei movimenti globali.

Proprio in quest’ottica la ginnastica medica può essere affiancata dall’attività sportiva, che può rappresentare una sorta di “versante attivo” della terapia specialistica.

La colonna di un soggetto cha ha appreso gli “schemi motori corretti” durante le sedute di ginnastica medica, infatti, risponde alle sollecitazioni di carico e di squilibrio nel corso delle attività motorie con reazioni riflesse di tipo correttivo, anziché deformante.

È quindi certamente utile svolgere, come complemento alla ginnastica medica, anche delle attività di tipo sportivo, che permettono l’allenamento di qualità fisiche e neuromotorie di base, oltre a sviluppare una “immagine positiva del corpo”, elementi che risultano vitali per un giovane adolescente affetto da scoliosi.

 

Salute & Benessere. Rubrica fissa su temi di interesse medico a cura del Dott. Accursio Miraglia

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Pubblicato da Accursio Miraglia

Accursio Miraglia, nato a Sciacca il 27-12-68 Nel 1994 Laurea con Lode in Medicina e Chirurgia, Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma – Policlinico Gemelli) Nel 1998 Specializzazione con Lode in Medicina Fisica e Riabilitativa (Fisiatria), Università di Tor Vergata (Roma) Dal 1998 al 2006 partecipa a numerosi corsi di aggiornamento organizzati dall’Accademi Italiana di Medicina Manuale Dal 1998 al 1999 Assistente medico, responsabile area riabilitativa Casa di cura "Villa Fulvia", Roma Dal 1999 ad oggi Direttore Sanitario del Centro di Educazione Psicomotoria s.r.l, centro di fisioterapia accreditato presso il SSN Dal 2009 è consulente tecnico d'ufficio presso il Tribunale di Sciacca e gli uffici del Giudice di pace di Sciacca, Menfi e Ribera. Dall’anno accademico 2014-2015, professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Dal 2015 ricopre il ruolo di docente presso il “Corso-Teorico pratico di Medicina Manuale” organizzato dalla SIMFER (Società Italiana di medicina Fisica e Riabilitativa) con la collaborazione Società Italiana di Medicina Vertebrale (MEDVERT) e le Università “la Sapienza” e Tor Vergata” di Roma.