⦿ Ultim'ora

Salute & Benessere. Olio di palma: una sostanza aumenta l’aggressività del cancro e favorisce le metastasi


L’olio di palma è stato negli ultimi anno oggetto di studi in relazione ai suoi presunti effetti sulla salute dell’uomo e, in seguito, di una campagna d’informazione che ne evidenziava gli effetti negativi sulla salute, al punto che diverse aziende alimentari hanno deciso di sostituirlo con altri ingredienti nella preparazione dei loro prodotti

L’olio di palma è un ingrediente di origine vegetale presente in tantissimi prodotti perché costa poco, è stabile nel tempo, in grado di non alterare i sapori e di consentire una buona conservazione e consistenza dei cibi. Ma è anche ricco di acidi grassi saturi, il cui consumo eccessivo è correlato a un aumento di tumori e rischi cardiovascolari. Un consumo equilibrato di grassi saturi non dovrebbe eccedere il 10% giornaliero rispetto all’apporto energetico complessivo.

Già nel 2015 uno studio italiano condotto dalle Università di Bari, Padova e Pisa, in collaborazione con la Società Italiana di Diabetologia, aveva dimostrato che l’olio di palma è in grado di distruggere le cellule del pancreas che producono l’insulina, provocando diabete mellito e danni irreversibili a carico del sistema cardiovascolare.
A rischio ci sono anche i bambini, per via della presenza di questa sostanza in tantissimi prodotti consumati durante la prima colazione o la merenda.

Ora, i ricercatori dell’IRB Barcellona hanno dimostrato come un acido grasso presente nell’olio di palma possa favorire la diffusione del cancro.

Nello studio, pubblicato su Nature, i ricercatori hanno prelevato delle cellule cancerose da pazienti con melanoma e tumori del cavo orale, nutrendole con diete ricche di diversi acidi grassi. Nello specifico, hanno messo a confronto l’effetto dell’acido palmitico (contenuto nell’olio di palma) con quello dell’acido oleico (presente soprattutto nell’olio extravergine di oliva) e dell’acido linoleico (presente nei semi di lino).

Gli scienziati hanno notato che l’acido palmitico, attivando l’espressione di alcuni geni, può cambiare l’aggressività di un tumore già nelle fasi iniziali, velocizzandone la crescita e favorendone la capacità di dare metastasi.
Un’altra scoperta importante è che, pur smettendo di esporre le cellule tumorali all’acido palmitico, queste non riducevano la loro aggressività, ma ne conservavano la memoria. In altre parole, le cellule ormai avevano imparato a secernere sostanze che creavano un ambiente adatto alla metastatizzazione.

Non sono stati registrati effetti simili con gli altri due acidi.
“Due anni fa con Airc – ricorda Antonio Moschetta, ordinario di Medicina interna all’Università di Bari e ricercatore della Fondazione Airc – abbiamo dimostrato che il consumo quotidiano dell’acido oleico contenuto nell’olio extravergine di oliva è in grado di proteggere dai tumori, nel nostro caso del colon, sia nella fase iniziale che pro-infiammatoria della malattia. La ricerca di Nature è interessante perché aiuta a capire qual è, tra gli acidi grassi, la benzina che il cancro utilizza per crescere. E studiare il metabolismo tumorale, cioè come si alimenta un tumore, è basilare per comprendere perché, a parità di malattia e terapia, una neoplasia cresce a velocità diversa in un paziente piuttosto che in un altro”.

Occorre evidenziare che le dosi di olio di palma utilizzate erano molto alte. Tuttavia i risultati sono comunque interessanti perché riaffermano la pericolosità di certi alimenti e la superiorità di altri, primo fra tutti l’olio extravergine d’oliva.

Salute & Benessere è una rubrica medica a cura del dott. Accursio Miraglia.