Salute & Benessere. Lombalgia: la ginnastica aiuta a prevenire

Salute & Benessere. Lombalgia: la ginnastica aiuta a prevenire

La lombalgia è un sintomo e non una patologia e, come tale, può derivare da numerose condizioni morbose sia vertebrali che extravertebrali

Il significato della parola si è evoluto nel tempo ed oggi, similmente alla definizione anglosassone di “low back pain”, indica esclusivamente la lombalgia comune, vale a dire quella patologia ricorrente, caratterizzata da dolore e limitazione funzionale ma non attribuibile ad una condizione patologica ben definita, che colpisce il tratto lombare della colonna vertebrale.

Di fatto è una specie di nemesi.

In Italia la lombalgia è la più frequente causa di disabilità al di sotto dei 45 anni, colpisce almeno una volta nella vita 8 persone su dieci ed è la terza causa di accesso agli studi di Medicina Generale.

Contro il mal di schiena si prova di tutto: riposo, fasce lombari, ginnastica, stretching, plantari. Ma il dolore, periodicamente, ritorna.

Fra le cure che spesso non vengono messe in campo ce n’è una capace di risolvere alla radice il problema: la prevenzione.

Ma cosa bisogna fare per prevenire il classico “colpo della strega”?

A porsi questa domanda sono stati i ricercatori australiani della divisione muscoloscheletrica della Sidney Medical School (Australia), che hanno passato in rassegna un numerose ricerche sull’argomento svolte, complessivamente, su 30.850 persone.

I risultati indicano che la ginnastica riduce del 35% il rischio di incappare in un episodio di lombalgia acuto e diminuisce del 78% il rischio di fare assenze al lavoro. Se gli esercizi sono abbinati a lezioni sulla corretta postura del corpo, sui principi di anatomia, biomeccanica ed ergonomia, la riduzione del rischio sale al 45%.

Per avere effetti nel tempo, però, ci vuole costanza: “La ginnastica contro il mal di schiena andrebbe fatta tutta la vita perché l’effetto protettivo si riduce notevolmente col tempo fino a scomparire a distanza di un anno”, sottolineano gli autori dello studio.

Gli esercizi analizzati e consigliati dagli studiosi australiani vanno da quelli tradizionali, utili per il rinforzo dei muscoli di fianchi, addome e cosce, alla ginnastica “core stability” per la stimolazione delle grosse fasce muscolari del tronco al fine di migliorarne la stabilità, alla ginnastica isometrica, a corpo libero di tipo “calistenica”, allo stretching delle catene muscolari posteriori degli arti inferiori. Tutte le tecniche utilizzate si sono rivelate utili nel ridurre la frequenza degli episodi acuti di lombalgia.

È stato invece bocciato dagli autori l’uso di cinture elastiche, busti e fasce da allacciare in vita. L’utilizzo di questi presidi, infatti, se da un lato può essere efficace nella fase acuta per ridurre il dolore grazie al loro effetto contenitivo, è dannoso nel lungo periodo, poiché riduce, invece di promuovere, la mobilità lombare (meccanismo sul quale si basano i benefici indotti dall’attività fisica) e provoca una riduzione di trofismo dei muscoli stabilizzatori del tronco.

Come prima accennato, sono state promosse anche le iniziative educative, purché abbinate alla ginnastica. Gli studiosi, infatti, riconoscono che una corretta conoscenza del proprio corpo, dei principi basici dell’ergonomia applicati alla colonna vertebrale e alla pelvi e delle corrette posture, prolunghi i benefici degli esercizi fisici.

Occorre infine sottolineare come la lombalgia, seppur in parte gestibile in prima persona dal paziente, necessiti comunque di un approccio medico. In prima istanza perché non tutti i mal di schiena sono da addebitare ad un banale problema vertebrale, muscolare od osteo-articolare potendo, in alcuni casi, essere il campanello d’allarme di patologie più gravi. In secondo luogo perché l’approccio terapeutico deve essere vagliato in base alle esigenze del singolo paziente. Ad esempio, le problematiche di un trentenne fisicamente in ordine che lamenta un episodio lombalgico a causa di un sovraccarico funzionale sono certamente diverse da quelle di un ottantenne affetto da poliartrosi e da quelle di una quarantenne in gravidanza.

È quindi sempre raccomandato un approccio medico alla patologia, almeno dopo i primi infruttuosi tentativi di terapia fai da te.

Salute & Benessere è una rubrica medica a cura del dott. Accursio Miraglia. 

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Pubblicato da Accursio Miraglia

Accursio Miraglia, nato a Sciacca il 27-12-68 Nel 1994 Laurea con Lode in Medicina e Chirurgia, Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma – Policlinico Gemelli) Nel 1998 Specializzazione con Lode in Medicina Fisica e Riabilitativa (Fisiatria), Università di Tor Vergata (Roma) Dal 1998 al 2006 partecipa a numerosi corsi di aggiornamento organizzati dall’Accademi Italiana di Medicina Manuale Dal 1998 al 1999 Assistente medico, responsabile area riabilitativa Casa di cura "Villa Fulvia", Roma Dal 1999 ad oggi Direttore Sanitario del Centro di Educazione Psicomotoria s.r.l, centro di fisioterapia accreditato presso il SSN Dal 2009 è consulente tecnico d'ufficio presso il Tribunale di Sciacca e gli uffici del Giudice di pace di Sciacca, Menfi e Ribera. Dall’anno accademico 2014-2015, professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Dal 2015 ricopre il ruolo di docente presso il “Corso-Teorico pratico di Medicina Manuale” organizzato dalla SIMFER (Società Italiana di medicina Fisica e Riabilitativa) con la collaborazione Società Italiana di Medicina Vertebrale (MEDVERT) e le Università “la Sapienza” e Tor Vergata” di Roma.