Fino ad oggi la contraccezione ormonale è stata una questione “da donne”, ma forse sta per arrivare il momento in cui anche gli uomini potranno fare la loro parte
Uno studio di Fase 1, appena presentato durante la conferenza annuale Endo 2019 della Endocrine Society a New Orleans, ha infatti dimostrato la sicurezza e la tollerabilità di un nuovo farmaco anticoncezionale orale maschile, aprendo un nuovo fronte nel mondo della contraccezione. La strada, comunque, è ancora lunga perché, dimostrato che un farmaco è ben tollerato, occorre valutarne l’efficacia. Tuttavia, secondo i ricercatori è ormai questione di tempo, ed entro 10 anni la pillola anticoncezionale maschile potrebbe essere una realtà.
Il contraccettivo sperimentale utilizza, come principio attivo, una forma modificata di testosterone (11-beta-Mntdc) in associazione con del progesterone, al fine di ridurre la produzione di spermatozoi pur preservando la libido. Questo nuovo contraccettivo sperimentale, precisano gli autori della ricerca, è un “composto fratello” del dimetandrolone undecanoato, o Dmau, una pillola anticoncezionale maschile presentata dallo stesso team lo scorso anno sempre durante la conferenza Endo. L’obiettivo dei ricercatori è trovare il composto caratterizzato dal minor numero di effetti collaterali e la maggiore efficacia: per tale ragione stanno sviluppando in parallelo i due anticoncezionali orali.
Per testare l’efficacia e la sicurezza della nuova pillola sono stati reclutati 40 uomini sani, di cui dieci hanno ricevuto un placebo, mentre ai restanti 30 è stata somministrata la 11-beta-Mntdc in due dosi diverse: a 14 partecipanti è stata data una quantità di 200 milligrammi e agli altri 16 una di 400 milligrammi. Ai partecipanti è stato quindi chiesto di assumere le due dosi del farmaco o il placebo una volta al giorno durante un pasto, per 28 giorni consecutivi.
Al termine dello studio, i ricercatori hanno osservato che, tra gli uomini che hanno assunto la pillola, il livello di testosterone e di due ormoni necessari per la produzione di sperma (Lh e Fsh) si è ridotto significativamente rispetto agli uomini del gruppo placebo.
Gli effetti collaterali del farmaco sono stati generalmente trascurabili, (affaticamento, mal di testa, sviluppo di acne). Fra gli effetti collaterali più significativi va registrata la diminuzione del desiderio sessuale (cinque soggetti) e una lieve disfunzione erettile (due soggetti). Comunque il basso livello di androgeni, tale da inibire la produzione di spermatozoi, non sembra provocare particolari effetti negativi all’organismo perché l’11-beta-Mntdc mima l’azione del testosterone.
I risultati dello studio mostrano quindi che il farmaco sperimentale è sicuro e ben tollerato. Tuttavia i dati sono preliminari e non è ancora chiaro quanto 11-beta-Mntdc sia effettivamente efficace nel bloccare una produzione di spermatozoi sufficiente a prevenire una gravidanza.
Poiché il farmaco necessita di almeno 60/90 giorni per influenzare la produzione di sperma, 28 giorni di trattamento (quelli valutati nello studio in oggetto) non sono sufficienti per osservare la soppressione completa degli spermatozoi.
Il prossimo step, quindi, sarà valutare l’efficacia del contraccettivo che, comunque, non dovrebbe essere disponibile in commercio prima di 10 anni.
Salute & Benessere è una rubrica medica a cura del dott. Accursio Miraglia.
Accursio Miraglia, nato a Sciacca il 27-12-68
Nel 1994 Laurea con Lode in Medicina e Chirurgia, Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma – Policlinico Gemelli)
Nel 1998 Specializzazione con Lode in Medicina Fisica e Riabilitativa (Fisiatria), Università di Tor Vergata (Roma)
Dal 1998 al 2006 partecipa a numerosi corsi di aggiornamento organizzati dall’Accademi Italiana di Medicina Manuale
Dal 1998 al 1999 Assistente medico, responsabile area riabilitativa Casa di cura “Villa Fulvia”, Roma
Dal 1999 ad oggi Direttore Sanitario del Centro di Educazione Psicomotoria s.r.l, centro di fisioterapia accreditato presso il SSN
Dal 2009 è consulente tecnico d’ufficio presso il Tribunale di Sciacca e gli uffici del Giudice di pace di Sciacca, Menfi e Ribera.
Dall’anno accademico 2014-2015, professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Roma “Tor Vergata”.
Dal 2015 ricopre il ruolo di docente presso il “Corso-Teorico pratico di Medicina Manuale” organizzato dalla SIMFER (Società Italiana di medicina Fisica e Riabilitativa) con la collaborazione Società Italiana di Medicina Vertebrale (MEDVERT) e le Università “la Sapienza” e Tor Vergata” di Roma.