Salute & Benessere. Frutta e verdura da bere: un pieno di vitamine e sali minerali

Salute & Benessere. Frutta e verdura da bere: un pieno di vitamine e sali minerali

La frutta e la verdura “liquide” sono la soluzione ideale per fare un pieno di vitamine e sali minerali lontano dai pasti, soprattutto per chi non li consuma abitualmente a tavola

Occorre però distinguere i diversi modi di ottenere delle bevande da questi alimenti perché alcune lavorazioni sottopongono gli alimenti ad un processo che li priva parzialmente o completamente dei loro nutrienti.

Consumo in aumento

Secondo gli ultimi dati della Coldiretti, nel 2018 sono finiti nei carrelli degli italiani 9 miliardi di chili di frutta e verdura, con un aumento del 3 per cento sull’anno precedente. La voglia di alimenti sani è una tendenza che emerge soprattutto tra i giovani, che la consumano, al bar o a casa, sotto forma di frappé, frullati, estratti e centrifugati.

Questa è una buona notizia, perché frutta e verdura, per le loro caratteristiche nutrizionali (alto contenuto di vitamine, minerali, polifenoli antiossidanti e fibre), dovrebbero essere consumati, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in quantità non inferiore a 400 grammi al giorno.

Studi clinici, infatti, hanno evidenziato una correlazione inversa tra il consumo di frutta e verdura e il rischio di patologie cardiovascolari, ipertensione, diabete di tipo 2, sovrappeso e alcuni tipi di cancro.

Centrifugati, estratti e frullati: le differenze

Sebbene il risultato sia lo stesso, cioè un bel bicchiere di frutta e verdura da bere, diversi sono i metodi con cui preparare queste bevande.

Con il frullatore o il robot da cucina si preparano dei gustosi frappé o frullati di consistenza vellutata che, a differenza di estratti e centrifugati, hanno un elevato contenuto di fibre.

Gli estratti, solitamente di sapore gradevole, si preparano con un sistema di spremitura lenta e a freddo, che ha il grande vantaggio di riuscire a mantenere vive gran parte delle sostanze benefiche di frutta e verdura.

Con la centrifuga, la separazione delle parti liquida e solida è ottenuta grazie alla forza centrifuga: l’alimento viene introdotto un un cestello con alcune lame metalliche che, ruotando ad alta velocità (dai 6000 ai 18000 giri al minuto) è in grado di sviluppare una forza centrifuga tale da rompere le cellule dei vegetali e liberarne così il succo, che filtra attraverso dei fori presenti nel cestello stesso (reticella) e viene raccolto in un apposito contenitore.

Con questo procedimento si riesce a estrarre il succo anche da ingredienti che non si possono spremere, come mele e pere, frutti di bosco, carote, sedano.

Pregi e difetti

Qual è la scelta migliore per ottenere una bevanda sana e gustosa?

Spesso si ritiene che l’estrattore sia il migliore per preparare le bevande alla frutta, perché lavora “a freddo” e a bassa velocità (ad esempio rispetto alla centrifuga), non ossidando gli alimenti e alterandone poco i valori nutritivi. Tuttavia l’estrattore non permette di assumere le fibre.

Fibre, glicemia e antiossidanti

In effetti, con la spremitura, frutta e verdura perdono gran parte della fibra perché, con gli estrattori e le centrifughe, la polpa degli ingredienti viene filtrata quasi completamente.

La ridotta assunzione di fibre fa sì, fra l’altro, che queste bevande facciano aumentare la glicemia in misura maggiore rispetto al consumo del frutto o della verdura interi perché, proprio la presenza delle fibre, rallenta l’innalzamento della glicemia.

A volte chi intende perdere peso si limita a bere 2-3 frullati o succhi ogni giorno pensando così di ridurre le calorie assunte. In realtà anche i succhi preparati in casa contengono zuccheri naturali e sono quindi calorici, persino quando si frullano verdure come la carota o la barbabietola. Quindi, chi deve tenere sotto controllo la glicemia o chi sta cercando di limitare i carboidrati per poter dimagrire, deve tener conto anche delle porzioni di succhi e centrifugati cercando di non consumarne più di due bicchieri al giorno. 

Proprio per tale ragione negli ultimi anni, successivamente alla pubblicazione di diversi lavori scientifici, ai diabetici è stato consentito di consumare più liberamente la frutta fresca ma non le bevande alla frutta.

Quando le bevande alla frutta vengono ottenute con l’estrattore e la centrifuga, oltre alle fibre si perdono anche alcuni polifenoli e antiossidanti che, trovandosi nella polpa degli agrumi e nelle bucce di frutta e verdura, non possono essere estratti efficacemente con questi apparecchi.

Bere subito

Qualunque sia il metodo di lavorazione, se scegliamo di bere un succo o una spremuta è meglio farlo subito. L’attività antiossidante, infatti, ad esempio della vitamina C, diminuisce in breve tempo per un fenomeno di ossidazione. Nel caso non sia possibile bere immediatamente la bevanda, la si può conservare in un contenitore di vetro a chiusura ermetica ed in frigorifero, consumandola comunque entro 24 ore.

Salute & Benessere è una rubrica medica a cura del dott. Accursio Miraglia. 

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Pubblicato da Accursio Miraglia

Accursio Miraglia, nato a Sciacca il 27-12-68 Nel 1994 Laurea con Lode in Medicina e Chirurgia, Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma – Policlinico Gemelli) Nel 1998 Specializzazione con Lode in Medicina Fisica e Riabilitativa (Fisiatria), Università di Tor Vergata (Roma) Dal 1998 al 2006 partecipa a numerosi corsi di aggiornamento organizzati dall’Accademi Italiana di Medicina Manuale Dal 1998 al 1999 Assistente medico, responsabile area riabilitativa Casa di cura "Villa Fulvia", Roma Dal 1999 ad oggi Direttore Sanitario del Centro di Educazione Psicomotoria s.r.l, centro di fisioterapia accreditato presso il SSN Dal 2009 è consulente tecnico d'ufficio presso il Tribunale di Sciacca e gli uffici del Giudice di pace di Sciacca, Menfi e Ribera. Dall’anno accademico 2014-2015, professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Dal 2015 ricopre il ruolo di docente presso il “Corso-Teorico pratico di Medicina Manuale” organizzato dalla SIMFER (Società Italiana di medicina Fisica e Riabilitativa) con la collaborazione Società Italiana di Medicina Vertebrale (MEDVERT) e le Università “la Sapienza” e Tor Vergata” di Roma.