Volete dimagrire? “Sudare” e “faticare” non è la soluzione ai vostri problemi
Da sempre si crede che l’attività aerobica sia l’ideale per perdere peso. Ma in realtà l’aerobica non basta: non è sufficiente sudare a profusione spingendo il cuore al limite per ottenere una linea perfetta.
Ciò che fa realmente dimagrire è l’aumento del metabolismo basale, inteso come il dispendio energetico di un organismo vivente a riposo, comprendente dunque l’energia necessaria per le funzioni metaboliche vitali (respirazione, circolazione sanguigna, digestione, attività del sistema nervoso, ecc.) e che rappresenta circa il 45-75% del dispendio energetico totale nella giornata.
È abbastanza chiaro a tutti che questo meccanismo è purtroppo sempre meno efficace nella società moderna, dove la disponibilità di cibo è immensa e la tendenza a muoversi è molto diminuita rispetto alla società preindustriale. È qui che entra in gioco il fitness, che ci aiuta a rimanere in forma, ma a patto di farlo in maniera intelligente.
Come si fa a stimolare il metabolismo basale?
In primis sviluppando la massa muscolare. I muscoli, infatti, sono dei tessuti ad alto consumo metabolico, per cui hanno bisogno di una quantità di energia maggiore rispetto alla massa grassa. In sostanza, a parità di peso, una persona più muscolosa di un’altra avrà un metabolismo basale più alto, potrà cioè permettersi di mangiare un po’ di più o, a parità di introito calorico, sarà più magra.
Fondamentale è, però, sapere combinare i vari tipi di esercizio.
Quando ci iscriviamo in palestra il più delle volte vediamo che ci sono tantissimi corsi di tonificazione che associano, per esempio, un’attività aerobica di base con degli esercizi di muscolazione, oppure vengono proposte forme di esercizio che coinvolgono tanti gruppi muscolari nello stesso gesto, come per esempio accade per il Crossfit.
In questo caso possono esserci dei vantaggi, soprattutto quando parliamo di un concetto di fitness complessivo, ma ci sono anche dei limiti per quello che riguarda la capacità di adattamento dell’organismo a stimoli così complessi.
Il muscolo, per adattarsi a uno stimolo, per crescere, ha bisogno di una certa costanza. Le tipologie di stimolo possono anche essere diverse, ma associate nello stesso allenamento creano una sorta di confusione a livello muscolare che limita i risultati ottenuti.
Inoltre, ci sono degli stimoli che, associati nello stesso allenamento, non lavorano in maniera “sinergica” ma, anzi, si contrastano l’uno con l’altro.
L’esempio classico è quando si associa uno stimolo aerobico, per attivare il cuore e a livello cellulare i mitocondri, a un lavoro finalizzato a stimolare la sintesi di massa muscolare.
Ciò significa che se, sperando di ottimizzare tempi e risultati, in una stessa sessione di allenamento si combinano attività anaerobica ad alto carico (pesi), ed aerobica (tapis roulant), i risultati ottenuti saranno certamente inferiori rispetto ad un allenamento separato.
La varietà di allenamento è auspicabile, ma con regole chiare e senza “accumuli” e mix, che possono risultare inutili o, addirittura, dannosi.
L’idea di aumentare il metabolismo basale, quindi, è sempre vincente, ma il risultato può essere inficiato dal modo i cui si associano le attività sportive. Per questa ragione, più che il fai-da-te, è sempre raccomandato lo svolgimento di attività fisica presso strutture specializzate.
Infine, sarebbe bene ogni tanto cambiare sport, provarne uno completamente nuovo che “sorprenda” il metabolismo. Praticare sempre lo stesso sport consente al corpo e al metabolismo di “abituarsi”, riuscendo a garantire gli stessi sforzi con un minor dispendio energetico.
Accursio Miraglia, nato a Sciacca il 27-12-68
Nel 1994 Laurea con Lode in Medicina e Chirurgia, Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma – Policlinico Gemelli)
Nel 1998 Specializzazione con Lode in Medicina Fisica e Riabilitativa (Fisiatria), Università di Tor Vergata (Roma)
Dal 1998 al 2006 partecipa a numerosi corsi di aggiornamento organizzati dall’Accademi Italiana di Medicina Manuale
Dal 1998 al 1999 Assistente medico, responsabile area riabilitativa Casa di cura “Villa Fulvia”, Roma
Dal 1999 ad oggi Direttore Sanitario del Centro di Educazione Psicomotoria s.r.l, centro di fisioterapia accreditato presso il SSN
Dal 2009 è consulente tecnico d’ufficio presso il Tribunale di Sciacca e gli uffici del Giudice di pace di Sciacca, Menfi e Ribera.
Dall’anno accademico 2014-2015, professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Roma “Tor Vergata”.
Dal 2015 ricopre il ruolo di docente presso il “Corso-Teorico pratico di Medicina Manuale” organizzato dalla SIMFER (Società Italiana di medicina Fisica e Riabilitativa) con la collaborazione Società Italiana di Medicina Vertebrale (MEDVERT) e le Università “la Sapienza” e Tor Vergata” di Roma.