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Salute & Benessere. Covid, dalla mascherina l’unica reale protezione?


La mascherina non l’unica reale protezione contro il Covid, ma sicuramente rappresenta un’arma efficace

Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha recentemente firmato l’ordinanza che introduce, a partire a partire dalle 10 di sabato 4 dicembre e fino alla mezzanotte di venerdì 31 dicembre, l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto nelle vie dello shopping e nei luoghi di aggregazione della capitale.  Al momento analogo provvedimento è stato previsto anche a Torino.

Ma queste misure hanno senso? Assolutamente sì, secondo il direttore esecutivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) Rob Butler che evidenzia come “Se in Europa il 95% della popolazione indossasse la mascherina potremmo salvare circa 160.000 vite”.

Butler, che ha anche precisato che attualmente solo il 48% della popolazione europea indossa i dispositivi di protezione, ha citato uno studio pubblicato la settimana scorsa sul British Medical Journal, secondo il quale l’uso della mascherina blocca al 53% la trasmissione del Covid-19.

La ricerca, intitolata “Effectiveness of public health measures in reducing the incidence of covid-19, SARS-CoV-2 transmission, and covid-19 mortality: systematic review and meta-analysis”  ha analizzato i dati di più di 70 studi pubblicati sull’efficacia dei metodi non farmacologici di protezione contro le infezioni da Coronavirus (es. distanziamento, igiene delle mani e mascherina).

Fondamentale è anche la corretta igiene delle mani che rivela un’efficacia pari a quella delle mascherine, ovvero il 53% (anche se i dati non sono sufficientemente avvalorati da un campione statistico significativo).

Tra le norme meno efficaci il distanziamento sociale, che rivela un’efficacia ridotta rispetto agli altri metodi: secondo i ricercatori riduce l’incidenza del Covid solo del 25%. Tale valore lo rende, comunque, un’ottima opzione.

Come conferma Stella Talic, prima autrice della meta-analisi e ricercatrice epidemiologa dell’università Monash: “È plausibile che per aumentare il controllo della pandemia è necessaria non solo un’elevata copertura vaccinale e la sua efficacia, ma anche l’aderenza continua a misure di salute pubblica efficaci e sostenibili“.

Ciò appare ancora più importante se si considera che un recente studio di coorte retrospettivo sul vaccino Pfizer, dal titolo “Effectiveness of mRNA BNT162b2 COVID-19 vaccine up to 6 months in a large integrated health system in the USA: a retrospective cohort study” ha evidenziato come l’efficacia dello stesso si riduca dopo 6 mesi.

Durante lo studio sono state analizzate le cartelle cliniche elettroniche di individui (≥12 anni) membri dell’organizzazione sanitaria Kaiser Permanente Southern California, per valutare l’efficacia del vaccino contro le infezioni da SARS-CoV-2 e i ricoveri ospedalieri correlati al COVID-19. I risultati hanno evidenziato un’elevata efficacia contro i ricoveri ospedalieri fino a circa 6 mesi dopo il ciclo completo, anche a fronte di un’ampia diffusione della variante delta. Al momento della conclusione dello studio la riduzione dell’efficacia del vaccino contro le infezioni da SARS-CoV-2 nel tempo è stata attribuita alla diminuzione dell’immunità indotta dallo stesso piuttosto che all’emersione della variante delta.

I vaccini, quindi, possono aiutare a ridurre l’ospedalizzazione e preservare dal rischio di morte, ma da soli non bastano.

L’utilizzo della mascherina è, quindi, fondamentale per rallentare la diffusione del virus e andrebbe indossata in tutte le occasioni in cui non si può attuare un efficace distanziamento e al chiuso.

Salute & Benessere è una rubrica medica a cura del dott. Accursio Miraglia.