Salute & Benessere. Coma etilico: per un bicchiere di troppo si può morire

Salute & Benessere. Coma etilico: per un bicchiere di troppo si può morire

Andare in coma per una eccessiva assunzione di alcol si può. Non è uno scherzo, carnevale non c’entra


È una cosa maledettamente seria, perché uno degli effetti principali dell’assunzione di alcol è quello di deprimere l’attività cerebrale.

Tecnicamente, una persona è definita in coma quando lo stato d’incoscienza supera le sei ore. Tuttavia, se si ha il sospetto che una persona abbia bevuto troppo e sia in coma etilico (o stia per entrarvi), occorre chiamare immediatamente i soccorsi, perché un intervento tempestivo può fare la differenza fra vivere o morire.

Si arriva al coma etilico quando la concentrazione dell’alcol nel sangue (anche indicata con il termine alcolemia) è superiore a 3,5-4 g per litro di sangue, ma già a 2 g per litro si hanno conseguenze gravi, come la sostanziale assenza di reazione agli stimoli, immobilità, incapacità di comunicare verbalmente e indifferenza all’ambiente circostante.

Questi valori di alcolemia sono puramente indicativi, perché per alcuni soggetti, come le donne o in generale gli adolescenti, anche una concentrazione di 2,5 g per litro può portare al coma e alla morte.
Si ricorda, a titolo di confronto, che in Italia il limite massimo di alcolemia per potersi mettere alla guida è di 0,5 g per litro.

Ma il corpo non è in grado di metabolizzare l’alcol annullandone gli effetti negativi?
Si, ma con una velocità molto ridotta (0,1 g/L l’ora) rispetto a quella di assorbimento perché tramite esofago, stomaco e intestino il corpo assorbe l’alcol a una velocità molto alta.

La capacità dell’organismo di eliminare l’alcol dipende, poi, da elementi soggettivi, tra i quali l’età (più si è giovani più lentamente si metabolizza), il sesso (le donne hanno una velocità di trasformazione dell’alcol più bassa), il peso (chi pesa di meno ha una velocità inferiore di smaltimento).

Ci si ubriaca più rapidamente consumando bevande dal tasso alcolico maggiore, se si beve rapidamente, se si è a stomaco vuoto, se la bevanda alcolica è gasata anziché liscia.
In una persona che ha consumato alcol, i sintomi e i segni che possono far sospettare un coma etilico sono i seguenti:

  • occhi chiusi e nessuna risposta a stimoli uditivi o visivi (voce, luce);
  • nessuna risposta sollecitando gli arti, a eccezione dei movimenti riflessi;
  • nessuna risposta agli stimoli dolorosi, a eccezione dei movimenti riflessi.
  • A questi segni, che descrivono, di fatto, la perdita di conoscenza, si aggiungono
  • contemporaneamente altri segni quali respiro irregolare o molto rallentato,bradicardia,
  • ipotensione arteriosa, ipoglicemia e acidosi (abbassamento del pH del sangue).

Prima di entrare in coma, il soggetto può mostrare segni e sintomi chiari di avvelenamento da alcol, come vomito, confusione, ridotta coordinazione motoria, ipotermia, disidratazione.
Va inoltre precisato che la concentrazione dell’alcol nel sangue continua a salire per circa 30-40 minuti da quando si smette di bere, quindi il coma etilico può sopraggiungere anche quando si è interrotta l’assunzione di alcol.

Se si sospetta di essere alla presenza di una persona in coma etilico, la prima cosa da fare è chiamare immediatamente i soccorsi dell’emergenza sanitaria. Nel frattempo, può essere utile disporre il soggetto su un fianco e coprirlo con una coperta per scaldarlo e contrastare l’ipotermia.
Ancora più utile è, sempre, divertirsi con intelligenza e prudenza, evitando di trasformare la festa in tragedia.

Salute & Benessere è una rubrica medica a cura del dott. Accursio Miraglia.

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Pubblicato da Accursio Miraglia

Accursio Miraglia, nato a Sciacca il 27-12-68 Nel 1994 Laurea con Lode in Medicina e Chirurgia, Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma – Policlinico Gemelli) Nel 1998 Specializzazione con Lode in Medicina Fisica e Riabilitativa (Fisiatria), Università di Tor Vergata (Roma) Dal 1998 al 2006 partecipa a numerosi corsi di aggiornamento organizzati dall’Accademi Italiana di Medicina Manuale Dal 1998 al 1999 Assistente medico, responsabile area riabilitativa Casa di cura "Villa Fulvia", Roma Dal 1999 ad oggi Direttore Sanitario del Centro di Educazione Psicomotoria s.r.l, centro di fisioterapia accreditato presso il SSN Dal 2009 è consulente tecnico d'ufficio presso il Tribunale di Sciacca e gli uffici del Giudice di pace di Sciacca, Menfi e Ribera. Dall’anno accademico 2014-2015, professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Dal 2015 ricopre il ruolo di docente presso il “Corso-Teorico pratico di Medicina Manuale” organizzato dalla SIMFER (Società Italiana di medicina Fisica e Riabilitativa) con la collaborazione Società Italiana di Medicina Vertebrale (MEDVERT) e le Università “la Sapienza” e Tor Vergata” di Roma.