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Salute & Benessere. Colpo di frusta: ecco cos’è, i sintomi e la terapia


Il colpo di frusta colpisce tra 3 e 6 persone ogni 1000 l’anno ed è un evento in continua crescita, probabilmente a causa del traffico cittadino sempre in aumento

Il colpo di frusta sebbene possa avere anche altre cause, è il disturbo più comune riscontrato a seguito di un incidente stradale: la maggior parte di questi soggetti riesce a risolvere i propri sintomi nell’arco di settimane o pochi mesi, ma una parte continuerà a riferire dolore cervicale cronico.

La cronicità di tale condizione può portare diversi pazienti a lamentare una disabilità grave e persistente. Per questo, intraprendere un trattamento precoce ed adeguato risulta fondamentale nella risoluzione completa della sintomatologia.

Definizione

Secondo la Quebek Task Force on WAD si intende per “colpo di frusta” un “trasferimento di energia con meccanismo di accelerazione‐decelerazione che si sviluppa a carico del collo. Tale evento può verificarsi in seguito ad incidenti stradali con impatto antero‐posteriore o laterale, ma può verificarsi durante tuffi o eventi accidentali. L’impatto che ne risulta può dar luogo a danni alle strutture ossee o ai tessuti molli e pertanto può provocare differenti manifestazioni cliniche”.

Sintomi

  • I sintomi principali riferiti in seguito a colpo di frusta sono:
  • Dolore al collo, presente anche durante la palpazione o la mobilizzazione
  • Rigidità del collo
  • Limitazione dei movimenti
  • Mal di testa
  • Vertigini
  • Nausea
    Alcuni pazienti possono inoltre presentare altri sintomi meno frequenti come ad esempio dolore toracico o dorsale, dolore irradiato e parestesie alla spalla, al braccio e/o alla scapola, lombalgia, affaticamento, visione offuscata, perdita di memoria.

Classificazione

Nel 1995 la Quebec Task Force propose la classificazione WAD (Whiplash Associated Disorders), che rappresenta ancora oggi un punto di riferimento per chi si occupa con frequenza di questa patologia .
Si tratta di una classificazione clinica, stilata sulla base dei disturbi associati al colpo di frusta cervicale :

  • Grado 0 = Assenza di disturbi soggettivi e di obiettività clinica.
  • Grado1° = Presenza di cervicalgia semplice, rigidità o iperestesia del collo.
  • Grado 2° = Cervicalgia e segni muscolo-scheletrici oggettivi ( riduzione della
  • articolarità e presenza di punti di dolorabilità – iperestesia )
  • Grado 3° = Cervicalgia con segni obiettivi muscolo-scheletrici ed
  • interessamento neurologico periferico ( Riflessi osteotendinei diminuiti oassenti, ipostenia muscolare, deficit sensitivi ) .
  • Grado 4° = Cervicalgia con segni clinici di lesioni gravi (frattura e/o lussazione).

Diagnosi

La diagnosi di colpo di frusta è eminentemente clinica, tuttavia spesso sono necessari degli accertamenti, che variano in base alla gravità delle lesioni. Nei casi più lievi è sufficiente una radiografia, spesso eseguita più per escludere delle lesioni che per reale necessità. La radiografia diventa invece assolutamente indispensabile in caso di traumi gravi e può essere seguita da esami di secondo livello, come la TAC e la Risonanza. La TAC trova indicazione nel caso in cui si sospetti una lesione ossea, per offrire una visione diversa e più approfondita dell’osso. La risonanza è indicata nel caso in cui si sospettino delle lesioni ai tessuti molli, ai dischi intervertebrale o al sistema nervoso.

Terapia

Nel passato si faceva largo uso del collare cervicale, utilizzato praticamente sempre e comunque. Le nuove evidenze scientifiche, però, indirizzano per un uso più limitato del collare, che non dovrebbe essere prescritto nei pazienti con colpo di frusta di grado 1°, mentre c’è indicazione, ma per pochi giorni nei pazienti con un trauma di grado 2°. Il collare è invece utile, o addirittura indispensabile, nei traumi più severi. Tuttavia non bisogna abusare dell’uso del collare poiché l’immobilizzazione della colonna vertebrale cervicale, se da un lato permette la guarigione dei tessuti traumatizzati, dall’altro pregiudica la corretta attivazione della muscolatura cervicale e spesso ritarda i tempi di guarigione. Passati i primi giorni in cui occorre tenere sotto controllo l’eventuale dolore, l’obiettivo terapeutico principale deve essere quello di un rapido recupero funzionale ed un ritorno precoce alle attività abituali.

La rieducazione deve essere iniziata molto precocemente: è utile eseguire movimenti lenti e regolari, inizialmente di rotazione, poi di flessione ed estensione ed infine di flessione laterale. A questi, successivamente, si potranno associare esercizi di attivazione dei muscoli cervicali, terapie manuali ed eventuali terapie strumentali. Regola imprescindibile è che i movimenti effettuati non siano dolorosi e che, in presenza di una certa limitazione funzionale, non si forzi mai il movimento limitato sperando di vincere un eventuale “blocco”.

Molto utile anche il massaggio, così come le mobilizzazioni articolari, grazie alla loro azione decontratturante, alla stimolazione propriocettiva ed all’effetto rilassante che esercitano sul paziente.

Nelle prime due settimane successive al sinistro, pur in presenza di accertamenti strumentali negativi, è prudente astenersi dal sottoporre i pazienti a manipolazioni vertebrali.

Spesso indispensabile è la terapia strumentale, come Laser, Tecar ed Ultrasuoni, trattamenti dotati di significativa azione decontratturante, antinfiammatoria ed antalgica.

 

Salute & Benessere è una rubrica medica a cura del dott. Accursio Miraglia.