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Salute & Benessere. Colonscopia: un esame salvavita in costante evoluzione


La colonscopia è un esame endoscopico che permette al medico di visualizzare la superficie interna del colon e rappresenta il gold standard per lo screening del cancro del colon, in quanto consente l’identificazione e la rimozione in tempo reale di eventuali lesioni precancerose

Il tumore del colon è una delle principali cause di morte per cancro in tutto il mondo ed ha raggiunto, per numero di casi, il tumore della mammella.

Lo strumento impiegato per effettuare quest’esame è un fibroendoscopio lungo, sottile e flessibile, del diametro standard di 13 millimetri. Dallo strumento, che possiede una fonte luminosa sulla sommità, si ottiene un’immagine, che viene proiettata su un video da un fascio di fibre ottiche oppure da una microtelecamera. 

La colonscopia è in grado, quindi, di fornire una visione diretta del grosso intestino, con precisione e dovizia di dettagli superiori rispetto a un esame radiologico. Inoltre, attraverso il tubo endoscopico possono transitare diversistrumenti (pinze, cateteri con aghi iniettori, anse, forbici per fili di sutura, dilatatori, sonde per l’elettrocoagulazione, cestelli di recupero), sostituibili a piacimento durante la seduta colonscopica senza dover estrarre l’apparato principale, che permettono al medico di effettuare sul momento il prelievo di frammenti di tessuti in maniera assolutamente indolore, di tamponare eventuali sanguinamenti e di eliminare anche piccole lesioni tumorali (i cosiddetti polipi).

Prima di effettuare l’esame è necessario sottoporsi ad una preparazione atta a garantire un’adeguata detersione dell’intestino, fondamentale per una sua osservazione ottimale.

Occorrerà quindi osservare una dieta priva di scorie per i 4 giorni che precedono l’esame (evirando frutta, verdura e cibi ricchi di fibre) e sottoporsi, poco prima dell’esame, a un trattamento lassativo di pulizia. Bisogna infine rimanere a digiuno nelle 8-10 ore che precedono l’endoscopia.

L’esame, che dura da 15 a 30 minuti, può risultare fastidioso e un po’ doloroso a causa della necessità di immettere aria nel viscere per distenderne adeguatamente le pareti e ottenere in tal modo una visione ottimale.

Benché sia un esame molto accurato, la colonscopia presente margini di errore e non assicura la scoperta di eventuali lesioni.

Secondo l’Aigo, l’associazione Italiana che raccoglie da 45 anni gli esperti di gastroenterologia ed endoscopia digestiva impiegati negli istituti ospedalieri, circa il 25% dei polipi sfugge alla colonscopia. È questo un dato allarmante, considerato che oltre il 90% dei polipi si evolvono divenendo tumori. Fra le cause che possono spiegare la mancata individuazione dei polipi vi sono la loro localizzazione e morfologia, le tecniche endoscopiche, la pulizia intestinale, l’esperienza dell’endoscopista.

Per aumentare l’efficacia di questo esame l’Aigo e la Società Italiana di Endoscopia Digestiva (SIED) hanno lanciato il progetto “Integrated Colonoscopy Improvement Program in Italy” che prevede training e monitoraggio dell’accuratezza delle prestazioni.

Sottolinea Gioacchino Leandro, presidente dell’Associazione Italiana Gastroenterologi ed endoscopisti Ospedalieri (AIGO): “la colonscopia è un esame molto importante: uno studio della nostra associazione dimostra che grazie alla diagnosi precoce è possibile salvare un paziente su quattro, ma riteniamo che per ottenere risultati ottimali sia necessaria una sufficiente esperienza e un consistente training, attraverso programmi efficaci e costanti, che affrontino oltre a competenze manuali, tecnologiche e strumentali anche aspetti più strettamente teorici”.

L’obiettivo principale dello studio è valutare un eventuale miglioramento nel padroneggiare la tecnica diagnostica, con aumento della capacità di individuare polipi e adenomi, da parte dei medici sottoposti ad un periodo di training.

Lo studio è strutturato in una prima fase, durante la quale tutti gli endoscopisti di ciascun centro aderente al protocollo hanno il compito di eseguire, raccogliere e comunicare i risultati di 200 colonscopie effettuate.

In una seconda fase è previsto un training attraverso una piattaforma di formazione a distanza in cui agli endoscopisti è data l’opportunitàdi seguire lezioni online di aggiornamento e rivedere i parametri dettati dagli standard internazionali per eseguire una colonscopia di qualità. Una volta superati i moduli di formazione a distanza ha luogo la terza fase, in cui gli endoscopisti, in modo prospettico, raccoglieranno le 200 colonscopie da loro eseguite nei successivi quattro mesi.

L’obiettivo del lavoro è migliorare la potenzialità diagnostica e, di conseguenza, terapeutica di quella che, al momento, è l’unica tecnica che permette realmente di porre diagnosi di patologia in fase iniziale salvando la vita di migliaia di pazienti.