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Salute & Benessere. Benefici della meditazione: mito o realtà?


Diventare padroni della propria mente, mettere ordine e governare i pensieri che si affollano continuamente nella testa è il desiderio di molti. Potrebbe forse aiutarci la meditazione, quella pratica che consente di diventare consapevoli del “qui” ed “ora” attraverso l’utilizzo di tecniche di concentrazione mentale

Si tratta di una pratica molto antica diventata anche un business miliardario che oggi negli Stati Uniti coinvolge 18 milioni di persone (l’8 per cento della popolazione) e che non conosce crisi neppure in Europa: una ricerca della parola meditation su Google porta a oltre cento milioni di risultati.

La ragione di un simile successo è stata fotografata da uno studio di Harvard, apparso su Science con un titolo che non lasciava spazio a equivoci: Una mente distratta è una mente infelice. Lo studio è del 2010, ma la scintilla iniziale di questa pratica si fa risalire a 2.500 anni fa, quando Buddha, seduto a gambe incrociate sotto un albero, avrebbe preso coscienza della realtà per quello che è, cioè del qui e adesso, e avrebbe smesso di soffrire per i mali del mondo.

In termini meno filosofici la meditazione combatte la cosiddetta “deriva attenzionale”, l’innata tendenza della mente a volare altrove, a preoccuparsi di ciò che non c’è.  E, di conseguenza, a soffrire.

Una feconda produzione scientifica evidenzia come chi medita avrebbe una minore tendenza a rimuginare, a somatizzare lo stress, ad ammalarsi. Moltissimi i benefici ascritti alla pratica meditativa: miglioramento del benessere psicofisico, di memoria e concentrazione, riduzione dello stress, del dolore fisico e della pressione, rallentamento del processo di invecchiamento delle cellule.
Ma esistono davvero solide prove scientifiche dei benefici apportati dalla meditazione?

In un articolo pubblicato su “Perspectives on Psychological Science” alcuni psicologi e cognitivisti sottolineano che, nonostante la sua popolarità e i suoi presunti benefici, i dati scientifici sulla meditazione sono assolutamente carenti. Molti degli studi su questa pratica, scrivono gli autori, sono mal progettati, indeboliti da definizioni incoerenti della meditazione e spesso privi di un gruppo di controllo per escludere l’effetto placebo.

L’articolo cita una rassegna del 2015 pubblicata su “American Psychologist” secondo cui solo il 9 per cento delle ricerche sul tema è stato verificato con studi clinici che includevano un gruppo di controllo. Gli autori sottolineano poi che molte ampie meta-analisi controllate con placebo hanno concluso che le pratiche meditative hanno spesso prodotto risultati minimi.

Una rassegna del 2014 di 47 studi sulla meditazione, per un totale di oltre 3.500 soggetti, non ha trovato prove solide di vantaggi in merito al miglioramento dell’attenzione, alla riduzione dell’abuso di sostanze, al miglioramento della qualità del sonno o al controllo del peso.

Nicholas Van Dam, psicologo clinico e ricercatore di scienze psicologiche dell’Università di Melbourne, in Australia, autore di diverse ricerche, afferma che lo studio pubblicato “non dice che la meditazione non sia utile per alcune cose, ma che manca il rigore scientifico per sostenere affermazioni tanto esagerate”.

Un’altra preoccupazione di Van Dam e dei suoi collaboratori è che, a tutto il 2015, meno del 25 per cento degli studi sulla meditazione includeva il monitoraggio dei potenziali effetti negativi della pratica.

Van Dam riconosce che esiste anche qualche valida prova a supporto della meditazione, che può portare benefici (seppur modesti, a suo parere) per ansia, depressione e dolore. “L’intenzione e l’ampiezza di questa revisione sono benvenuti: stanno cercando di introdurre rigore e equilibrio in questo campo emergente”, afferma Willem Kuyken, professore di psichiatria dell’Università di Oxford, nel Regno Unito, non coinvolto negli studi. “Ci sono molte aree in cui i programmi basati sulla meditazione sembrano accettabili e promettenti, ma sono necessari studi randomizzati e rigorosi su scala più ampia”.

Salute & Benessere è una rubrica medica a cura del dott. Accursio Miraglia.