Il ritorno del Nazaro. Il Senato salva Berlusconi: no a intercettazioni olgettine

Il ritorno del Nazaro. Il Senato salva Berlusconi: no a intercettazioni  olgettine

Il patto del Nazareno ritorna, o forse come molti hanno spesso detto, non si è mai veramente interrotto.

berlusconi

Gli indizi c’erano tutti, chi frequenta le aule parlamentari, ha sicuramente notato i movimenti “sotterranei” ma non troppo. Paolo Romani, noto negoziatore di accordi sottobanco, ieri mattina, più volte aveva interloquito con Luigi Zanda, capogruppo del Pd. Niccolò Ghedini, avvocato di Berlusconi, anche lui negoziatore di rango, di prassi, sempre assente in tutte le votazioni, ieri si è improvvisamente materializzato in Aula e solo quando si votava per Berlusconi.

Il clou si raggiunge con l’assenza di Giorgio Napolitano, che non si perde mai un voto, ma proprio ieri era assente dopo avere rilasciato un’intervista al Foglio in cui spiegava che è necessario un’intesa tra la maggioranza e l’opposizione responsabile (il centrodestra) per correggere la legge elettorale in un sistema ormai tripolare. Praticamente una confessione del restaurato patto.

Ecco queste le premesse, che unite al voto segreto, hanno di fatto salvato per l’ennesima volta Silvio Berlusconi. Poi partono le accuse di rito. Nonostante l’evidenza dei fatti, il PD prova ad accusare i 5 stelle di avere votato per il no alle intercettazioni. I grillini ovviamente rispondono con toni abbastanza piccati.

Ma il soccorso del Pd a Berlusconi è innegabile. A confermarlo, è il capogruppo di F.I. Paolo Romani con un sorriso compiaciuto a chi gli chiede: Scusi, senatore, ritiene che il Pd vi abbia dato una mano? La risposta è plateale: “Ca va san dire. Mi pare evidente. Lei ha dubbi?”. Be neanche noi.

Giuseppe Ruvolo, senatore siciliano di Ala, uno che sa muoversi molto bene nel Palazzo, ai cronisti aggiunge: “Figlio mio, se mi fermo e parlo tu mi virgoletti. Ti spiego, ma solo per farti capire. Hai visto la votazione su Milo? 140 a 120 per utilizzarle. A quella dopo su Berlusconi diventano 120 a 130 e 8 astenuti. È ovvio che c’è una manovra politica, mica uno da giustizialista su Milo diventa garantista su Berlusconi. Un pezzo del Pd, una ventina… Berlusconi… Perché non vai a scassare la minchia a qualcuno che conta del Pd, così respiri un po’ d’aria di Nazareno?”.

Il senatore Lucio Barani, capogruppo dei verdiniani, aggiunge e fa notare il ruolo avuto dagli assenti e li ringrazia. Tra le fila del PD infatti, ben 17 non erano in aula, un numero in grado di fare la differenza.

Tutto chiaro… fin troppo, eppure dai banchi del PD, nonostante l’evidenza dei fatti, continuano ad accusare il M5S.

Quello che è successo era ampiamente prevedibile e questo anche a seguito della decisione di Renato Schifani di mollare Alfano e pronto a creare un incidente al Senato. Appare del tutto evidente che Renzi, abbia colto l’occasione di fare un favore a Silvio, per poi chiedere un contraccambio che Berlusconi ora non potrà più rifiutare, blindando di fatto la sua maggioranza. Fedele Confalonieri ora sarà più che contento.

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Debora Ranzetti

Pubblicato da Debora Ranzetti

Debora Ranzetti, romana, avvocato ma blogger per passione. Non ha partiti ne tessere, amante delle battaglie impossibili, il cui motto è: “non mi piego, ma a spezzarmi non ci penso nemmeno”. Scrive quello che pensa, senza filtri, ma sempre nel rispetto delle regole. Animalista, ambientalista, inquieta e sempre di corsa, ma pronta a fermarsi se qualcuno è in difficoltà.