Quello Rai non è un “Canone” ma una imposta: ecco chi rischia

Quello Rai non è un “Canone” ma una imposta: ecco chi rischia

rai-canone Il governo lo “spaccia” dolosamente per “Canone”, forse per invogliare il cittadino al pagamento spontaneo entro la scadenza naturale, ma così non è.

Partiamo allora, dalla definizione del termine canone. Il dizionario “Garzanti” riporta: “prestazione in denaro o in altra forma, corrisposta periodicamente per l’utilizzo di un bene: affitto, locazione ecc…”. Chiaro? Tradotto significa: “se lo richiedo ne pago l’utilizzo”, se non lo voglio, recedo. Praticamente quello che si fa con le “Pay-Tv”.

In base a questa definizione, si capisce immediatamente che quello Rai, non è un canone ma una comunissima imposta, come le centinaia presenti nel nostro sistema tributario, il cui presupposto non è la visualizzazione – quindi l’usufruire di una prestazione – ma il semplice possesso di un qualsiasi apparecchio televisivo, funzionante o meno: esattamente alla stessa stregua di una casa, di un terreno o di una automobile che pagano  “l’imposta di possesso” – non il canone.

Sempre in maniere “subdola” la richiesta avviene promettendo ricchi premi e cotillon – estrazioni, Bingo di fine anno ecc… Ma non solo: è sbagliato usare anche il termine “Rai” accostato alla parola “canone” in quanto il beneficiario dell’imposta non è la Rai, ma lo Stato, che poi ne destina una parte al finanziamento della televisione pubblica . Non vi è dunque alcuna relazione diretta – come chiarito dalla Corte Costituzionale e dalla Cassazione – tra le entrate derivanti dal cosiddetto “canone” e quelle invece destinate alle tre reti della Rai.

Fatta questa dovuta precisazione, analizziamo le conseguenze che ciò comporta, alla luce della nuova normativa in materia.

Fino a ieri, chi non aveva alcun interesse a guardare la Tv, si limitava a non pagare il cosiddetto “canone”, ma oggi interviene la nuova legge che prevede il pagamento integrato nella bolletta della luce. In molti quindi, si chiederanno cosa fare e come agire nel caso in cui non si possiede una Tv e non si vuole usufruire di questo servizio.

Partiamo dunque dal punto più controverso. Esiste un problema che è legato a chi non ha mai avuto una Tv e vista la nuova norma, decide di acquistare una oggi , o chi magari già la possedeva ( e furbescamente) non pagava ed ora vorrebbe mettersi in regola e pagare il dovuto.

A questo punto sorge un problema di natura giuridica non di poco conto: la Rai potrebbe richiedere il pagamento dei 10 anni antecedenti per “tacita ammissione” . Ma vediamo nei particolari di cosa si tratta.

Secondo un orientamento emerso dalle dichiarazioni di diversi dirigenti RAI, chi inizia a pagare per la prima volta il canone RAI inserito nella fattura elettrica “maggiorata” da quest’anno, avrà fatto una sorta di “tacita ammissione” del possesso del televisore anche per gli anni precedenti e la Rai potrà quindi – a norma delle leggi vigenti – richiedere il pagamento di tutti gli arretrati del canone.

Ricordiamo che la prescrizione per il canone Rai scatta dopo i 10 anni, quindi questo è il periodo da sanare. Inoltre, all’importo totale si aggiungerà anche la sanzione per l’omesso versamento, che è pari a cinque volte il canone stesso. A rincarare la dose anche la dichiarazione del Governo fatta dal sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, che ha sentenziato: nessun condono tombale per chi non ha pagato il canone Rai negli anni passati.

Quindi il vero “BUSINESS” per Rai e governo è, che l’inserimento del canone Rai nella bolletta della luce farà emergere i numerosi evasori che negli anni passati non hanno versato l’imposta. Ed allora come procedere?

In pratica, Il pagamento del canone per la prima volta in abbinamento con la bolletta , sarà considerato dal fisco come una sorta di autodenuncia. Il “ragionamento” del fisco potrebbe dunque essere il seguente: se il contribuente inizia a pagare senza sollevare eccezioni (non ha la tv, ha suggellato il televisore, il canone è a nome di un altro familiare, ecc.), di conseguenza il fisco presume che il contribuente abbia sempre avuto la tv e quindi, ha l’obbligo del pagamento del canone Rai, anche per anni precedenti, e di conseguenza procederà ad un accertamento nei suoi confronti.

A questo punto, il “malcapitato” avrà due strade: o dimostrare, con fattura, ricevuta o scontrino alla mano, di possedere la tv soltanto dal 2016, oppure pagare arretrati, sanzioni e interessi.

Ovviamente il tutto tramite un ricorso davanti ad un giudice e dimostrare in tribunale di possedere un apparecchio televisivo soltanto dal 2016 non è impresa facile, poiché il giudice potrebbe eccepire che il contribuente nonostante abbia uno scontrino di acquisto datato 2016, non può dimostrare che non era già in possesso di altri apparecchi precedentemente acquistati. L’unica modo di salvarsi è dimostrare con certezza di essere stato esonerato dal Canone Rai negli anni passati, o avendo richiesto la procedura di suggello del televisore, o mediante l’invio di una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà relativa al mancato possesso di apparecchi TV.

In conclusione, per il cittadino che non ha mai pagato il Canone, non essendo possibile rilasciare una dichiarazione sostitutiva per il passato (relativa, cioè, al mancato possesso di televisori negli anni precedenti), in quanto non dimostrabile, se ha voglia di comprare un televisore, o dimettersi comunque in regola, consigliamo di aspettare almeno un altro anno. Nel frattempo per quest’anno converrà fare una dichiarazione sostitutiva in cui si comunica il non possesso di televisori. Attenzione però, la dichiarazione sostitutiva mendace è un atto penalmente sanzionabile, dunque va fatta solo se veritiera.

Infatti, non è difficile prevedere controlli di funzionari Rai casa per casa, o controlli incrociati con le banche dati degli abbonati alle pay tv.

Per chi decide di optare per l’autocertficazione ecco come fare: compilare il modulo (sotto il link per scaricarlo) che andrà spedito in busta chiusa mediante raccomandata A.R., all’indirizzo:

Agenzia delle Entrate S.A.T.

Sportello Abbonamenti TV

Ufficio Torino 1

Casella postale 22

10121 Torino

Consigliamo la forma della cosiddetta raccomandata senza busta. In alternativa alla spedizione si potrà consegnare l’autocertificazione direttamente a mani dell’Agenzia delle Entrate più vicina al luogo di propria residenza che poi, per competenza, la spedirà alla sede di Torino.

Per ogni singolo modulo di autocertificazione, alleghiamo anche il relativo Pdf scaricabile cliccando su questo link: Disdetta-canone-non-possesso-tv

 

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Debora Ranzetti

Pubblicato da Debora Ranzetti

Debora Ranzetti, romana, avvocato ma blogger per passione. Non ha partiti ne tessere, amante delle battaglie impossibili, il cui motto è: “non mi piego, ma a spezzarmi non ci penso nemmeno”. Scrive quello che pensa, senza filtri, ma sempre nel rispetto delle regole. Animalista, ambientalista, inquieta e sempre di corsa, ma pronta a fermarsi se qualcuno è in difficoltà.