Aveva visto bene. Quello che sta succedendo in questi giorni, da l’esatto metro di valutazione di quale sia attualmente il livello di credibilità in Italia della sinistra, a sinistra del PD.
Civati in questi giorni è impegnato in una battaglia, forse, al di sopra delle sue attuali potenzialità: il raggiungimento delle 500.000 firme prima del 30 settembre, necessarie per presentare i quesiti referendari che ha proposto.
I conoscitori dei retroscena della politica italiana, riferendosi a Possibile, si dicono certi dell’esistenza di un accordo tra Fratoianni e Fassina per “far fallire la raccolta firme di Civati nei referendum e poi ridimensionato, costringerlo a sedersi intorno ad un tavolo”.
Carta stampata, TV ed informazione in genere, parlano del “sesso degli angeli”, ma ignorano completamente POSSIBILE ed il suo programma, insomma contro Civati è scattata la consegna del silenzio, micidiale, ferrea.
Ma Pippo non sembra preoccupato – o almeno così fa credere – e dice: “il fatto è che con le persone che incontriamo nel nostro cammino – tante, più di quante potevamo immaginare –, il problema che ci si pone è esattamente l’opposto. “Ci piace questa vostra iniziativa, l’idea di partire dal basso, ci piacciono le persone che la portano avanti – ci dicono – ma, per favore, spiegateci come pensate di procedere nella costruzione del “nuovo soggetto politico” della sinistra. Non abbiamo più tempo da perdere e non vogliamo vivere l’ennesima delusione: se pensate che possa nascere da un accordo a tavolino, tra presunti leader, ditecelo subito perché noi non ci stiamo”. E continua “Chi si iscrive a Possibile (non una newsletter ma un’associazione con tessera e quota associativa di 15 euro versata tramite bonifico), chi dà vita a Comitati locali (quasi 200 in più di 150 città) conosce la risposta. Lo fa per un obiettivo preciso: registrarsi come socio fondatore per il primo congresso di quello che sarà il nuovo soggetto. Per la prima volta in Italia, dopo 123 anni, un soggetto a sinistra che non nasce né da una fusione né da una scissione ma dal basso, dalle persone che scelgono di associarsi”.
Infine conclude con un anatema forte: “non rispondiamo perché non corriamo il pericolo di trovarci “ridimensionati” intorno al tavolo di un (ennesimo) accordo tra leader. A quel tavolo, semplicemente, non ci saremo e tutti i nostri interlocutori lo sanno bene. Ma più ancora perché non abbiamo nessun interesse a entrare in polemica con persone che vorremmo vedere con noi, e AL PARI di noi e di tutti gli altri soci fondatori, impegnati a votare statuto, programmi e dirigenti del nuovo partito”.
Civati conosce bene i suoi interlocutori, sa che in fondo sono uomini di “spettacolo” in grado di fare sceneggiate come e forse meglio del grande De Filippo. In fondo i vari Vendola, Stefàno e C., cioè SEL, il partito che avrebbe dovuto dare il maggiore contributo alla costruzione di Possibile, al suo interno è irrimediabilmente spaccato e i più ambiscono a raggiungere i dissidenti maestri del “penultimatum” all’interno della sinistra del PD ed a garantirsi un posto sicuro.
In questa lotta intestina, forse l’ultima spiaggia per la sinistra italiana, a guadagnarci sono essenzialmente due: Renzi ed il suo governo, che prende atto del fallimento (speriamo di no per la democrazia) di una alternativa alla sua sinistra e Grillo, che diventa l’approdo finale degli scontenti, di coloro che stanchi di aspettare che i loro leader facciano qualcosa di sensato, vedono nel M5S l’unico soggetto che fa opposizione e fa ciò che predica.
La Redazione di Fatti&Avvenimenti.