Il PD ed il disastro delle amministrative: adesso Renzi vorrà una legge elettorale su misura, se Gentiloni non gli fa le scarpe prima

Il PD ed il disastro delle amministrative: adesso Renzi vorrà una legge elettorale su misura, se Gentiloni non gli fa le scarpe prima

Un commentatore, evidentemente privo del tutto del senso del ridicolo, escludendo che fosse munito di un perfido senso dell’ironia, l’altra sera, all’arrivo dei risultati del turno delle Amministrative, dopo elucubrazioni usualmente sciocche ed inconcludenti, ha affermato: “Con questo risultato ora si dovrà procedere a fare una legge elettorale d’impianto alquanto diversa”.

Certo, “Pulcinella si confessa cantando”. Ma quell’ingenuo non aveva nemmeno un pizzico della piacevolezza della maschera Napoletana.

Oramai le leggi elettorali su misura del voto presumibile è diventata una mascalzonata così abituale da essere “naturale”, tanto che gli imbecilli, e non solo gli imbecilli, non fanno mistero di questi marchingegni.

Credo che anche Renzi abbia finito per convincersi che dovrà ripiegare su di una legge elettorale “difensiva”, magari tale da “escludere” la famosa “governabilità” con la quale finora aveva ritenuto di dover far digerire di tutto dagli Italiani e che ora è problema per gli altri, e non per lui che di governare potrà solo sognarselo.

Lo avevamo già scritto: ce n’è voluto di tempo, ma oramai il “non è successo niente”, con il quale Renzi ha ritenuto di poter buttarsi dietro le spalle l’esito del referendum del 4 dicembre, ha finito per non reggere. Opporre alla batosta del 60% dei NO alla sua riforma costituzionale (un pasticcio in nome, appunto, della “governabilità”) la sua vittoria nelle ridicole “primarie” contro i bambocci Orlandino ed Emilianone, era una scempiaggine della stampa leccapiedi (la stessa che tifava per il SI) di Confindustria e dintorni.

Ma la gente, benché disorientata e priva di buoni punti di riferimento avverte chiaramente che il giovinotto col nasino un po’ all’insù ha perso smalto e perde pezzi.

Oramai si regge solo per la fragilità degli altri. E deve temere proprio il suo “sostituto”, Gentiloni, che gli sta facendo le scarpe.

Non è che ci sia molto da rallegrarsi per come vanno le cose. Ma anche qualche bel capitombolo dei più antipatici aiuta a sopportare la cattiva aria che tira.

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Mauro Mellini

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Mauro Mellini

Pubblicato da Mauro Mellini

Eletto deputato nel 1976, ha combattuto le più note battaglie radicali per poi allontanarsi dal partito alla fine degli anni ottanta in concomitanza con la scelta del Partito Radicale di trasformarsi in soggetto transnazionale e di non partecipare più a competizioni elettorali italiane. Successivamente ha ricoperto il ruolo di componente del Consiglio Superiore della Magistratura. Editorialista e saggista, è autore di numerosi scritti, in cui con vena polemica indaga sulle storture della legge. Il suo testo più noto è Così annulla la Sacra Rota (Samonà & Savelli), che contribuì fortemente all'approvazione della legge sul divorzio. Nel 2006 ha fondato insieme ad Alessio Di Carlo il periodico on line GiustiziaGiusta, dedicato ai temi della giustizia in chiave garantista. È stato ed è uno dei primi e più strenui difensori del garantismo, a partire dal celebre caso Enzo Tortora.