Multa per i grillini disobbedienti: il 77% approva

Multa per i grillini disobbedienti: il 77% approva

Grillo annuncia un provvedimento che per la verità non è nuovo, era già stato applicato dai 5S alle elezione europee, ma ora alla luce dei molti “voltagabana”, viene applicato anche alle elezioni comunali di Roma.

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Sondaggio Libero .it

Si tratta di un ragionamento semplice, se ti candidi con il M5S, accetti per iscritto, il regolamento e linee politiche, che peraltro sono sottoposte all’approvazione degli elettori, i quali ti votano in base a quel programma e a quelle regole comportamentali.

Se tradisci le regole, va da se che tradisci anche gli elettori e cagioni un danno di immagine ed anche economico al movimento che ti ha votato e ha sostenuto le spese della campagna elettorale.

Qualcuno, come ad esempio la Gruber, ieri sera su LA7, ha obbiettato che si tratta comunque di una colpa da parte del movimento che non sarebbe in grado di selezionare i candidati. Ha risposto prontamente l’ospite della serata, la parlamentare grillina Paola Taverna: “ chiediamo i currucula e il certificato penale, ma al momento non siamo in grado di vedere “l’anima” delle persone”. Una risposta chiara e semplice, come si fa a sapere a priori se una persona che è sempre stata onesta, di fronte a pressioni e promesse monetarie varie, rimanga tale o si faccia corrompere?

Quello della Gruber non è comunque l’unico attacco, la “contraerea” piddina è partita immeditamente, ma anche le destre non sono state a guardare.

Libero.it, nel tentativo di screditare Grillo, ha lanciato un sondaggio on line, la cui domanda secca è: ”Multa di 150mila euro per i grillini disobbedienti: siete d’accordo?”. Sallusti evidentemente si aspettava, almeno dai suoi lettori un risultato che mettesse in cattiva luce il M5S, ma il risultato è stato l’opposto. Al momento della stesura di questo l’articolo, il risultato è clamoroso: il 77% approva il provvedimento contro un 23% contrario, il sondaggio a cui potete ancora partecipare è a questo link .

A noi comunque il risultato non appare così clamoroso, la gente è stanca di gente che cambia casacca solo e esclusivamente per il proprio tornaconto.

Anche Antonio Di Pietro è intervenuto sull’argomento con una intervista rilasciata al fattoquotidiano.it, nel quale dice che non è una novità e che il primo ad utilizzare questa clausola fu proprio IDV. Inoltre mette a tacere quanti in questi giorni gridano allo scandalo, perché a loro dire il provvedimento sarebbe incostituzionale.

Infatti l’ex presidente di IDV, dice: “i candidati nelle liste dell’Idv, se eletti, dovevano rimborsare le spese elettorali sostenute dal partito, versando una quota mensile di 1.500 euro che veniva trattenuta dalle strutture territoriali del partito stesso per il suo funzionamento”. Poi precisa: “non è certo un tradimento pensarla diversamente. Altra cosa invece è abbandonare il partito dopo essere stato eletto, fregandosene degli impegni presi con gli elettori. In tal caso era prevista una penale da 100 mila euro. Il motivo è molto semplice: durante la campagna elettorale un partito prende degli impegni politici con i propri elettori e investe sui suoi candidati anche importanti somme di denaro. Ma chi usa il partito come un taxi per farsi eleggere e poi pensare agli affari propri deve essere sanzionato in qualche modo. Altro che vincolo di mandato”.

Di Pietro sulla questione si schiera con Grillo, come del resto il 77% di chi ha votato il sondaggio di Libero. E voi?

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Debora Ranzetti

Pubblicato da Debora Ranzetti

Debora Ranzetti, romana, avvocato ma blogger per passione. Non ha partiti ne tessere, amante delle battaglie impossibili, il cui motto è: “non mi piego, ma a spezzarmi non ci penso nemmeno”. Scrive quello che pensa, senza filtri, ma sempre nel rispetto delle regole. Animalista, ambientalista, inquieta e sempre di corsa, ma pronta a fermarsi se qualcuno è in difficoltà.