Milano: tra corruzione ed arresti. Ma per Cantone è la Capitale Morale d’Italia

Milano: tra corruzione ed arresti. Ma per Cantone è la Capitale Morale d’Italia

cantoneCome noto, Raffaele Cantone, “Uomo dell’Anno 2014” secondo L’Espresso, magistrato in aspettativa che ad oggi presiede l’Autorità Nazionale Anticorruzione, ha recentemente affermato: “Milano si è riappropriata “del ruolo di capitale morale del Paese, mentre Roma sta dimostrando di non avere quegli anticorpi di cui ha bisogno e che tutti auspichiamo possa avere in vista del Giubileo che aprirà i battenti il prossimo 8 dicembre“. Occasione è stata la cerimonia del “Sigillo della Città” di Milano direttamente dalle mani del Sindaco Pisapia.

Cosa abbia indotto il magistrato ad affermare pubblicamente una simile considerazione non è completamente noto, o meglio, è stato precisato che fosse un modo di “pungolare”, ma più che un pungolo è sembrata una coltellata, non ultimo, anche al sindaco Ignazio Marino. Noto è però che tale considerazione ha assunto un sapore tutto politico, più che tecnico o giudiziario.

A tali affermazioni hanno replicato Orlando (chiedendo di non creare falsi miti), sindaco di Palermo e presidente Anci, lo stesso sindaco della Capitale Marino e tanti altri. Solo ultimo in ordine cronologico è la risposta di Francesco Forte docente universitario e giornalista, nome sconosciuto alle nuove generazioni, ma che chi ricorda la prima Repubblica, ricorderà come Ministro delle Finanze dal 1982 al ’83, Ministro per il Coordinamento delle Politiche Comunitarie dal ’83 al ’86 e Sottosegretario agli Affari Esteri dal ’86 al ’87 (piena era Craxi); che proprio oggi dal Foglio diretto dal Claudio Cerasa scrive: “Roma rimane di fatto la capitale morale, checché ne dica Cantone”.

A seguito anche di questo genere di uscite da parte di Cantone, tra l’altro, c’è stato un duro scontro con l’Associazione Nazionale Magistrati. Rodolfo Sabelli da Presidente dell’ANM, infatti, ha dichiarato che Cantone sembra essere troppo vicino alla politica. Parole a cui lo stesso Cantone ha poi replicato minacciando di andarsene dall’associazione, minaccia a cui è seguita la lapidaria replica dell’ANM con Sabelli stesso: “Decida liberamente cosa fare, se restare o andarsene”.

Da tutto ciò si può comprendere bene come le parole di Cantone, vadano via via, forse anche per “colpa” dei mass media, assumendo un significato sempre più politico, oltre che tecnico.

Ma la domanda da porsi resta una: Milano si può definire si o no, capitale della moralità in Italia? (perché Capitale Morale, significa un’altra cosa e cioè “capitale in senso sostanziale ”, contrapposto alla nozione di “capitale in senso formale”, qualcuno lo spieghi al buon Cantone).

Dire che Milano sia la Capitale della moralità in Italia appare quantomeno azzardato, va detto. Milano qualche decennio fa, era la “Milano da bere” (e vomitare n.d.r.), simbolo di ogni male e di una società decadente e corrotta. Milano, la culla dell’inchiesta Mani pulite, bella vita e tangenti, con tanto di valigette gonfie di contanti che entravano piene e uscivano vuote da certe segreterie politiche.

Milano e la Lombardia “galleggiano” su cumuli di scandali difficili da dimenticare. Dall’ultimo di poche settimane fa, con le manette scattate ai polsi di Mario Mantovani, vicepresidente della Regione, nonché assessore alla Sanità, passando poi per le spese pazze (e rimborsi) dei consiglieri regionali (con tanto di mutande verde-Lega), i diamanti di Belsito e del Carroccio e gli investimenti in Africa, il caso Penati, e poi gli scandali e le inchieste che hanno travolto Roberto Formigoni e tanto altro…

Tutto questo, senza considerare che nella civilissima ed europeissima Milano, qualsiasi organo istituzionale, autorità competente ed associazione anti-mafia non può non confermare la penetrazione capillare di cosche e famiglie mafiose nel tessuto economico (e politico) del capoluogo e della regione più ricca e produttiva d’ Italia. Per capirne qualcosa di più, un buon articolo de Likiesta.it

Ma attenzione, forse Cantone stava pensando all’EXPO quando ha detto quella frase, ed allora leggetevi il nostro articolo e traetene le vostre considerazioni: qui il link.

Quindi, ricordando tutto ciò, c’è solo una domanda da porsi: Perché Cantone ha espresso questa considerazione in quel dato momento? ( Davanti a Pisapia, con a Roma Marino era ancora dimesso, prima di ritirare le dimissioni)

Forse tra qualche mese riusciremo a capirlo.

 

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