Se non fosse che due di queste “grazie”riguardano gli ex agenti della Cia coinvolti nel sequestro dell’imam Abu Omar: Betnie Medero e Robert Seldon Lady.
I due furono condannati, in concorso tra loro, insieme ad altre ventiquattro persone, per il reato di sequestro di persona, avvenuto a Milano nel febbraio del 2003 ai danni dell’imam Abu Omar.
Quello che fa scalpore in questo caso, non è l’atto in se stesso che rientra nelle prerogative del capo dello stato, ma “l’assoluta” subalternità del nostro governo – a prescindere da chi ci sia in carica – agli americani. Pare infatti, che questo provvedimento sia stato richiesto qualche mese fa direttamente da Obama a Mattarella, il quale ha prontamente eseguito, aspettando solo le feste natalizie per giustificare l’evento.
A confermare la “nullità della sovranità nazionale, c’è il fatto che il presidente della Repubblica ha agito in perfetta continuità con il suo predecessore Giorno Napolitano che già a suo tempo, aveva graziato un altro agente CIA coinvolto nella stessa vicenda. Anche allora il caso suscitò sdegno nell’opinione pubblica.
Il caso è ben noto e lo ricordiamo brevemente per chi avesse perso la memoria. Un gruppo di agenti della Cia con la complicità degli 007 italiani – condannati anche loro – nel 2003, senza nessuna autorizzazione, organizzarono il blitz del rapimento in combutta con i vertici del Sismi.
Il 17 febbraio 2003, quindi scompare Hassan Mustafa Osama Nasr, noto come Abu Omar, imam egiziano della moschea di viale Jenner a Milano. La moglie denuncia subito il sequestro. Fu lo stesso Abu Omar in una memoria scritta, anni dopo a raccontare l’accaduto: “Camminavo a piedi vicino casa mia e davanti a un giardino pubblico vidi una Fiat rossa. L’autista venne verso di me di corsa, poi tirò fuori una tessera e disse: sono della polizia. Un furgone bianco si fermò vicino al marciapiede e hon capii più niente. Ho visto solo due persone che mi sollevavano di peso, legandomi piedi e mani: tremavo per le botte e dalla mia bocca è uscita schiuma bianca. Da li poi, venni portato alla base di Aviano e poi trasferito in Egitto”. Ricordiamo che in quel periodo la Procura di Milano stava indagando per il ruolo in organizzazioni fondamentaliste islamiche.
Ecco la storia è tutta qua, gli americani, considerano l’Italia, niente altro che una loro colonia, su cui fare quello che gli pare senza chiedere nessuna autorizzazione e… vedendo i risultati, hanno ragione.
Debora Ranzetti, romana, avvocato ma blogger per passione. Non ha partiti ne tessere, amante delle battaglie impossibili, il cui motto è: “non mi piego, ma a spezzarmi non ci penso nemmeno”. Scrive quello che pensa, senza filtri, ma sempre nel rispetto delle regole. Animalista, ambientalista, inquieta e sempre di corsa, ma pronta a fermarsi se qualcuno è in difficoltà.