Lunedì, per la gioia di Renzi, Verdini dovrebbe presentare il suo nuovo partito

Lunedì, per la gioia di Renzi, Verdini dovrebbe presentare il suo nuovo partito

VERDINIVerdini ha un piano preciso, costruire il suo gruppo di “responsabili” per soccorrere Renzi al senato, ma con un secondo fine più recondito e sottile. Renzi, con il nostro abbraccio, finirà con il litigare con la sinistra fino a rompere e faremo assieme il partito della Nazione, una lista Renzi”.

Parole pronunciate dopo la cena di mercoledì sera con il braccio destro del premier Luca Lotti e mai smentite dalle parti di palazzo Chigi o dallo stesso Renzi, dal quale non è uscito neanche uno spiffero di imbarazzo sullo “strappo di Verdini” nel giorno in cui ha ricevuto il suo quarto rinvio a giudizio. Peraltro tra i quattro, ll processo più temuto, su cui Verdini teme una richiesta d’arresto.

Per salvare la faccia, ci si sarebbe aspettata una reazione da parte di Renzi, almeno un senso di imbarazzo, invece nulla. Anzi, raccontano fonti vicine a Denis, col premier si è intensificata la consuetudine telefonica, tanto che gli sarebbe stata già comunicata la scelta del futuro capogruppo, Lucio Barani, un craxiano della prima ora. È stato scelto Barani perché con un “Cosentiniano” Renzi avrebbe avuto problemi a sinistra”. Ma si è supplito all’ammanco con Eva Longo, colonna dell’allora Pdl di Cosentino come vice. Dunque lunedì se le previsioni saranno rispettate, nascerà il gruppo “Azione Liberalpopolare”. Il primo atto sarà quello di chiedere al presidente del Senato Grasso il riequilibrio nelle commissioni, i posti promessi vanno subito distribuiti, altrimenti perche questi”signori” avrebbero cambiato casacca?. Una in particolare è cruciale, quella dove passano le riforme: “A quel punto – sussurra un senatore responsabile – in commissione Affari costituzionali entrerà un verdiniano e prenderà il posto di un senatore di Gal”. Ovvero di Mario Mauro, fiero oppositore della riforma Boschi. Nel suo ultimo intervento in commissione mise in fila tutte le dichiarazioni di Giorgio Napolitano e di Sergio Mattarella sui punti delle riforme costituzionali del governo Berlusconi coincidenti con quelle del governo Renzi. In commissione, al momento, i numeri sono di 14 a 14. E quindi un senatore è determinante.

Rimarrebbe il problema dei tre del Pd, appartenenti alla minoranza e qui è pronta l’idea di un bis “dell’epurazione” avvenuta alla Camera, col premier che chiese la sostituzione dei esponenti del Pd in commissione: via la sinistra, dentro i fedelissimi.

Quello che questa gente, abituata a transitare nei tribunali da imputati ha in mente, è tutto il contrario della democrazia. Le fame bulimica di potere e soldi, mescolata alla spregiudicatezza e alla mancanza di dignità intellettuale, fa di questo gruppo e del suo alleato Renzi, qualcosa di cui l’Italia deve assolutamente liberarsi con ogni mezzo.

 

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