Ecco la vera storia di Igor il russo, che si chiama Norbert ed è serbo: “Vicini a prenderlo”


Sono diverse settimane ormai che sentiamo parlare in tv delle vicende di “Igor il Russo”, il noto criminale dell’est Europa, riconosciuto colpevole di vari delitti efferati avvenuti recentemente in Emilia Romagna, tra le province di Bologna e Ferrara; ma sulla cui vicenda ci sono troppe ombre e punti interrogativi. Ma chi è davvero ”Igor il Russo”?

Il suo vero nome probabilmente è Norbert Feher, e non è russo ma serbo – secondo alcuni si chiamerebbe in realtà Igor Vaclavic. Avrebbe affermato in passato di essere di nazionalità russa, ma le indicazioni a suo conto provenienti dal paese dell’ex Jugoslavia lo smentirebbero nettamente. Sarebbe nato nel 1981 a Subotica, nel Nord della Serbia, non lontano dal confine con l’Ungheria.

Di lui si sa che è un ex militare, addestrato al combattimento estremo e ai travestimenti, specialista nel cambiare identità e nel far perdere facilmente le sue tracce. Risulterebbe che sia addirittura capace di nascondersi per giorni sott’acqua in qualsiasi fiume o ruscello, respirandolo solo con una cannuccia tenuta leggermente in superficie. Molto pericoloso da affrontare, spietato nell’eliminare il suo nemico: una sorta di nuovo Rambo, sfuggente, implacabile e imprendibile anche per le decine di unità speciali delle forze dell’ordine impegnate da tempo nell’assidua ricerca del criminale nelle campagne emiliane, una caccia all’uomo che finora non ha portato a nessun risultato.

Sono stati impiegati finora diverse centinaia di militari, tra cui i Carabinieri paracadutisti del battaglione “Tuscania”, quelli dello squadrone eliportato “Cacciatori di Calabria”,  i “Cacciatori di Sardegna”, esperti nelle ricerche estreme di sequestratori, i militari del “S.O.S.”, e delle “Alpi Antiterrorismo”, che ci costano, nel complesso, circa 200.000 euro al giorno. Da indiscrezioni giunte dalla polizia serba, risulterebbe che a suo carico vi sia un dossier fitto di reati e crimini di vario genere, tra cui anche furti e casi di violenza sessuale, come anche un mandato europeo di arresto per tre rapine.

Tutta la vicenda ha inizio sabato 1° Aprile, a Riccardina di Budrio, provincia di Bologna, intorno alle 21,30. Un uomo basso di statura, vestito con abiti militari, entra armato con un grosso fucile da caccia nel Bar Tabaccheria Franco Gallo, gestito da Davide Fabbri e sua moglie. Immediatamente, nel terrore generale dei clienti presenti in quel momento nel locale, l’individuo intima al titolare di consegnargli tutto l’incasso e spara per terra un colpo di avvertimento con il suo fucile. Il gestore del Bar gli fa credere in un primo momento di voler assecondare le sue richieste, e lo conduce nel retro dell’esercizio, ma ad un certo punto lo affronta e gli si avventa contro, strappandogli l’arma dalle mani. Ma quell’uomo è purtroppo una menta spietata: estrae allora una pistola dalla tasca, e lo uccide a sangue freddo, colpendolo al petto e dileguandosi in un attimo nell’oscurità.

Giusto una settimana dopo, avviene un nuovo omicidio: nel pomeriggio di sabato 8 Aprile, una pattuglia di agenti della polizia municipale di Portomaggiore, nel Ferrarese, nota un furgone “Fiorino” fermo ai bordi della strada che costeggia i canali del Mezzano. Avvicinatosi per un controllo, uno degli agenti, il 60enne Valerio Verri, viene colpito mortalmente da diversi colpi di pistola sparati all’improvviso dall’interno del mezzo, mentre il suo collega, Marco Ramaglia, rimane ferito abbastanza gravemente nel conflitto a fuoco. L’assalitore fuggirà via pochi secondi dopo con il suo “Fiorino”, il quale verrà ritrovato abbandonato pochissime ore nelle campagne immediatamente circostanti al luogo dell’omicidio.

L’agente sopravvissuto non ha dubbi: si tratta di “Igor il Russo”, noto criminale conosciuto da tempo nella zona. Le analisi del DNA e delle impronte digitali presenti nei luoghi dei due omicidi confermeranno che l’autore è sempre la stessa persona. Da prime indiscrezioni filtrerebbe che la pistola utilizzata dal killer potrebbe essere una Smith & Wesson color argento che lo stesso criminale avrebbe sottratto la notte tra il 29 e il 30 Marzo ad una guardia giurata della Securpol a Consandolo, provincia di Ferrara, il quale avrebbe dichiarato di essere stato rapinato proprio da un uomo armato di fucile da caccia. Si viene a sapere che il presunto autore di tali omicidi era già stato arrestato diverse volte in passato, nello specifico nel 2007, per diverse rapine nel Ferrarese. Era anche stato anche soprannominato “il ladro ninja” per l’abitudine di indossare una calzamaglia nell’atto di effettuare le rapine. Uscito di carcere nel 2010, veniva nuovamente arrestato per diverse rapine eseguite con un’ascia, e condannato quindi ad altri 5 anni e 4 mesi di reclusione. Uscito di prigione nel maggio 2015 per buona condotta, ha probabilmente partecipato a diversi nuovi furti e rapine nella zona del Ferrarese, con la possibile partecipazione di altri suoi complici, ma non vi sono su tutto ciò prove certe.

Vi sono anche forti sospetti che possa essere l’autore dell’omicidio di un metronotte, avvenuto sul finire di quell’anno: a Fossa Ghiaia di Ravenna, nella notte del 30 dicembre 2015, viene ucciso a colpi di fucile da caccia, senza alcun apparente motivo logico, la guardia giurata Salvatore Chianese; l’autore di quel delitto non fu mai identificato. Su di lui pende un ordine di espulsione emanato nel 2011 dal Questore di Rovigo, ma mai eseguito finora.

I Militari dell’Arma cercano Igor il russo alias Norbert Feher

Le notizie nel frattempo in queste settimane hanno continuato a rincorrersi sui presunti avvistamenti del pericoloso fuggitivo, rivelatisi in alcuni casi solo dei falsi allarmi. Si contano più di 300 segnalazioni finora da tutta Italia. A metà Aprile circa, a Consandolo, sempre nel Ferrarese, in un casolare abbandonato furono ritrovati un materassino e una catasta di legne ammucchiate, pronte probabilmente per essere usate da Igor per riscaldarsi: i cani molecolari portati in perlustrazione nella zona, confermarono l’avvenuto passaggio del criminale nel casolare. Verso la fine di Aprile, ancora nel ferrarese, il proprietario di un garage denuncia la scomparsa di un kit di sopravvivenza, composto da bende, garze e disinfettanti; potrebbero essere le stesse ritrovate insanguinate ad inizio del mese nel furgoncino “Fiorino” che Igor aveva abbandonato a Molinella, nel Bolognese, subito dopo il secondo omicidio, quello della guardia giurata Valerio Verri.

Dal Veneto giunge nei giorni immediatamente seguenti la segnalazione di un cittadino, che avrebbe avvistato il fuggitivo in una zona della provincia di Verona compresa tra i comuni di Montorio e San Martino, ma sempre nella zona di Consandolo, arriva un nuovo avvistamento, ritenuto dalle forze del’ordine decisamente attendibile, che farebbe intuire la presenza del criminale ancora in quel territorio: un giovane pakistano ha raccontato  di essere stato aggredito dal ricercato serbo mentre attraversa in bici la zona boschiva tra Marmorta e Consandolo.

Il criminale sarebbe sbucato dal bosco all’improvviso, ma il ragazzo avrebbe fatto in tempo a scappare con la sua bicicletta, sfuggendo cosi alla sua aggressione.

Nei primi di Maggio,  inoltre, è anche circolata l’indiscrezione che ci possa essere la mano di Igor dietro la scomparsa del rapper Domenico D’Amato, 27enne di Molinella, di cui non si hanno più notizie dal 31 Marzo scorso. Alcune circostanze potrebbero far supporre un collegamento tra la  sparizione del giovane e il pericoloso fuggitivo. Proprio in tale periodo il criminale era in quella zona, come dimostra l’omicidio del tabaccaio Davide Fabbri, e nella località di Molinella verrà in seguito ritrovato anche il furgone guidato da Igor, segno che il pluri-pregiudicato serbo possa aver avuto un rifugio proprio in questo territorio. Ma si tratta solo di ipotesi per il momento.

Notizie e segnalazioni che si ripetono ogni giorno, falsi allarmi, tantissimi uomini addestrati alla ricerca di un pericoloso criminale, sfuggente come un’anguilla. In alcuni momenti sembra che si tratti davvero di una ricerca impossibile, che non porterà ad alcun esito, ma durante uno dei vari turni di perlustrazione eseguiti in questi ultimi giorni nelle campagne tra la provincia di Ferrara e Bologna, un Carabiniere avrebbe affermato di essere riuscito a intercettare per un istante il fuggitivo con il mirino laser del proprio fucile.

La svolta nelle ricerche potrebbe a questo punto essere davvero vicina, ma visti i precedenti sviluppi di tale vicenda, i colpi di scena possono essere sempre dietro l’angolo.

di

Graziano Dipace

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