La Russia bombarda l’Isis: la Nato è “Game Over”

La Russia bombarda l’Isis: la Nato è “Game Over”

raid-russi-siriaPutin le cose le fa per bene. Ha deciso di eliminare l’Isis e lo sta facendo con programmazione e mezzi adeguati. Gli americani e la Nato, nonché i vari “stati vassalli” europei, sembrano intontiti, sono come quei pugili che colpiti con un potente gancio, barcollano e non capiscono cosa succede intorno a loro.

La loro creatura “l’Isis” che sembrava invincibile, è sbigottita disorientata, abituata alla “finta guerra” , con gli aerei degli americani che invece di sganciare bombe lanciavano generi di conforto, ora con le bombe vere che esplodono sulle loro teste, sono nel panico più totale e tra le loro file, pare ci sia il fuggi-fuggi al grido “si salvi chi può”.

Una reazione di questo tipo da parte della Russia, gli Usa, la Nato e gli europei, non se l’aspettavano proprio. Impreparati, senza un piano adeguato per una risposta sul campo, preoccupati per la potenza militare messa in campo da Putin ed anche dai suoi nuovi alleati, in primis la Cina, che ha inviato una sua porta aerei comprensiva di elicotteri da combattimento ed oltre mille uomini davanti le coste siriane, nonché del supporto dell’Iran, sono rimasti per giorni a guardare quasi balbettando.

Ed ecco dopo molti giorni, arrivare la reazione che è affidata ai comunicati stampa. E come al solito è partita la macchina mediatica (quella militare ha qualche difficoltà).

Obama, accusa la Russia di colpire non solo l’Isis, ma anche gli insorti contro il governo di Bashar Al Assad, che a nostro avviso è in linea con la missione programmata: difendere il legittimo governo del paese. La Turchia sbraita per la violazione sistematica del suo spazio aereo e si lamenta per i bombardamenti contro i ribelli e non solo sulle le postazioni dell’Isis. Ribadendo che non tollererà più altre violazioni (ma non ne specifica il numero, altre 1000?). Mosca da parte sua ha assicurato verifiche (?) solo sulla seconda infrazione, ma con calma.

In attesa di prove vere che provino queste accuse, l’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus) ha confermato che jet russi ed elicotteri governativi siriani hanno effettuato nelle ultime ore bombardamenti su ribelli non Isis nel nord della provincia di Hama, aggiungendo che civili sono in fuga da alcune località della regione nel timore di una imminente avanzata dell’esercito di Assad. Gli aerei russi, precisa l’Ondus, sono tornati a colpire posizioni dei ribelli intorno alle cittadine di Latamna (presa di mira fin dal primo giorno di raid, il 30 settembre) e di Kafr Zita. Gli elicotteri di Damasco hanno bombardato anch’essi aree nei pressi di Kafr Zita e di Kafrenbudeh, mentre l’artiglieria ha colpito obiettivi a Latamna.

La situazione appare chiara, Putin non si lascerà intimorire dalle parole do Obama o dal segretario Stoltenberg, ma poterà a termine il suo piano che è quello di ripulire la Siria da qualsiasi tipo e forma di terrorismo. E l’annuncio che anche l’Iraq è in procinto di chiedere aiuto alla Russia per liberarsi dell’Isis, si inquadra in questo piano globale.

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