La ripresa renziana: 36000 disoccupati in più a novembre

La ripresa renziana: 36000 disoccupati in più a novembre

renzi-istatEnnesimo comunicato stampa dell’Istat che per la prima volta fornisce i dati mensili degli occupati, disoccupati e inattivi per classi di età. Nonostante i numeri parlino da soli, l’Istat comunque prova a propinarceli come positivi in stile renziano: “bisogna seminare ottimismo” e Poletti dice che è tutto merito del “Job Act”.. .se lo dice lui!

Ma i numeri sono freddi ed insapori e qualunque condimento ci metti sopra, quelli rimangono. Ma vediamoli.

Dopo la crescita registrata tra giugno e agosto dello +0,5%, dovuta alle normali assunzioni di stagionali per il periodo estivo, a settembre arriva l’altrettanto normale calo dello -0,2% e a ottobre il ciclo si completa con un ulteriore diminuzione degli occupati dello 0,2%, che tradotto significa 39 mila disoccupati in più. Questa è la realtà dei numeri, il resto è “poesia”.

L’istat cerca di addolcire la pillola con svariate giustificazioni, snocciolando numeri che creano confusione nella maggior parte dei cittadini, eccole.

Il calo è determinato dagli indipendenti mentre i dipendenti restano sostanzialmente invariati.

Il tasso di occupazione diminuisce di 0,1 punti percentuali, arrivando al 56,3%.

Su base annua l’occupazione cresce dello 0,3% (+75 mila persone occupate) e il tasso di occupazione di 0,4 punti.

La stima dei disoccupati a ottobre diminuisce dello 0,5% (-13 mila);

il calo riguarda le donne e la popolazione di età superiore a 34 anni.

Il tasso di disoccupazione, pari all’11,5%, resta sostanzialmente invariato dopo il calo dei tre mesi precedenti.

Nei dodici mesi la disoccupazione diminuisce del 12,3% (-410 mila persone in cerca di lavoro) e il tasso di disoccupazione di 1,4 punti.

Avete capito qualcosa? Ma il bello arriva adesso:

Dopo la crescita di settembre +0,5% – ma come sopra avevano detto che in settembre c’era sto un calo dello -02% e ora ci dicono che c’è una crescita? – ma non è finita.

Andiamo al settore “inattivi”: la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni aumenta ancora nell’ultimo mese dello 0,2% (+32 mila persone inattive). Diminuisce il numero di inattivi maschi e di età inferiore a 50 anni. Il tasso di inattività, è pari al 36,2%, in aumento di 0,1 punti percentuali. Su base annua l’inattività aumenta dell’1,4% (+196 mila persone inattive) e il tasso di inattività di 0,6 punti percentuali. Qui almeno qualcosa si capisce: gli inattivi, cioè “disoccupati che non cercano più lavoro” crescono.

Però poi tornano a girare la frittata: rispetto ai tre mesi precedenti, nel periodo agosto-ottobre 2015 la stima dei disoccupati diminuisce di 142 mila, a fronte di una crescita degli occupati (+32 mila) e degli inattivi (+66 mila).

Qui la presa per i “fondelli” è plateale. Come fanno i disoccupati a diminuire di 142 mila, quando gli inoccupati, cioè chi smette di cercare lavoro aumenta di 66 mila e i nuovi assunti sono solo 32 mila? Se la matematica non è un opinione 66 meno 32 fa 34 mila persone in più tra i disoccupati o inoccupati.

Ormai l’Istat è diventato quello che per Mussolini era il vecchio “Istituto luce”, cioè l’organo di propaganda dello stato.

 

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Debora Ranzetti

Pubblicato da Debora Ranzetti

Debora Ranzetti, romana, avvocato ma blogger per passione. Non ha partiti ne tessere, amante delle battaglie impossibili, il cui motto è: “non mi piego, ma a spezzarmi non ci penso nemmeno”. Scrive quello che pensa, senza filtri, ma sempre nel rispetto delle regole. Animalista, ambientalista, inquieta e sempre di corsa, ma pronta a fermarsi se qualcuno è in difficoltà.