Ma i numeri sono freddi ed insapori e qualunque condimento ci metti sopra, quelli rimangono. Ma vediamoli.
Dopo la crescita registrata tra giugno e agosto dello +0,5%, dovuta alle normali assunzioni di stagionali per il periodo estivo, a settembre arriva l’altrettanto normale calo dello -0,2% e a ottobre il ciclo si completa con un ulteriore diminuzione degli occupati dello 0,2%, che tradotto significa 39 mila disoccupati in più. Questa è la realtà dei numeri, il resto è “poesia”.
L’istat cerca di addolcire la pillola con svariate giustificazioni, snocciolando numeri che creano confusione nella maggior parte dei cittadini, eccole.
Il calo è determinato dagli indipendenti mentre i dipendenti restano sostanzialmente invariati.
Il tasso di occupazione diminuisce di 0,1 punti percentuali, arrivando al 56,3%.
Su base annua l’occupazione cresce dello 0,3% (+75 mila persone occupate) e il tasso di occupazione di 0,4 punti.
La stima dei disoccupati a ottobre diminuisce dello 0,5% (-13 mila);
il calo riguarda le donne e la popolazione di età superiore a 34 anni.
Il tasso di disoccupazione, pari all’11,5%, resta sostanzialmente invariato dopo il calo dei tre mesi precedenti.
Nei dodici mesi la disoccupazione diminuisce del 12,3% (-410 mila persone in cerca di lavoro) e il tasso di disoccupazione di 1,4 punti.
Avete capito qualcosa? Ma il bello arriva adesso:
Dopo la crescita di settembre +0,5% – ma come sopra avevano detto che in settembre c’era sto un calo dello -02% e ora ci dicono che c’è una crescita? – ma non è finita.
Andiamo al settore “inattivi”: la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni aumenta ancora nell’ultimo mese dello 0,2% (+32 mila persone inattive). Diminuisce il numero di inattivi maschi e di età inferiore a 50 anni. Il tasso di inattività, è pari al 36,2%, in aumento di 0,1 punti percentuali. Su base annua l’inattività aumenta dell’1,4% (+196 mila persone inattive) e il tasso di inattività di 0,6 punti percentuali. Qui almeno qualcosa si capisce: gli inattivi, cioè “disoccupati che non cercano più lavoro” crescono.
Però poi tornano a girare la frittata: rispetto ai tre mesi precedenti, nel periodo agosto-ottobre 2015 la stima dei disoccupati diminuisce di 142 mila, a fronte di una crescita degli occupati (+32 mila) e degli inattivi (+66 mila).
Qui la presa per i “fondelli” è plateale. Come fanno i disoccupati a diminuire di 142 mila, quando gli inoccupati, cioè chi smette di cercare lavoro aumenta di 66 mila e i nuovi assunti sono solo 32 mila? Se la matematica non è un opinione 66 meno 32 fa 34 mila persone in più tra i disoccupati o inoccupati.
Ormai l’Istat è diventato quello che per Mussolini era il vecchio “Istituto luce”, cioè l’organo di propaganda dello stato.
Debora Ranzetti, romana, avvocato ma blogger per passione. Non ha partiti ne tessere, amante delle battaglie impossibili, il cui motto è: “non mi piego, ma a spezzarmi non ci penso nemmeno”. Scrive quello che pensa, senza filtri, ma sempre nel rispetto delle regole. Animalista, ambientalista, inquieta e sempre di corsa, ma pronta a fermarsi se qualcuno è in difficoltà.