La bestia è stata colpita. Se può essere ferita, si può abbattere. Questa è la frase che i dissidenti del PD si sono ripetuti dopo i risultati delle regionali di domenica scorsa, esattamente come disse Arnold Schwarzenegger nel film “Predator” quando ferisce l’alieno.
Le elezioni regionali hanno fatto capire a Matteo Renzi che la battuta di arresto di domenica, anche se non accettata ufficialmente, può disarcionarlo. Ed ecco allora che come ogni buon “principino” che si rispetti, invece di prendere coscienza del problema, reagire con colpi di coda tanto plateali quanto inutili.
Renzi sta pensando di mettere mano allo statuto del Pd. Soprattutto per dare un codice etico al partito. La prossima settimana alla direzione del Pd comincerà a parlare del nuovo modello di partito. Il punto di partenza è sicuramente quello di azzerare il dissenso interno. Da mesi un numero oscillante tra i 20 e i 60 parlamentari a turno, non hanno votato molti degli ultimi provvedimenti – delega al lavoro, jobs act, buona scuola, riforma costituzionale – e orrore nell’orrore, nel caso dell’Italicum, neppure la fiducia al governo.
Riuscirà il nostro “eroe” nell’impresa di azzerare un opposizione interna uscita rafforzata dai risultati di domenica?