Oggi, due giorni dopo che la Consulta ha fatto come “Ponzio Pilato”, tirandosi fuori dalla bagarre del referendum e rimandando “sine die” il giudizio dull’Italicum, a Montecitorio, si discute una mozione di Sinistra Italia, che non passerà.
Il testo è già per se stesso qualcosa di impalpabile: “La Camera impegna se stessa a cambiare l’Italicum che è incostituzionale”. Nulla di impositivo, ma una vaga promessa. Diversa invece è la mozione che presentano i 5 Stelle, che chiede di reintrodurre il “proporzionale” con voto di preferenza: troppo democratico, verrà inesorabilmente bocciato da tutti i partiti. Infine la “sceneggiata” dei centristi, intesi come Alfano&Co che chiedono al Pd di presentare una mozione di maggioranza per cambiare l’Italicum e di avviare “subito” la discussione.
Il centrista Sergio Pizzolante, commenta: “È un atto politico significativo, perché per la prima volta la maggioranza prende un impegno a cambiare la legge elettorale”. Gli risponde a stretto giro Giuseppe Lauricella, politico navigato che capisce il gioco: “Questa formula del Parlamento che impegna se stesso con una mozione è una barzelletta. E’ come se uno facesse un preliminare con se stesso…”.
In effetti il gioco di Renzi è chiaro, prendere tempo fino al referendum. Il premier ha aperto uno spiraglio sull’Italicm da New York, ma è stata una finta apertura: “Aspettiamo proposte da Cav e Lega”. La prova arriva da Montecitorio, Orfini, Guerini e Rosato ascoltano seduti, poi Rosato dice: “facciamole cadere tutte le mozioni, e noi non ne presentiamo nessuna”. Orfini e Guerini annuiscono e rispondono: “al massimo scriviamo una mozione che equivale a un foglio di carta bianca. In cui si scrive che la maggioranza si impegna a esplorare se ci sono le condizioni per eventuali convergenze e bla bla bla”.
L’obiettivo quindi appare più che chiaro, anzi, limpido, fare finta di parlare di Italicum fino al referendum, con lo scopo di anestetizzare la sinistra e poi dire: “noi ci siamo impegnati a cambiarlo, ma sono gli altri a non volerlo cambiare”.
Brunetta, che tutto gli si può dire, tranne di non capire le trappole, commenta: “Dopo il rinvio della Corte il dibattito è una inutile perdita di tempo. Se ne parlerà dopo il referendum”. Non la pensa così Arturo Scotto, il capogruppo di Sinistra Italia, che ha presentato la prima mozione: “Rivendico l’iniziativa perché fa vedere come Renzi gioca a nascondino o, se preferite, a poker bluffando. Perché non bastano impegni generici a cambiare la legge elettorale, come forse scriveranno nella mozione. Bisogna dire come, dove e quando. Altrimenti è un bluff…”.
Dunque un tutti contro tutti, che mostra in maniera fin troppo evidente, il gioco renziano… il solito bluff. Solo che ormai caro Renzi ti hanno “sgamato” tutti.

Debora Ranzetti, romana, avvocato ma blogger per passione. Non ha partiti ne tessere, amante delle battaglie impossibili, il cui motto è: “non mi piego, ma a spezzarmi non ci penso nemmeno”. Scrive quello che pensa, senza filtri, ma sempre nel rispetto delle regole. Animalista, ambientalista, inquieta e sempre di corsa, ma pronta a fermarsi se qualcuno è in difficoltà.