Il tribunale di Messina rinvia alla Consulta l’Italicum: dubbio di costituzionalità

Il tribunale di Messina rinvia alla Consulta l’Italicum: dubbio di costituzionalità

Nuovi guai per Matteo Renzi, i giudici siciliani del Tribunale di Messina, hanno accolto 6 dei 13 rilievi mossi dal pool di avvocati guidato da Felice Besostri e conseguenzialmente spedito la riforma alla Corte costituzionale per dirimerne i dubbi.


Renzi -Corte-CostituzionaleI ricorsi sull’Italicum
– approvato dal Parlamento il 4 maggio dello scorso anno, la cui entrata in vigore è prevista per luglio 2016 – erano stati ben18, depositati in diversi tribunali italiani. L’obbiettivo della presentazione in più tribunali, era stato quello di “sventare” l’archiviazione, obbiettivo pienamente raggiunto.

L’iniziativa era nata nell’ambito del “Coordinamento democrazia costituzionale”, costituito da un gruppo di avvocati anti-Italicum coordinati dall’avvocato Felice Besostri, noto per la sua battaglia – vinta – contro il Porcellum, dichiarato incostituzionale dalla Consulta.

Il ricorso di Messina è stato presentato dall’avvocato e vice-coordinatore del pool, Enzo Palumbo, che aveva proposto 13 motivi di incostituzionalità, sei dei quali sono stati accolti dal giudice nell’ordinanza di rimessione alla corte costituzionale. Tra questi ci sono quelli relativi al premio di maggioranza e alla mancanza di soglia minima per il ballottaggio.

Il Tribunale di Messina quindi – primo in Italia – con ordinanza 17/24.2.2016 dichiara: “sono rilevanti e non manifestamente infondate le questioni di costituzionalità sollevate nel giudizio, tutte incidenti sulle modalità di esercizio della sovranità popolare”, approvando quindi il ricorso in merito a sei delle tredici motivazioni presentate.

Di seguito l’elenco dei motivi :

III° MOTIVO – Il “vulnus” al principio della rappresentanza territoriale.
IV° MOTIVO – Il “vulnus” ai principi della rappresentanza democratica.
V° MOTIVO – La mancanza di soglia minima per accedere ballottaggio.
VI° MOTIVO – Impossibile scegliere direttamente e liberamente i deputati.
XII° MOTIVO – Irragionevoli le soglie di accesso al Senato, residuate nella L. 270-2005
XIII MOTIVO – Irragionevole applicazione della nuova normativa elettorale per la Camera a Costituzione vigente per il Senato, non ancora trasformato in camera non elettiva, come vorrebbe la riforma costituzionale.

Qui il testo completo della sentenza.

Secondo il neo presidente della Consulta Paolo Grossi, eletto proprio ieri, si può “giungere ad una decisione in un tempo relativamente breve”. Grossi ha ricordato che la Corte riesce a decidere rapidamente: “gli arretrati sono pochi, quindi i tempi dovrebbero essere brevi”.

Ricordiamo che in caso di pronuncia di incostituzionalita’, gli effetti della sentenza della Corte, come fu per il porcellum, condurranno a votare secondo le regole del vecchio consultellum, ultima legge approvata regolarmente, che prevede niente liste bloccate, niente premio di maggioranza senza soglia al ballottaggio.

Che si sarebbe arrivato a tanto, non vi erano dubbi, a nostro avviso e a quanto pare, non siamo i soli, l’Italicum è palesemente incostituzionale e Renzi questi lo sapeva perfettamente, ma probabilmente avrà pensato che i tempi del ricorso sarebbero stati lunghi e che quindi, come per il porcellun, prima si sarebbe votato e costituito un parlamento “incostituzionale” come l’attuale e poi si sarebbe bocciata la legge.

Praticamente una replica della situazione attuale, ma questa volta il gioco sembra non avere funzionato.

 

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Debora Ranzetti

Pubblicato da Debora Ranzetti

Debora Ranzetti, romana, avvocato ma blogger per passione. Non ha partiti ne tessere, amante delle battaglie impossibili, il cui motto è: “non mi piego, ma a spezzarmi non ci penso nemmeno”. Scrive quello che pensa, senza filtri, ma sempre nel rispetto delle regole. Animalista, ambientalista, inquieta e sempre di corsa, ma pronta a fermarsi se qualcuno è in difficoltà.