“Igor il russo”: Si cercano i complici, ma resta in una cella di massimo isolamento in Spagna

“Igor il russo”: Si cercano i complici, ma resta in una cella di massimo isolamento in Spagna

Norbert Ezequiel Feher, sarebbe questo il vero nome di Igor il russo. Avrebbe 36 anni, ed ha cambiato 18 volte identità da quando ha lasciato la Serbia, almeno dai suoi racconti fatti durante gli interrogatori.

Si trovava in Spagna da settembre, e da venti giorni circa nella provincia di Aragona. Sono alcuni dei particolari che sarebbero trapelati dal lungo interrogatorio a cui è stato sottoposto ieri davanti al giudice della Corte di Alcaniz.

In precedenza era stato anche ascoltato dal giudice dell’Audiencia Nacional, Carmen Lamela. Avrebbe affermato, durante tali interrogatori, di accettare l’estradizione in Italia, per poter essere giudicato in tale paese. Per lui è stata prontamente disposta la custodia cautelare senza diritto di cauzione, per l’omicidio di due agenti della Guardia Civil e un allevatore, avvenuto nei pressi di una fattoria nella cittadina di El Pentorillo lo scorso venerdi.

Per lui anche l’accusa di essere il responsabile di una sparatoria avvenuta pochi giorni prima nella medesima zona, in cui vi era stato il grave ferimento di due agricoltori locali.

Il pericolosissimo criminale è ora detenuto in una cella di massimo isolamento nel carcere di Alcaniz.

Serrate le indagini per risalire ai complici  – si sospetta vi possano essere tra loro anche diversi italiani – come anche si cerca di ripercorrere tutto il recente passato dell’arrestato: al momento del fermo, avvenuto venerdì notte, era in chiaro stato di ebbrezza, tale da essere stato ritrovato dai poliziotti quasi privo di sensi all’interno dell’autovettura usata per la fuga; durante la sua folle corsa per le strade della regione aragonese, era anche incorso in un incidente, poco prima del definitivo arresto, nei pressi della cittadina di Cantavieja. Aveva con sé quattro armi, e quasi cento munizioni, oltre a diversi altri caricatori. Portava inoltre uno zaino, con all’interno tablet, smarthpone, e altro materiale informatico.

Testimoni riferiscono di averlo visto urlare al cellulare mentre guidava il pick-up verde rubato venerdì scorso subito dopo il triplice omicidio avvenuto a El Pentorillo. La polizia locale sospetta vi sia lui dietro vari furti avvenuti nelle ultime settimane in diverse fattorie nella regione d’Aragona.

Per il momento non potrà lasciare il Paese per essere estradato in Italia, in quanto permarrà nel paese iberico fino alla sentenza emessa dai giudici del Tribunale nazionale per i reati da lui commessi in tale nazione.

Visite: 362