Grecia: la partita è finita ai supplementari, ma è stato un pareggio

Grecia: la partita è finita ai supplementari, ma è stato un pareggio

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Da tre giorni ci siamo astenuti di pubblicare notizie sulla Grecia ed anche adesso che tutto sembra risolto, qualcosa ci fa pensare che la situazione rimane in movimento.

Il risultato appare come nella migliore tradizione politica un “meglio una cattiva pace ad una buona guerra”. Ed in effetti se lo vogliamo tradurre con un risultato calcistico è stato un 1-1. Ambedue i contendenti hanno segnato e subito un gol.

Questo concetto è confermato dal fatto che sia nel governo greco che nella UE non tutti sono d’accordo con le proposte presentate. I 300 membri del parlamento greco hanno approvato la mozione a maggioranza. Alcuni parlamentari del partito di governo Syriza si sono allontanati, astenuti o hanno votato contro. Dai primi conteggi, pare che due deputati abbiano votato contro la mozione, sette si siano assentati (fra i quali l’ex ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis) e otto abbiano votato “presente” invece di “sì”, una forma di astensione.

Nei fatti ecco in cosa si traduce la proposta greca: tagli alle baby pensioni, aumenti dell’IVA ed al taglio delle riduzioni delle tasse che usufruivano le isole dell’arcipelago greco, ma non ha tutte, solo alle tre che hanno maggior “respiro”.

Tsipras ha lavorato dunque su un risultato sulla lunga distanza al contrario del piano della Troika che era a brevissimo termine. Il 30 giugno i creditori chiedevano 8,5 miliardi di sacrifici in cambio della concessione di un nuovo prestito di soli 7,5 miliardi. Un prestito inutile. I soldi sarebbero stati sufficienti solo per rimborsare i prestiti al Fondo monetario internazionale e alla Bce già scaduti, 1.6 miliardi a fine giugno, 3,6 il 20 luglio e i rimanenti due in agosto, poi nuovamente il baratro.

Il nuovo piano, in cambio di 12-13 miliardi di sacrifici invece di 7,5, prevede nuove risorse per 74 miliardi di euro, di cui 58 dal fondo salva-Stati Esm e 16 dal Fmi. Una cifra superiore alla richiesta greca, che ne voleva 53,5 miliardi, all’interno di un programma che ha un respiro triennale, che di certo incontrerà le resistenze tedesche e che dunque (se tutto andrà bene) permetterà di non dover pensare alla sopravvivenza quotidiana, ma di varare le riforme – quelle obbligate e quelle che invece fanno parte del programma di Syriza – nei prossimi tre anni.

Tutto bene? No, dove sono finite le richieste del taglio del debito pubblico che rimane insostenibile? Se ne riparlerà dopo dicono i meglio informati. Il dopo con con questi “terroristi” (cit. Varoufakis) non esiste, o batti il ferro quando è caldo o è finita.

Come sempre ci sarà chi sosterrà di avere vinto sia dall’una che dall’altra parte, la stampa quasi in toto ed in maniera velata ma non troppo, farà passare il concetto che i potenti vincono sempre – con il sottotitolo – “inutile che vi dimenate, che tanto vi riempiamo di mazzate”. Ma, c’è sempre un ma, comunque vada la Grecia ha dato miccia alle polveri…………… ma questa è un’altra storia, anzi il prossimo articolo. To be continued.

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