Grecia, il parlamento vota “SI”, ma Tsipras distrugge Syriza e i sogni della sinistra europea

Grecia, il parlamento vota “SI”, ma Tsipras distrugge Syriza e i sogni della sinistra europea

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Il parlamento Greco stanotte ha votato “SI” ed approvato le riforme “lacrime e sangue” imposte dall’Ue, ma per Alexis Tsipras è una vittoria di Pirro – molto probabilmente perderà la poltrona-. Il sì all’accordo spacca Syriza, il governo perde pezzi. A fronte dei 229 sì, ci sono 64 no e 6 astenuti. Il primo ministro greco ha ora davanti agli occhi la spaccatura del suo partito: tra cui l’ex ministro Varoufakis, la ‘pasionaria’ presidente del Parlamento Zoe Konstantopolou e il leader dell’ala radicale Lafazanis, mentre la vice ministro delle Finanze Nantia Valavani si è dimessa. Anche il ministro greco dell’Energia, Panagiotis Lafazanis è tra i 40 ribelli di Syriza che in parlamento non hanno votato il piano di misure imposto dai creditori per il salvataggio e dichiara di essere pronto a dimettersi se a chiederlo sarà il premier Alexis Tsipras.

Ci sono voluti nove anni per costruire Syriza che è una federazione composta da 14 partiti – maoisti, trotzkisti, ecologisti, socialdemocratici – e poi portarla al governo. E ora in una notte, dopo tanta fatica e quando finalmente per la prima volta un partito della sinistra radicale è arrivato a guidare un Paese dell’Unione europea, la formazione si è sfaldata.

Il “saldo contabile” di questa operazione è che Tsipras senza più maggioranza, si dimetta lasciando il campo a un governo di emergenza nazionale sostenuto dalla parte moderata di Syriza, To Potami, Pasok e Nea Demokratia, proprio come voleva da settimane Angela Merkel e i falchi rigoristi dell’Unione europea.

Dunque, in dispregio delle più elementari norme democratiche, ritorna al potere la “vecchia guardia” Greca, non legittimata da nessun voto, la stessa che da almeno 10 anni ha ridotto la Grecia sul lastrico e che ora si sono riciclati in filo-rigoristi più che affidabili (soprattutto per Bruxelles e Berlino). Un altro governo imposto dall’EU.

Tsipras con questa operazione non ha distrutto solo il suo partito, ha fatto molto di più. Ha distrutto il sogno di milioni di Europei che credevano ancora nella sinistra. Ha dimostrato, ancora una volta, che i tanti frammenti e le varianti delle varie sinistre, insieme non possono coesistere. Non reggono mai alla prova del governo, bruciando di fatto sul nascere nuove formazioni come “Podemos” in Spagna e “Possibile” in Italia. Ma questo gli elettori almeno in Italia forse l’avevano recepito già da tempo, non si spiegherebbe altrimenti infatti, il freddo responso dei numeri, che vede le varie formazioni nate, cresciute e scomparse alla sinistra del PD, non arrivare mai a superare il fatidico 3 – 4 % ed il contemporaneo avanzare di forze di opposizione intransigente come il M5S.

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